Dieci morti e un disperso: è il bilancio dell'alluvione che ha colpito il comune di Sant Llorenc des Cardassar, a due passi dall'accademia di Rafa Nadal. Il leader del ranking ATP ha dato una mano concreta ai soccorritori, sia spalando il fango che offrendo ospitalità agli sfollati nelle strutture della sua accademia. Un gesto da numero 1.

Soltanto pochi giorni fa, il campo sportivo di Sant Llorenc des Cardassar era in festa. Questo piccolo comune nel cuore delle Baleari, con meno di 10.000 abitanti, ha una squadra di calcio che milita nella Primera Regional, l'equivalente della nostra Serie D. Venerdì scorso hanno vinto una bella partita contro il Campanet. Martedì pomeriggio avrebbero dovuto riprendere ad allenarsi. Nel gruppo Whatsapp della squadra, tuttavia, un giocatore ha condiviso le immagini del campo, mostrando pioggia e un progressivo allagamento. Erano le 18.30 e l'allenamento era previsto per le 19.45. Sono seguite trattative frenetiche. Che fare? Allenarsi o no? Magari limitarsi a una seduta in palestra? Alla fine, hanno deciso di annullare tutto. Una scelta che ha salvato la vita a un gruppo di ragazzi, poiché il campo sportivo si trova a pochi metri dai torrenti che hanno straripato a causa della tremenda alluvione che ha colpito la zona, foriera di un tragico bilancio di 10 morti e un disperso. Dalla TV e dai social network sono filtrate immagini pietose, tristi, che in Italia si sono vissute di recente, meno di due mesi fa, con il tragico crollo del Ponte Morandi a Genova. Sant Llorenc des Cardassar si trova a pochi chilometri da Manacor, paese natale di Rafael Nadal. La Rafa Nadal Academy si trova a meno di 13 chilometri dal luogo del disastro. Basta fare un tratto di strada statale e San Llorenc è il primo paese che si incontra in direzione nord-est. Mostrando una grande umanità, il numero 1 del tennis mondiale li ha percorsi e si è recato in paese a dare una mano, concreta, alle vittime del disastro.

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SFOLLATI OSPITI ALL'ACCADEMIA DI RAFA
Un gesto semplice, spontaneo. Sarà pure retorica, ma vale quanto uno Slam. Insieme al suo fisioterapista Rafael Maymo, ha collaborato ai lavori per ripulire dal fango alcuni padiglioni. Con una tuta azzurra, ma con gli stivali impermeabili, da quelle parti noti come “katiuskas”, Rafa ha preso in mano una scopa e ha rimosso il fango insieme ad altri volontari. Le immagini e i filmati lo mostrano in un laboratorio meccanico, uno dei luoghi maggiormente colpiti dalle esondazioni. Il maiorchino ha anche parlato con alcuni abitanti, cercando di rincuorare le persone colpite, insieme all'Esercito e all'Unità Militare di Emergenza. Rafa, tuttavia, non si è accontentato di farsi vedere nel luogo del disastro, ma ha voluto fare qualcosa di più. Qualcosa di concreto. Con un messaggio postato sui social network, ha informato di aver messo a disposizione degli sfollati il padiglione principale della Rafa Nadal Tennis Academy, inaugurata un paio d'anni e dotata di una foresteria abbastanza capiente. “Oggi è un giorno triste per Maiorca – ha scritto Nadal – le nostre più sincere condoglianze ai familiari delle vittime per le gravi inondazioni a Sant Llorenc. Proprio come abbiamo fatto ieri, torneremo a offrire le stanze del Rafa Nadal Sports Centre e della Rafa Nadal Academy per tutti coloro che avranno bisogno di un alloggio”. Nel frattempo, la presidentessa del governo delle Isole Baleari, Francina Armengol, ha decretato tre giorni di lutto e chiederà al Governo di Madrid la dichiarazione di zona colpita da calamità naturale. Secondo le prime stime, sono caduti fino a circa 220 litri d'acqua per metro quadrato.

STUPIDE ACCUSE
Non è la prima volta che l'isola viene colpita da un'alluvione killer: l'ultimo episodio risale al 2007, in particolare a Puigpunyent, con vittima una turista danese. Le scene sono state tremende: auto trascinate dalla corrente, materassi, divani e mobili trascinati per le strade. Tra l'altro, è già stata stabilita l'allerta arancione (terzo grado di gravità su quattro) per le vicine isola di Ibiza e Formentera, e persino in Catalogna. Come spesso accade – e in Italia lo sappiamo bene – alle tragedie si accompagnano le polemiche. E qualcuno ha avuto l'ardire di sostenere che Nadal si è recato nel luogo del disastro soltanto per farsi vedere e magari comparire in qualche foto. Affermazioni che si commentano da sole. Prima di tutto, Nadal non ha fatto alcuna pubblicità al suo gesto di solidarietà, ma soltanto dell'intenzione di ospitare gli sfollati nell'accademia. Essendo così popolare, era impossibile che la sua presenza passasse inosservata. Chi era a Sant Llorenc racconta di averlo visto impegnato per ore, come uno dei tanti, dei 600 volontari che stanno contribuendo a riportare la normalità. Fortunatamente, la maggior parte delle persone hanno compreso lo spirito di Nadal, da sempre legatissimo alla sua terra. Non appena è possibile, torna a casa e ci trascorre ogni vacanza. Fatto non trascurabile, non ha mai cambiato residenza, per quanto – per uno come lui – sarebbe stato semplice fissarla altrove per ovvie ragioni fiscali. Quello di mercoledì 10 ottobre 2018 è stato un grande gesto, che non ha nulla a che vedere con la sua carriera di grande campione. Da oggi tornerà ad allenarsi per il ritorno in campo nel finale di stagione. Ma, statene certi, sarà pronto a dare nuovamente una mano qualora ce ne fosse bisogno.