McEnroe stavolta rimbrotta Wimbledon, il torneo che lo ha consegnato all’Olimpo del tennis mondiale
McEnroe stavolta rimbrotta Wimbledon, il torneo che lo ha consegnato all’Olimpo del tennis mondiale. Il motivo della querelle è ancora una volta legata al prize money e alla parità dei sessi. Secondo MacGenius non è giusto che ci sia disparità di trattamento economico tra Rogi, e Rafa e le loro colleghe in gonnella

Uno dei massimi esponenti del "nessuno me l’ha chiesto ma io lo dico lo stesso" è tornato a sentenziare e di conseguenza a far parlar di sé. Protagonisti John McEnroe e i montepremi di Wimbledon, che non sono parificati tra uomini e donne! Non è che all’All England Club si basino su idee folli, il ragionamento è semplice: giocano tre set, non cinque, perché pagarli uguali? "Lo so che la gente può pensare che le ragazze, soprattutto le migliori, hanno dei turni più semplici all’inizio del tabellone (osservazione che già di per sé potrebbe chiudere il dibattito n.d.r.) e che quindi non meritino gli stessi soldi" ha dichiarato sul numero di novembre di GQ, versione americana. "Probabilmente quando giocavo ero anche d’accordo con questo tipo di discorso ma non è questo il punto… non sempre la durata dei match è importante, sono andato a vedere il film King Kong, ma ero troppo lungo e quindi noioso: non sempre lungo è bello". Sorvolando sulla metafora, rivedibile, di Johnny Mac la conclusione è che, in questo tipo di ragionamento "la durata dei match non è rilevante".

In effetti Wimbledon è l’unico tra i quattro tornei dello Slam a pagare diversamente i vincitori a seconda del genere. Gli Us Open e gli Australian Open, numeri uno di emancipazione, elargiscono somme identiche per donne e uomini a prescindere dal turno raggiunto, mentre a Parigi si sono adeguati, e a malincuore vien da dire, solo per campione e campionessa: negli altri turni, dalla semifinale in giù, i mashcietti guadagnano meglio. McEnroe, come fece anni fa Billie Jean King, l’ha messa sul sociale dicendo che quello che viene trasmesso è un pessimo segnale verso la società. "Non stiamo discutendo del fatto che siano meglio i ragazzi o le ragazze, qui si tratta di far passare un messaggio di parità tra sessi" ha aggiunto il tre volte campione dei Championshis. "Io sono padre – quattro maschi e due femminucce – e da genitore credo che l’esempio che il tennis sta dando sia, eccezion fatta per Wimbledon, splendido. A differenza di qualsiasi altro sport, il tennis valorizza il contributo che anche le ragazze ci danno, questo è splendido".

A Londra solitamente non si fa troppo caso alle parole di un newyorchese, soprattutto se questi è troppo abituato a spararla grossa. Anche perché oggi come oggi sono tutti impegnati a riammodernare l’impianto principale, a dotare cioè il Tempio del gioco di un tetto retraibile in pieno stile australiano. Conoscendo gli inglesi le lacrime le riserveranno più che altro per questo, per un Centrale "diverso" rispetto alla tradizione, tanto cara ai sudditi di sua maestà, ma non certo per le parole, comunque pesanti, di uno dei più grandi del gioco.        

di Gabriele Riva