WIMBLEDON. A 13 anni dalla clamorosa semifinale del 1999, la croata elimina Marion Bartoli e vola al terzo turno, dove se la vedrà con la nostra Roberta Vinci. La sua storia è la sceneggiatura di un film.
Mirjana Lucic ha giocato la semifinale a Wimbledon nel 1999
 
Di Riccardo Bisti – 28 giugno 2012

 
L’ultima volta che aveva raggiunto il terzo turno in uno Slam era il 2001. Mirjana Lucic era ancora una teenager, cucciolo di campionessa pronta a emergere. Ma papà Marinko aveva deciso, anni prima, di sfogare la sua frustrazione su di lei. L’ha picchiata la prima volta a 5 anni di età, raggiungendo il picco qualche anno dopo, quando la colpì per 40 minuti con una vecchia scarpa Timberland. Nella sua lucida follia la colpiva solo in alcune zone intorno al collo, in modo che i lividi non fossero visibili. E pazienza se la piccola Mirjana non poteva lavarsi i capelli per una settimana. Dopo quella razione di scarpate, Marinko le diede qualche soldo e le disse di andarsi a comprare un gelato. Oggi ha 30 anni e la sua foto sul sito della WTA la fa sembrare una diva del cinema. Di certo non ha voglia di parlare del passato. Le dà fastidio, vuole concentrarsi sul futuro. Ma la sua storia non può né deve essere dimenticata. A 16 anni, insieme alla mamma e ai quattro fratelli, è scappata in piena notte per fuggire dalla follia del padre. E’ stata aiutata persino da Goran Ivanisevic, poi si è trasferita negli States dopo 19 giorni di nascondiglio. Era finita sulle prime pagine dei giornali, ma voleva solo scappare via e dimenticare. L’anno dopo volò in semifinale a Wimbledon. Di anni ne sono passati altri 13, e Mirjana è di nuovo la protagonista del giorno. Con un perentorio 6-4 6-3 ha scaraventato fuori da Church Road Marion Bartoli, finalista nel 2007 e una delle migliori erbivore. La francese aveva una motivazione extra, perché tra un mese non potrà tornare su questi campi per giocare le Olimpiadi. La federtennis francese le ha sbattuto la porta in faccia per il suo atteggiamento verso la Fed Cup. E allora voleva fare grandi cose ai Championships, lei che è stata abituata al tennis ping-pong sin da bambina da papà Walter, non certo un violento ma di sicuro un altro personaggio particolare.
 
A suon di catenate da fondocampo, la Lucic ha concesso poco alla francese e si è imposta con il punteggio di 6-4 6-3. Faceva quasi impressione vederla battersi il pugno sul petto. Ma un’impressione positiva. Significa che si è messa alle spalle le turbe adolescenziali anche grazie al marito, un imprenditore italiano di nome Daniele Baroni. I due stavano insieme da 5 anni quando si sono sposati lo scorso 15 novembre a Sarasota. E poco importa se i risultati non sono sempre straordinari. Nel 2012 ha dovuto aspettare fino ad aprile per vincere due match di fila. Ma a Wimbledon ha azzeccato la migliore partita della sua seconda carriera, anche se lei ama dire che “Non mi sono mai ritirata. Semplicemente ho aspettato che arrivasse il mio momento”. Ha aspettato 4 anni, in cui i suoi parenti cercavano di nasconderle il telecomando quando in TV passavano i tornei del Grande Slam, soprattutto Roland Garros e Wimbledon. Non aveva soldi neanche per un pulmino, ridotta sul lastrico da una causa intentata da IMG: l’accusavano di rovinarsi la carriera con i medicinali, lei ha sempre sospettato che dietro quell’azione ci fosse il padre. Piangeva e cercava di consolarsi guardando i documentari su History Channel. Una passione viva ancora oggi, tanto che a Wimbledon le hanno chiesto che cosa avrebbe fatto se non fosse diventata una tennista: “Avrei fatto l’archeologa. Amo la storia e l’archeologia ed è qualcosa che porterò avanti anche dopo il ritiro”. Lo dice con gli occhi vispi dietro un paio di occhiali da vista che la fanno assomigliare a Mary Pierce, altro grande personaggio che ha saputo venir fuori da una situazione familiare molto difficile.
 
Adesso che i fantasmi sono passati, la croata griffata Lotto punta con decisione al match contro la nostra Roberta Vinci. Da una parte l’azzurra, desiderosa di raggiungere per la prima volta gli ottavi di uno Slam. Dall’altra una giocatrice che ha visto la seconda settimana di uno Slam soltanto una volta, in quel magico Wimbledon 1999 quando battè anche Monica Seles. Da allora, il suo palmares è pieno di caselline vuote che certificano un assenza durata oltre 4 anni. Sarà un match difficile da pronosticare e da approcciare sul piano emotivo. Sostenere l’azzurra o la fiaba che diventa realtà? L’unica certezza è che le due si sono trovate l’anno scorso a Birmingham (sempre sull’erba) e fu battaglia furibonda, vinta dalla Lucic con il punteggio di 6-7 7-6 7-5. Comunque vada, l’esempio della Lucic è bello e splendente. Il tennis le ha salvato la vita, il tennis è vita.