WTA CHAMPIONSHIPS. La leadership mondiale infonde coraggio e fiducia a Vika Azarenka, che riprende un match quasi perso contro la Kerber. Finisce 6-4 al terzo dopo oltre tre ore.
Nel suo secondo match, Victoria Azarenka affronterà Serena Williams
Di Riccardo Bisti – 25 ottobre 2012
Istanbul offre una splendida cornice, ma i primi quattro match dei WTA Championships si erano risolti senza sussulti né spettacolo. Mancava una partita che esaltasse il pubblico del Sinan Erdem, impianto bello, capiente e ben frequentato. I turchi non sono famosi per il loro sangue freddo, ma se non sapessimo dove si gioca…potremmo tranquillamente pensare a un bel palazzetto del nord Europa. Dicevamo: finalmente la gente si è divertita. Il merito è di Victoria Azarenka e Angelique Kerber, autrici di un match bellissimo, durato oltre tre ore e pieno di colpi di scena, senza peraltro mai avere cali di spettacolarità. Dopo 94 colpi vincenti (49 la tedesca, 45 la bielorussa), si è imposta la numero 1 con il punteggio di 6-7 7-6 6-4. E’ stata la partita dei “se”. Se la Azarenka fosse stata quella di 12 mesi fa, avrebbe perso in due set. Se non fosse stato il Masters, la Kerber sarebbe crollata nel terzo dopo aver avuto due matchpoint. Invece nessuna delle due voleva perdere. Risultato? Match divertente, anche se un po’ monotono sul piano tecnico-tattico. Ma non potevamo attenderci nulla di diverso da due picchiatrici senza particolare raffinatezza tecnica. La Kerber, in particolare, sembra uscita da un videogioco. Ma non dalla Playstation. Sembra uscita da una console anni 80, dove i tennisti avevano movimenti robotici, per nulla realistici ma molto efficaci. Con il suo Stile-Robocop, è arrivata da un punto dall’impresa.
In tre ore ci sono tanti ribaltamenti di fronte. La Kerber è stata magnifica nel tie-break del primo, in cui ha cancellato sei setpoint (di cui quattro consecutivi) prima di chiudere 13-11. Il secondo è stato un’altalena: Azarenka avanti di un break, ripresa e incapace di strappare il servizio alla tedesca sul 4-4, al termine di un game-maratona in cui ci sono state nove parità. Sotto 4-5, ha annullato due matchpoint con grande coraggio. Non siamo ai livelli della risposta vincente tirata da Djokovic allo Us Open 2011 contro Federer, ma poco ci manca. La bielorussa ha poi dominato il tie-break, facendo pensare a un comodo terzo set. Invece la Kerber ha rimontato per due volte un break di vantaggio, ma il cervello le si è sciolto nell’ultimo game, quando ha commesso un paio di errori che le sono stati fatali. Ci siamo divertiti perché entrambe hanno giocato a viso aperto, utilizzando ogni centrimetro del campo. Sorprendenti alcune smorzate della Kerber. Ai punti, forse, avrebbe meritato la tedesca (supportata da un clan di sette persone, tra cui coach Torben Beltz e la capitana di Fed Cup Barbara Rittner). Ma la Azarenka – a differenza di alcune colleghe del passato – ha tratto forza dallo status di numero 1. La leadership le ha regalato fiducia: non si demoralizza quando sbaglia e sente di potercela fare, sempre. Per questo la vittoria è legittima, anche se parte sfavorita contro Serena Williams. “La inseguirò ovunque fino a quando la batterò” ha detto qualche settimana fa, dopo l’ennesima sconfitta. Saremmo sorpresi se la vittoria tanto attesa dovesse arrivare proprio nel round robin di Istanbul 2012. Ma nel tennis non si sa mai.
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