di Fabio Bagatella – foto Ray Giubilo
Correva l’anno 1934 quando lo scozzese Fred Perry vinceva il suo primo e unico Australian Open. Quasi ottant’anni dopo, Andy Murray, 22 anni da Dunblane, avrà la possibilità di riportare il vessillo britannico sul tetto di Melbourne Park: sconfitto in quattro set il sorprendente Marin Cilic frenato alla distanza da un calo fisico.
La superstar che ha sconfitto Nadal nei quarti di finale lascia il posto a un giocatore meno appariscente ma egualmente concreto che sfrutta la migliore condizione fisica. Cilic, giunto in semifinale con oltre otto ore in più di tennis sulle spalle, paga alla lunga le fatiche dei match precedenti. I 15.000 della Rod Laver Arena non possono comunque lamentarsi: tre ore di buon tennis e vittoria finale per chi in sostanza ne aveva di più. 3-6 6-4 6-4 6-2 lo score.
L’importanza della posta in palio si sente, giocatori contratti e molti errori in avvio di partita: Murray spreca due occasioni per il 2-0, Cilic quattro per il 3-2: alla quinta lo scozzese sbaglia abbondantemente col dritto consegnando il primo break all’avversario. Il 22enne di Dunblane fallisce tre opportunità per l’immediato controbreak (nella terza è il nastro ad aiutare in modo decisivo il croato), si demoralizza e perde il primo set 3-6 cedendo il servizio a zero. Archiviato un pesante parziale di 18 punti a zero dal 3-4 del primo set, Murray reagisce e si porta 3-2 con un break nel secondo set. Lo scozzese, per strappare finalmente il servizio all’allievo di Bob Brett, deve inventarsi uno strabiliante passante di dritto dopo che il pallonetto del croato sembrava vincente. E’ il momento di svolta dell’incontro, una grande iniezione di fiducia per lo scozzese che lo accompagnerà per tutto il resto del match.
Cilic è bravo a non arrendersi annullando quattro palle del possibile 2-5, Murray però non si scompone e chiude 6-4. Nel terzo set lo scozzese si porta subito 2-1 e servizio, Cilic recupera anche grazie a qualche “regalo” dell’avversario ma sul 3-3 nuovo e decisivo break per Murray che chiude 6-4 dopo aver fallito due set point sul 5-3. Lo scozzese, che fino a oggi non aveva ceduto neppure un set, appare più fresco e in spinta mentre il croato risente sempre più per l’affaticamento delle due settimane (cinque set contro Tomic, Roddick e Del Potro). Il servizio, che aveva salvato a più riprese Cilic, non funziona più a dovere, la sua incisività da fondo diminuisce, anche la mobilità non è più la stessa. Sull’1-1 del quarto parziale, Cilic perde il servizio da 40-15 infilando un errore dietro l’altro (alla fine saranno ben 54, contro i soli 29 dell’avversario) e chiudendo con un doppio fallo. Murray vola 3-1 e il croato subisce un altro break da 40-15. Le gambe del 21enne di Medjugorje non si piegano più, lo scozzese chiude in scioltezza 6-2 dopo aver regalato ai suoi numerosi fan un incredibile passante di dritto giocato praticamente in tribuna.
Per Marin Cilic sfuma il sogno della prima finale in uno Slam. Il croato esce comunque tra gli applausi della Rod Laver Arena: ha superato due top ten (Del Potro e Roddick), ha giocato alla pari per due set contro un Murray in gran spolvero cedendo solo alla distanza quando il fisico non l’ha più supportato. Andy Murray conferma quanto di buono ha fatto vedere fino a ora. Il calo di Cilic a partire dal terzo set lo ha certamente aiutato ma allo scozzese va dato il merito di aver mantenuto i nervi saldi dopo le tante occasioni perse nel primo set per poi alzare progressivamente il suo livello di gioco fino al trionfo conclusivo. Il 22enne di Dunblane raggiunge dunque l’ultimo atto dell’Australian Open lasciando per strada solo un set (che forse con maggior attenzione avrebbe potuto anche evitare). I possibili avversari (Federer o Tsonga) sono avvisati…
© 2010 “Il Tennis Italiano” – Tutti i diritti riservati