Le parole di Matteo e Fabio dopo il derby al Masters 1000 di Madrid vinto dal tennista romano in due set
La sfida tutta azzurra al secondo turno del Masters 1000 di Madrid tra i numeri 1 e 2 italiani ha visto prevalere un centrato Matteo Berrettini. Reduce dal titolo a Belgrado, il romano ha esordito alla Caja Magica dopo il bye con un 6-3 6-4 in controllo su Fognini. “Era una partita che poteva espormi ad altre difficoltà. Sono stato bravo a partire forte in entrambi i set, credo sia stata una prestazione solida: ho fatto bene ciò che so fare ed è stata questa la chiave – afferma in conferenza -. Il rapporto con Fabio? Stamattina ci siamo salutati come sempre, mi ha fatto i complimenti e un in bocca al lupo. Siamo due personalità diverse ma ci siamo sempre rispettati“. I problemi fisici sembrano definitivamente superati: “Sono contento della mia condizione, della mia tenuta mentale e di come sia uscito da un infortunio importante. Penso che sto giocando bene, mi sento in fiducia. L’adattamento all’altura? Personalmente, non ho grossi problemi, si sente ma non è Bogotà. Ho tirato le corde tre kg in più ma dipende da giocatore a giocatore”.
Fognini, nonostante la sconfitta, ha voluto ribadire fermamente un concento. “Non vedo un problema a livello di tennis, sto facendo più fatica del normale. Ora è sorto un piccolo incidente di percorso, magari recupero in maniera diversa ma dipende dal fatto di avere 33 anni. Ma se sto bene fisicamente, tennisticamente ho zero problemi: se avrò voglia di divertirmi, lo farò per molto tempo. Mi sto allenando bene, devo accettare di non avere più 20 anni – spiega il taggiasco, passando poi a un commento sul match -. Quando un giocatore come Matteo, Isner o Kyrgios servono così è un grosso vantaggio, soprattutto all’inizio dei game“. Prossimo appuntamento sul calendario è Roma. “Non ho aspettative, mi auguro di recuperare in fretta e poi venga quel che venga“. E nel frattempo, la squadra della capitale accoglie José Mourinho: “Grande, la Roma avrà un tifoso in più. Ma resto interista, eh…”.