Brutta sconfitta per il numero 1 azzurro: l'ottima partita di Jan Lennard Struff gli impedisce di impostare lo scambio su profondità e resistenza. Qualche fastidio fisico ne ha minato ulteriormente il rendimento: “Non riuscivo a fare gioco con il rovescio”. Lo rivedremo a Monaco di Baviera.

Quei 50 chilometri da Arma di Taggia a Monte Carlo sono diventati una strada lunga e tortuosa. Risultati alla mano, sembra essersi rotto qualcosa tra Fabio Fognini e il Masters 1000 di Monte Carlo. La semifinale del 2013 resta uno splendido ricordo, ma il match perso l'anno dopo contro Tsonga ha un po' spezzato l'incantesimo. Secondo turno nel 2015, eliminazione immediata nel 2016 e nel 2017, sconfitta contro pronostico quest'anno. Jan Lennard Struff è un ottimo giocatore, ma Fognini partiva favorito. Invece c'è stato poco match, un 6-4 6-2 che fissa un derby tedesco negli ottavi e offre a Fognini una dozzina di giorni di riposo per rifinire la preparazione. Il 2018 era partito bene per Fabio, ma dopo il titolo a San Paolo si è un po' fermato. Come se la speranza di acciuffare i top-10, nuovamente concreta (noi eravamo stati i primi a cercare di individuarne le possibilità) fosse un peso insostenibile per il papà di Federico, che tornerà a giocare a Monaco di Baviera per poi lanciarsi nel trittico Madrid-Roma-Parigi. Non è stato un buon Fognini, quello visto mercoledì sul Campo dei Principi. È partito bene, salendo 2-0 nel primo set, poi non ha saputo essere incisivo né con il servizio e nemmeno nel dialogo da fondocampo. In particolare, non è riuscito a spingere con il rovescio.

“SONO PRONTO A RISCATTARMI”
Struff se ne è accorto e ha infierito da quella parte. Quattro giochi consecutivi gli consentivano di firmare il sorpasso e chiudere il set al decimo gioco. Vita ancora più facile nel secondo, durante il quale Fognini (la cui divisa Hydrogen aveva un curioso numero 17 sulla schiena) ha chiamato il fisioterapista per farsi fasciare il ginocchio sinistro. Dopo il match, Fabio ha ripetuto più o meno le stesse cose dette dopo la vittoria su Chardy in Davis. Le difficoltà a manovrare con il rovescio, una condizione fisica che forse non è ottimale e il ricordo che la fasciatura al ginocchio è il ricordo di una vecchia operazione, che ogni tanto si manifesta con un dolorino. “Non riuscivo ad allungare lo scambio, ma bisogna fare i complimenti a lui. Oggi gli stava dentro tutto: di solito, prima o poi, un giocatore così ti offre una chance. Oggi niente, non ha sbagliato nulla”. Fabio ha comunque sottolineato di stare bene e di essere pronto a riscattarsi. Come sempre, ci vuole equilibrio nel valutare la prestazione di un giocatore che farà sempre discutere: stavolta ha giocato male, ma il tennis offre sempre una seconda chance. Magari, nel momento meno atteso, saprà infilare la zampata. Fognini non ha certamente disimparato a giocare a tennis, mentre gli addetti ai lavori faranno bene a non dimenticare i commenti entusiastici di gennaio e febbraio.

ATP MASTERS 1000 MONTE CARLO – Secondo Turno
Jan Lennard Struff (GER) b. Fabio Fognini (ITA) 6-4 6-2