Sarebbe curioso prendere dieci appassionati qualsiasi e chiedere loro quale sia il colpo più importante nel tennis moderno. Potrebbero arrivare numerose risposte diverse, ma c’è da scommettere che nessuno indicherebbe la seconda palla di servizio. Un aspetto che invece gli allenatori sottolineano spesso, confortati da un interessante studio pubblicato di recente dal sito ATP. Da quando nel 1991 le statistiche hanno fatto il loro esordio nel circuito, il tennis ha vissuto tanti cambiamenti. Dagli anni ’90 dei battitori e del serve&volley, al giorno d’oggi, in cui a rete non ci va (quasi) più nessuno e gli scambi sono molto più frequenti. Fissando come parametro per la resa con la prima di servizio l’80% di punti vinti, e per la resa con la seconda il 55%, il calcolo di Infosys (la società che cura i numeri per ATP) ha evidenziato come le due parabole viaggino in direzioni totalmente opposte. I giocatori capaci di tenere una media stagionale superare all’80% di punti con la prima, addirittura otto nel 1996, sono gradualmente calati, e dal 2000 in poi hanno raggiunto quota quattro solamente nelle ultime due stagioni. Al contrario, sono andati in costante aumento i tennisti capaci di chiudere l’anno con una media di almeno il 55% di punti vinti con la seconda.
Il calo della prima categoria è dato da tantissimi fattori, in primis il rallentamento delle superfici che dà più tempo al ribattitore, i nuovi materiali e la maggiore attenzione che viene data all’allenamento della risposta, ma è indubbio che il tennis stia ormai andando in un’altra direzione. Dal 1991 al 2002 i giocatori capaci di vincere oltre il 55% di punti con la seconda palla di servizio non sono mai stati più di tre, ma dal 2001 sono sempre almeno uno in più rispetto ai “big server”, e col tempo sono arrivati addirittura alla cifra record di 11, fatta segnare nel 2011 grazie a Ferrero, Federer, Delbonis, Nadal, Roddick, Djokovic, Isner, Del Potro, Tipsarevic, Ferrer e Robredo. Il fatto che nell’elenco ci fossero già tutti i migliori – tranne Andy Murray (che infatti ha nella crescita con la seconda una delle chiavi del suo miglioramento) – la dice lunga sulla rinnovata importanza di una buona seconda. Da allora, il dato si è sempre assestato intorno ai 10. Nel 2016 sono stati in 9, oltre il doppio dei 4 “over 80”. Il migliore con la prima è stato (guarda un po’) John Isner, con una media pari all’82.2%. I migliori con la seconda, invece, sono Novak Djokovic e Roger Federer (56.4). Ulteriore conferma di quanto una buona seconda valga molto più di una buona prima.