“Sento di poter fare meglio”: con queste parole, Venus Williams ha accolto una delle migliori prestazioni degli ultimi anni, in cui ha messo in un angolo Angelique Kerber (n.1 WTA), centrando la semifinale a Miami a sette anni dall'ultima volta. Non vince questo torneo dal 2001: se continua così, l'insaziabile Venere potrebbe azzeccare un record..

“Tennis stellare”. Hanno definito così, sul sito WTA, la prestazione di Venus Williams nei quarti del Miami Open, contro la numero 1 Angelique Kerber. Un 7-5 6-3 che fa abbozzare un ardito paragone tra Venus e Roger Federer, “vecchietti” ma sempre più forti e competitivi. Ma lei, oltre ad avere un anno in più, è stata vittima di guai fisici ben più gravi. Per questo, la semifinale azzannata a Crandon Park (si gioca stanotte alle 3, diretta SuperTennis) ha un gran valore. Nell'anno in cui ne compirà 37, Venus sembra forte come sedici anni fa, quando vinceva questo torneo in scioltezza. “E' stata una partita interessante – ha detto Venus – ero in controllo, ma ho commesso più errori di quanto volessi, e ho anche messo in campo poche prime. Guardo a quello che posso fare meglio. Per battere la numero 1 bisogna giocare bene”. L'ultimo scontro diretto era stata la semifinale di Wimbledon, in cui la tedesca si era imposta in due set. E quando ha brekkato in avvio, si è pensato che potesse ripetere la musica. Invece Venus ha trovato logica ed efficacia nel suo tennis aggressivo. Talmente aggressivo che ha costretto la Kerber a uscire dalla tana e prendere qualche rischio. I 59 colpi vincenti (32 Venus, 27 Angelique) danno l'idea della partita, vivace e interessante. “Venus è stata aggressiva sin dall'inizio, tirava fortissimo – ha detto la Kerber – forse oggi non mi sono mossa troppo bene e ho commesso qualche errore di troppo. Non è stata la mia miglior partita, ma lei ha meritato di vincere”.

SECONDA GIOVINEZZA
La tedesca ha giocato con orgoglio, cancellando quattro matchpoint (di cui tre con dritti vincenti) e sciupando qualche occasione nell'ultimo game (ad esempio, sparando una facile risposta in rete sul 15-30). Avesse trovato il controbreak, chissà…ma in semifinale ci va Venus, attesa da Johanna Konta. La britannica ha 11 anni meno di lei, ma viene da un match faticoso e giocato sotto il sole. Sarà il replay della finale di Stanford, giocata la scorsa estate, in cui si impose la Konta in tre set. “Per me sarà un'opportunità per giocare meglio di oggi. Ci sono alcune cose su cui mi piacerebbe lavorare”. Al di là dell'esito di questo torneo, quella di Venus è davvero da considerarsi una seconda giovinezza. E non c'è nulla di casuale: nel 2015 è tornata tra le top-10 dopo cinque anni, l'anno scorso ha ritrovato la semifinale di Wimbledon dopo sette, e in gennaio si è giocata l'Australian Open per la prima volta dopo la finale del 2003. Ma il match contro la Kerber, in effetti, sembra un coronamento. Con l'enorme asterisco della sorella, questa Venus parte favorita più o meno contro tutte. Intanto è di nuovo in semifinale nel torneo di “quasi” casa (“Credo che la maggior parte degli spettatori siano miei amici” ha detto) dopo sette anni. Dovesse vincere, sarebbe il cinquantesimo titolo in carriera e il quarto a Key Biscayne dopo quelli – tenetevi forte – colti nel 1998, 1999 e 2001.

WTA PREMIER MANDATORY MIAMI – Quarti di Finale
Venus Williams (USA) b. Angelique Kerber (GER) 7-5 6-3