Quello di Casey Dellacqua è stato uno dei coming-out meno chiacchierati. La sua compagna le ha dato una figlia e lei è felice, anche se non ha sponsor. E adesso ci riprova con il singolare. 
Un autoscatto di Casey Dellacqua con Jelena Dokic

Di Riccardo Bisti – 25 novembre 2013

 
Tranquilla, rilassata. Dopo la sconfitta al primo turno dello Us Open, Casey Dellacqua parlava a un piccolo gruppo di giornalisti, rigorosamente australiani. Quando le hanno chiesto il perché del lungo stop dal tour, la sua risposta ha sorpreso: era diventata madre, perché la compagna Amanda aveva messo al mondo il piccolo Blake Benjamin. Di solito, quando una star dello sport svela la sua omosessualità, la storia finisce nei tabloid di tutto il mondo. La stampa scandalistica si nutre di queste cose. Da allora sono passati tre mesi, e la reazione dei media è stata quasi inesistente. “In realtà non è stata una notizia per la maggior parte delle persone che ci stanno intorno – ha detto la Dellacqua – abbiamo una grande famiglia, tanti amici, belle persone. Non è stato un problema parlarne con i giornalisti. Non sapevo cosa dire perché nessuno me lo aveva chiesto. Ho fatto un paio di interviste e la vicenda è finità lì. Non mi sento diversa”.Naturalmente, la sua vita è cambiata. La Dellacqua è ben felice di quello che sta passando. Le ha fatto piacere che i media non l’abbiano stressata, rispettando le sue scelte. Va detto che non aveva granchè da perdere. Lontano dai guadagni stellari che forse aveva auspicato a inizio carriera, non ha grossi contratti in essere. “Ma adesso sono ambasciatore d’elite per Lululemon”. Per questa ragione, il coming out non destava preoccupazione. “Non ho rivelato chissà qualche segreto. Semplicemente è la mia vita e sono orgogliosa della mia famiglia. Mi hanno chiesto perché fossi rimasta ferma. Non c’era molto altro da dire”. Il grosso cambiamento della sua vita si chiama Blake. Oggi ha quattro mesi, ma ha già iniziato a vivere il tour. Casey lo ha portato con sé a un paio di tornei a Bendigo. Guarda caso, li ha vinti entrambi. 
 
“E’ un bambino felice. Come ogni genitore, credo che sia la cosa più bella che ci sia in giro. Inoltre, quando è venuto con me ai tornei non ho perso molte partite, mi sembra che sia un porta fortuna. E alla fine della giornata, comunque sia andata con il tennis, mi sento fortunata ad avere questa famiglia. E’ la cosa più importante”. Anche se il bambino è stato messo al mondo dalla compagna, la Dellacqua è rimasta l’unica madre nel circuito dopo il ritiro di Kim Clijsters. “Non sento alcuna pressione in questo senso. La maturità non ha cambiato il mio tennis, non credo di dover giocare o vincere per la famiglia. Spero che un giorno Blake possa sedersi a vedere qualche partita ed essere fiero di me. Io ho sempre avuto una grande famiglia, continueranno a starmi accanto e questo rende più piacevole il mio lavoro”. La Dellacqua si è specializzata nel doppio, dove gioca insieme alla giovane australiana Casey Dellacqua. Insieme, hanno giocato tre finali Slam e sono finite in nomination per gli Awards sulla migliore coppia del 2013. Il titolo è poi andato alle nostre Errani-Vinci. La novità è che Casey ci sta riprovando con il singolare. I due successi a Bendigo l’hanno fatta risalire al numero 131 WTA. Il suo best ranking, tuttavia, è 100 gradini più in alto. Risale a cinque anni fa, prima che subisse seri infortuni al piede e alla spalla. E’ stata ferma per quasi due anni, periodo in cui ha completato un corso presso una scuola di bellezza.
 
La Dellacqua ha un paio di obiettivi: conquistare una wild card per l’Australian Open grazie ai play-off di dicembre, ed entrare tra le prime 100 in modo da giocare gli altri tre Slam. L’obiettivo sembra realistico, anche perché a Tokyo ha battuto Kristina Mladenovic, classificata tra le top-50. L’impegno in singolare potrebbe crearle qualche problema con il doppio, dove ha conquistato gran parte dei guadagni. “Non voglio essere soltanto una doppista, ma non lo trascurerò. Continuerò a giocarlo, ma voglio competere in entrambe le specialità”. Curiosamente, pur essendo la seconda migliore australiana nel ranking WTA (alle spalle di Samantha Stosur, che al contrario di lei non ha effettuato alcun coming-out), si presenterà a Melbourne senza uno sponsor. Ma a lei va bene così: “Non ci sono grossi contratti, ma va bene così. A me piace essere Casey, mi piace quello che faccio e non mi aspetto molto in questo senso. Non mi seguono grandi nomi, ma per me non è un problema”. Il problema, eventualmente, se lo porranno le aziende se dovesse azzeccare il percorso infilato cinque anni fa, quando arrivò negli ottavi proprio a Melbourne.