Prendendo spunto dal furto dell’orologio di Nadal (poi recuperato), un editorialista spagnolo denuncia i privilegi della “casta” degli sportivi. Secondo noi ha sbagliato bersaglio.
Rafael Nadal gioca sempre con un “Richard Mille” al polso
Di Riccardo Bisti – 18 giugno 2012
“La Opinion de Malaga” è un giornale andaluso nato nel 1999. Con i suoi 70 dipendenti svolge un ottimo lavoro, concentrandosi soprattutto sulla cronaca locale. Tra i suoi giornalisti c’è Jesus Aguado, editorialista che ogni settimana tiene una rubrica. Nel numero di questa settimana ha discusso del furto dell’orologio Richard Mille patito da Nadal subito dopo la vittoria al Roland Garros. Un orologio dal valore di 350.000 euro. Tramite la sua rubrica “A Media Voz”, il poeta, traduttore e antologo spagnolo se l’è presa con i vantaggi della casta degli sportivi. Dice cose giuste, anche se Nadal non è esattamente l’esempio di ricco viziato che ostenta ricchezze e virtù. Ma la conclusione non ci trova d'accordo. Ecco la traduzione integrale.
Mi piace Rafael Nadal. E' un vincitore tutt'altro che arrogante. E mi piace che vinca i tornei di tennis nel modo in cui lo fa, ovvero con determinazione, intelligenza e semplicità. In questo senso, si può dire che sia un buon esempio per tutti quelli, bambini e adulti, che guardano a lui per modellare valori e comportamenti. Non si può dire lo stesso per gran parte dei vincitori, che spesso rinfacciano a tutti gli altri la loro possibilità di diventare ricchi, l'importanza che si danno, la sfrontatezza, la superficialità e la mancanza di sensibilità sociale. Nadal, a prescindere dal fatto che è spagnolo (ma a me non importa: mi piacerebbe anche se fosse bielorusso) vive con sensatezza (non conosco la sua vita priva nè mi interessa, dunque non so se è sensata) e trasmette messaggi corretti nel modo giusto, il minimo che dovrebbe fare chiunque diventa un personaggio di pubblico spettacolo e vive di questo. Quindi, nessuna obiezione.
Ma Nadal ha un orologio che rovina tutto. Un orologio di cui siamo venuti a conoscenza perchè la scorsa settimana gliel'hanno rubato a Parigi, ma che la polizia è stata in grado di recuperare in poche ore. Un orologio di una marca esclusiva che è stato fabbricato in sole 50 unità, del valore di 350.000 euro ciascuno. Il produttore-designer, che vive in uno splendido castello francese, intascherà 17 milioni e mezzo al netto delle spese una volta che li avrà venduti tutti. Molte persone che vivono nel nostro paese, tra i fortunati che hanno ancora un lavoro, impiegheranno più di 30 anni per guadagnare 350.000 euro. E guadagnare non comporta il fatto che dopo 30 anni potranno comprare l'orologio, perchè avranno speso lo stipendio per soddisfare i bisogni di prima necessità. Io stesso dovrei scrivere questa rubrica settimanale per 10.000 anni per raggiungere questa cifra astronomica. 350.000 euro sono la cifra che un pensionato medio incasserebbe in 50 anni.
Sappiamo che i ricchi hanno molto denaro e lo possono spendere come vogliono. E sappiamo che l'industria del lusso è l'unica che cresce in tempi di crisi. Sappiamo anche che, in modo indiretto e incosciente, in molti casi contribuiamo alla ricchezza dei ricchi, anche solo accendendo la TV per guardare il Roland Garros, una gara di Formula 1 o una partita degli Europei di calcio. Questi signori incassano una quota del business generata proprio grazie a noi. E sappiamo che alcuni di loro, come lo stesso Nadal, perchè ne sentono il bisogno o perchè sono consigliati da qualcuno, fanno importanti donazioni a cause umanitarie. Suppongo che questo li farà sentire in pace con i loro conti correnti. Sappiamo queste cose, ma non è abbastanza. Non sono tempi giusti affinchè i ricchi ostentino la loro ricchezza. Da dovunque arrivi, è sempre immorale. La ricchezza smisurata è assassina, schiavizzante, bugiarda, disumanizzante. Dovrebbe essere proibita, non solo in tempi di crisi come gli attuali. L'orologio di Nadal dovrebbe essere proibito. Altrimenti, che proibiscano il tennis.
Detto che gli orologi Richard Mille sponsorizzano Nadal da oltre un anno e mezzo (e quindi tutti gli appassionati lo sapevano), è normale che Rafa utilizzi un prodotto di cui è testimonial. L’accordo prevede di indossarlo, e va benissimo così. Se sponsorizzasse una marca di orologi da 20 euro, indosserebbe quelli. E per il furto, che doveva fare? Lasciar correre e lasciare che l’addetto dell’hotel si arricchisse rivendendolo a qualche ricettatore, in una moderna versione di Robin Hood? No, non ci siamo. E’ vero che gli sportivi hanno dei privilegi impressionanti, ma se c’è una categoria dove vige il merito, beh, è proprio quella dei tennisti. Nel tennis guadagni solo se sei forte, altrimenti rischi addirittura di andare in passivo. Su TennisBest lo abbiamo raccontato più volte, portando cifre, nomi e storie. Quindi, l’abolizione invocata a fine articolo non ha ragione di esistere. Aguado pensa che l’industria del lusso debba essere calmierata, e su questo potrebbe avere ragione, soprattutto di questi tempi. Ma, per favore, lasci in pace i tennisti. Se c’è qualcuno che merita di essere arrivato lassù, ben, è proprio Rafa Nadal. E il solito discorso vale per Roger Federer, Novak Djokovic e gli altri top players. Il problema del tennis sta in una scorrette distribuzione dei montepremi. E’ lì che si dovrebbe intervenire.
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