Madison Keys e le lingue straniere
L'inglese è certamente la "lingua franca" del tennis. Anche per questo, è difficile che gli anglofoni facciano lo sforzo di imparare un'altra lingua, poichè si aspettano che si parli ovunque. La pensa così Madison Keys: "Alcuni giocatori europei parlano 12 lingue, mentre per me è complicato farmi capire in inglese – ha scherzato a Cincinnati – so che Christina McHale parla un ottimo spagnolo e conosce un po' il cinese. Mi piacerebbe essere come lei, ma sarà dura. Magari potrei imparare il cinese, in modo da parlare in pubblico con Christina senza che nessuno ci capisca". La Keys ha detto di ammirare la Kuznetsova, che parla cinque lingue, mentre la Kvitova ne conosce tre (ceco, inglese e russo). Ad abbassare la media ci pensa Jo Wlfried Tsonga. "Non sono un poliglotta: parlo francese e a volte qualcosa che assomiglia all'inglese. Quando ho iniziato a giocare lo parlavo poco, e fu dura quando dovetti parlare a 15.000 persone in Australia. Alla prima domanda che mi fecero, risposi con un "Ehhh…". E' un momento difficile, ci pensi già prima della partita. Però serve a imparare un'altra lingua, aspetto molto importante per la propria cultura personale". . Anche per questo, è difficile che gli anglofoni facciano lo sforzo di imparare un'altra lingua, poichè si aspettano che si parli ovunque. La pensa così Madison Keys: "Alcuni giocatori europei parlano 12 lingue, mentre per me è complicato farmi capire in inglese – ha scherzato a Cincinnati – so che Christina McHale parla un ottimo spagnolo e conosce un po' il cinese. Mi piacerebbe essere come lei, ma sarà dura. Magari potrei imparare il cinese, in modo da parlare in pubblico con Christina senza che nessuno ci capisca". La Keys ha detto di ammirare la Kuznetsova, che parla cinque lingue, mentre la Kvitova ne conosce tre (ceco, inglese e russo). Ad abbassare la media ci pensa Jo Wlfried Tsonga. "Non sono un poliglotta: parlo francese e a volte qualcosa che assomiglia all'inglese. Quando ho iniziato a giocare lo parlavo poco, e fu dura quando dovetti parlare a 15.000 persone in Australia. Alla prima domanda che mi fecero, risposi con un "Ehhh…". E' un momento difficile, ci pensi già prima della partita. Però serve a imparare un'altra lingua, aspetto molto importante per la propria cultura personale".