Oltre a dover risanare l’IPTL, l’ex numero uno del mondo in doppio ha accettato il compito di rilevare la panchina indiana di Coppa Davis, dopo la discussa gestione di Anand Amritraj. Il suo mandato inizierà dopo il primo turno di febbraio: avrà da gestire lo storico nemico Leander Paes, anche se…Domenica 11 dicembre, data di fine dell’International Premier Tennis League 2016, per Mahesh Bhupathi è iniziato un anno lunghissimo. Non ha potuto nemmeno tirare un sospiro di sollievo, perché l’ultima edizione è stata un disastro e riprendersi non sarà facile. Lui assicura che la competizione ritroverà i fasti della prima edizione, e promette di tornare a ingaggiare tutti i migliori, ma visto il flop di quest’anno è difficile dargli fiducia. Tuttavia, sembra che le sfide gli piacciano particolarmente. Alla patata bollente IPTL, infatti, ne ha appena aggiunta una seconda, accettando il ruolo di capitano indiano di Coppa Davis. Il contratto del burrascoso Anand Amritraj è in scadenza a fine anno, e il capitano uscente non si è meritato il rinnovo per le polemiche generate contro la Federazione alla vigilia della sfida contro la Spagna, quando si lamentò della scelta di giocare di sera e con le luci artificiali, presa senza consultare né lui né i giocatori. Tuttavia, dalle indiscrezioni sembrava che i candidati alla panchina fossero due: Nandan Bal e Ramesh Krishnan, quest’ultimo già capitano a più riprese. Invece, a sorpresa, la All India Tennis Association (AITA) ha scelto Bhupathi, messo sotto contratto fino alla fine del 2018. “Ci siamo seduti a un tavolo con la lista dei giocatori che hanno partecipato alla Coppa Davis con l’India – ha detto l’amministratore delegato Hironmoy Chatterjee – e ci siamo subito trovati d’accordo su Bhupathi. L’abbiamo chiamato e ha accettato l’incarico”.
Il mandato di Anand Amritraj è stato leggermente prolungato, e lo vedrà in panchina per l’ultima volta nella sfida di febbraio contro la Nuova Zelanda. Poi lascerà l’incarico. A quanto pare, oltre alla vicenda Spagna, gli è costata cara anche una gestione non ottimale dello spogliatoio: pare lasciasse entrare sia le fidanzate dei giocatori sia alcuni giornalisti-amici, anche se la Federazione ha smentito. Come ha smentito l’indiscrezione che i giocatori del team avrebbero mandato una lettera all’AITA, chiedendo che nulla fosse cambiato. Li hanno accontentati lasciando Zeeshan Ali nel ruolo di coach, ma sulla scelta del nuovo capitano non sono stati nemmeno contattati. In ogni caso, difficilmente si sarebbero opposti alla decisione di mettere come guida Bhupathi, ex numero uno del mondo in doppio, con in bacheca due titoli al Roland Garros e uno allo Us Open. A 42 anni non era ancora del tutto ritirato, visto che nel 2016 ha disputato nove tornei, ma la scelta di accettare la panchina sancisce indirettamente la fine della sua carriera. L’unico che potrebbe avere qualcosa in contrario è la leggenda Leander Paes: in passato hanno avuto parecchi attriti, anche fuori dal campo, ma pare che la situazione sia leggermente migliorata. I quotidiani indiani parlano di “rispetto reciproco”, lasciando intendere che non si amano ma sono disposti a collaborare per il bene della squadra.  Tuttavia, si vocifera che la sfida di Pune con la Nuova Zelanda potrebbe essere l’ultima in Davis del veterano di Goa, 44 anni a giugno. In caso di successo in doppio, infatti, salirebbe a quota 43 vittorie in Davis nella specialità, superando lo storico record di Nicola Pietrangeli.