La Stephens si lagna per un “C’mon!” di Serena, ma poi ritratta. Sono più irrispettose le esultanze o ld prese in giro in conferenza stampa, tipo: “La Azarenka è la più grande”?
Sloane Stephens polemizza sulle esultanze di Serena Williams
Di Riccardo Bisti – 3 gennaio 2013
Chissà se Sloane Stephens è d’accordo con la regola che obbliga i coach a dotarsi di microfono quando scendono in campo a dare consigli. Quando ha perso il primo set contro Serena Williams (poi vincitrice con il punteggio di 6-4 6-3) ha chiamato Troy Han, il coach che la USTA le ha messo alle calcagna. Seccata per aver perso il set, si è fatta scappare: “I ’C’mon!’ di Serena sono una mancanza di rispetto!”. Poteva nascerne un caso. Ma Sloane, cucciola che ama ridere e scherzare, ha avuto l’arguzia di gettare acqua sul fuoco. “Ma no, non ero seria. Io e lui scherziamo molto su questa cosa – ha detto la Stephens – volevo soltanto allentare la tensione. Non so come sono sembrata, ma volevo solo rilassarmi. E’ stato uno scherzo, tutto divertente”. Forse non è del tutto vero, ma il legame con Serena non è intaccato. La numero 3 del mondo non ha lesinato complimenti alla giovane rivale. Secondo Serena, ha il potenziale per diventare la più forte. Un giorno. La Stephens teneva bene lo scambio, ha vinto alcuni scambi di potenza, ma ha giocato peggio i punti importanti. O li ha giocati meglio Serena, che poi è la stessa cosa. Sul 4-5 nel primo, ha avuto una chance per andare 5-5, ma non l’ha sfruttata. E nel secondo le è stato fatale un break all’ottavo gioco. Passata la rabbia, Sloane si è presa i complimenti di Serena. “E’ bello che dica queste cose una tennista che io ritengo una delle più forti di sempre. Ho perso contro la più brava di tutte, quindi va bene”.
La Williams ha vinto 34 delle ultime 35 partite e non ha intenzione di smettere, anche perché ha detto apertamente di sognare il Grande Slam. E’ un obiettivo affascinante: dovesse farcela, entrerebbe a pieno titolo nel dibattito sulla più forte di sempre (di cui fa già parte). “Voglio ringraziare la Stephens perché mi ha dato la possibilità di giocare una buona partita. Ho affrontato una buona giocatrice, che domani sarà una grande giocatrice. Dovevo essere pronta”. Ma non è ancora il momento per un cambio della guardia. E Brisbane offrirà una grande semifinale contro Victoria Azarenka. Un match paradossale: numero 1 contro numero 3, con un piccolo dettaglio: la numero 3 è avanti 11-1 negli scontri diretti, e ha vinto gli ultimi cinque. Per questo le affermazioni di Serena suonano come una presa in giro. “Domani affronterò la più grande del mondo. Arriva da una stagione fantastica. Sento di non avere nulla da perdere. Sta giocando bene, credo che oggi abbia vinto in 20 minuti o giù di lì. Domani dovrò lottare parecchio”. Chissà se hanno riferito queste frasi alla bielorussa. E’ una chiara presa in giro. Serena si sente più forte (ed è più forte), ma si diverte a fare la finta modesta. Un modo come un altro per criticare il sistema di punteggio che la colloca in terza posizione nonostante un successo dopo l’altro. Dinara Safina, ex numero 1 ed oggi ex giocatrice, è convinta che la Azarenka meriti il primato perché gioca tutto l’anno, a differenza di Serena che si dedica al tennis solo quando ha voglia. “Fate giocare Serena per 12 mesi, poi ne riparliamo”. Forse l’americana ha raccolto la sfida. E in tanto prende in giro tutti, avversari e giornalisti.
Oltre a una semifinale nobile, Brisbane ne avrà una sorprendente: nella parte bassa si affronteranno Anastasia Pavlyuchenkova e Lesia Tsurenko. La prima ha superato una Kerber ancora imballata, mentre l’ucraina sta finalmente dando concretezza alle dichiarazioni bellicose di 11 mesi fa, quando durante la Fed Cup a Biella disse si non sentirsi inferiore a nessuna. A Brisbane aveva perso nelle qualificazioni, poi è entrata in tabellone come lucky loser grazie al forfait di Maria Sharapova. Nei quarti ha superato Daniela Hantuchova e sogna la prima finale WTA in carriera. Nel tennis ci sono quelle settimane che ti cambiano la vita. Chissà che non possa essere così per la bella Lesia. In campo maschile, Murray ha dovuto lottare per tre set contro l’arrazzato John Millman, ma dovrà alzare il livello se vuole superare Denis Istomin (giustiziere di Hewitt). Nel match più interessante di giornata, almeno in prospettiva, Grigor Dimitrov ha superato Milos Raonic e conquistato un buon quarto di finale (dove se la vedrà con Jurgen Melzer). Che il lavoro nell’Accademia di Norman, Kulti e Tillstrom stia per dare i primi frutti?
WTA PREMIER BRISBANE – IL TABELLONE
ATP 250 BRISBANE – IL TABELLONE
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