Nadal ha perso una sola partita a Monte Carlo. Era il 2003 quando si arrese negli ottavi a Guillermo Coria. Da allora 37 vittorie consecutive: oggi va a caccia dell’ottavo titolo di fila.
Un giovanissimo Rafael Nadal, quando il suo corpo viaggiava a "mille giri al minuto"
Di Riccardo Bisti – 18 aprile 2012
Quello tra Rafael Nadal e il torneo di Monte Carlo è un rapporto davvero speciale. Il bilancio parla di 39 vittorie e una sola sconfitta, “ripulita” da 37 vittorie negli ultimi 37 match. Rafa vince ininterrottamente dal 2005 e quest’anno va a caccia di un ottavo successo che sarebbe clamoroso. C’è qualche incertezza per le sue condizioni fisiche, ma se si è presentato significa che è in grado di giocare. E poi, come accade ai grandi campioni, è in grado di trovare la condizione durante il torneo. Ma dovrà essere una grande condizione perché quest’anno potrebbe imbattersi in Novak Djokovic, da cui ga perso gli ultimi 7 scontri diretti, altrettante finali che hanno impedito allo spagnolo di superare quota 50 successi (attualmente è fermo a 46). L’avventura monegasca di Nadal partirà da Jarkko Nieminen, non un grosso ostacolo, poi negli ottavi avrà il vincente di Kukushkin-Volandri e nei quarti il primo test impegnativo contro Nicolas Almagro. Alla vigilia dell’esordio, tuttavia, vale la pena ricordare l’unica sconfitta di Rafa nel principato. Risale al 2003, quando si spinse fino al terzo turno prima di perdere con Guillermo Coria, all’epoca il più forte di tutti sulla terra battuta. C’era anche Juan Carlos Ferrero (che poi avrebbe vinto il Roland Garros), ma in quel momento Coria gli stava davanti. Ed è stato uno dei più insidiosi avversari di Rafa nei primi anni di carriera. Indimenticabile la finale di Roma 2005, in cui l’argentino arrivò ad un passo dal titolo salvo poi arrendersi dopo 5 ore e 14 minuti.
Nell’aprile 2003 il Principe Ranieri era ancora vivo, Roger Federer non era ancora numero 1 del mondo e la casellina di Slam vinti era ancora a quota zero. Novak Djokovic ed Andy Murray giocavano ancora i tornei giovanili. Rafa aveva un anno più di loro, ma era già un predestinato. Si parlava di lui già da tempo, poi aveva avuto un picco di popolarità quando aveva massacrato Pat Cash in un’esibizione a Palma de Maiorca (doveva giocare Becker che diede forfait, allora l’ex campione di Wimbledon trovò “un ragazzino del posto”. Pensava a quanti game fargli fare, ma capì ben presto che il problema, semmai, riguardava Nadal). “Nel 2003 è un adolescente ansioso, iperattivo, il motore girava a 1000 giri al minuto anche in allenamento” ricorda Rafa nella sua autobiografia. Prima di arrivare al match contro Coria, il giovane Nadal dovette vincere quattro incontri. Dopo aver superato le qualificazioni, battè Karol Kucera sul campo 2. Il suo dritto non impressionava per velocità, ma pesava già una tonnellata. Lo slovacco ci capì poco e nulla. Al secondo turno, ecco la sorpresa: mise KO Albert Costa, campione in carica del Roland Garros. Negli ottavi, ecco la sfida contro il guizzante argentino, soprannominato “El Mago”. Chi era sul posto, ricorda che Rafa appariva stanco, provato sia fisicamente che mentalmente dai match precedenti.
Il primo set, tuttavia, si spinse fino al tie-break. Coria era teso, giocava con il terrore negli occhi. Era insicuro, perché non sapeva quasi nulla del suo avversario. Non conosceva i suoi punti deboli, la sua tenuta mentale…niente di niente. A fine partita, disse: “Non sentivo bene il mio gioco. Non sapevo esattamente quale tattica adottare contro di lui. Per fortuna ho vinto il tie-break, e nel secondo set ero molto più rilassato. Alla sua età, io giocavo i tornei giovanili”. Un’ammissione, quasi un’incoronazione preventiva. Finì 7-6 6-2 per Coria, ancora oggi l’unica sconfitta monegasca di Nadal. Sembra incredibile. In quella primavera, lo spagnolo giunse a ridosso dei top 100, ma poi arrivarono i problemi. Il suo corpo di adolescente faticava a tenere i ritmi imposti da una mente già adulta, così arrivò un infortunio alla spalla che gli impedì di giocare il Roland Garros (ma non Wimbledon, dove arrivò al terzo turno). Poi, l’anno successivo, la frattura da stress al piede gli fece perdere tutta la stagione sulla terra battuta. Nessun problema: nel 2005, ancora 18enne, vinse due tornei in Sudamerica, mise paura a Federer a Miami e poi colse proprio a Monte Carlo il suo primo Masters 1000, battendo in finale lo stesso Coria. L’argentino gli stette dietro per un paio di mesi, poi intraprese rapidamente la strada verso un prematuro ritiro. Nei giorni in cui Coria diventa padre per la prima volta, Nadal va a caccia dell’ottavo titolo a Monte Carlo. 37 vittorie dopo, sarebbe l’impresa più difficile, e per questo la più bella.
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