Con un’altra partita da infarto, Paolo Lorenzi si prende la seconda finale ATP in carriera. Kitzbuhel gli darà il best ranking, forse la leadership italiana. L’ultimo avversario è Nikoloz Basilashvili, giocatore imprevedibile che però è in gran forma. Il tutto sarà reso ancora più difficile dalle 6 ore passate in campo negli ultimi due giorni.

Paolino la voleva. La voleva a tutti i costi. Alla fine se l’è presa, con quel coraggio così poco italiano che ne ha contraddistinto tutta la carriera. E poi c’è la capacità di vincere tutte le partite “possibili”, quelle in cui parte favorito. E così Paolo Lorenzi giocherà la seconda finale ATP in carriera, due anni e mezzo dopo quella di San Paolo, persa per un soffio da Federico Delbonis. Stavolta parte favorito: anzi, non poteva chiedere di meglio. Neanche nei sogni più arditi avrebbe potuto immaginare di affrontare Nikoloz Basilashvili in una finale ATP. Invece sarà così nel sabato di Kitzbuhel, unico dei quattro tornei della settimana ad anticipare la finale perché tiene conto dell’imminente Masters 1000 di Toronto. Dopo che il georgiano (primo giocatore del suo paese a raggiungere una finale ATP, non c’era riuscito neanche Irakli Labadze) aveva lasciato quattro giochi a Dusan Lajovic, il senese ha giocato una partita delle sue. Coraggio, lotta furibonda, sudore, fatica e tempistiche irrazionali. 2 ore e 52 minuti per un match chiuso in due set sono una tempistica illogica, quasi incredibile. E poi i matchpoint sciupati. Sembrava una maledizione, una rebus irrisolvibile, un labirinto senza uscita. Lorenzi ha avuto bisogno di 13 matchpoint (sì, proprio tredici!) per alzare le braccia al cielo e alzare ulteriormente l’asticella dei propri limiti. Con questa finale sfonderà il muro dei 1.000 punti ATP ed è già certo di salire al numero 45 ATP. Per la leadership nazionale, i conti li faremo a fine settimana. Paolo si è imposto con un doppio 7-6, ma è successo davvero di tutto. Nel primo set è finito in svantaggio 5-2, poi 5-3 e 40-0 sul servizio di Melzer, ma ha rimesso in piedi la partita dopo ben cinque palle break. In qualche modo, il set si trascinava al tie-break e Paolo faceva valere tutta la sua esperienza. Partita finita? Manco per sogno. Troppo ghiotta, per il Melzer minore (supportato in tribuna de Jurgen), la chance di giocarsi una finale ATP in casa.


Come se non bastasse la trama disegnata dai due, sul 4-3 arrivava un acquazzone a sospendere la partita. Al rientro, Lorenzi sciupava sei matchpoint sul 5-4 con un Melzer che mostrava un funambolismo inedito, sorprendente. Non ne voleva sapere di perdere. 5-5, poi 6-6, poi tie-break infinito. Lorenzi sciupava la bellezza di altri sei matchpoint (peraltro annullando due setpoint che avrebbero candidato questa partita a una delle più lunghe di sempre al meglio dei tre set), ma il ventottesimo punto era quello buono. Inutile dire che un successo di Paolo sarebbe un premio (meritato) alla carriera. Paolo lo sa, ma il match contro Basilashvili è molto scivoloso. Vuoi perché arriva da sei ore di tennis negli ultimi due giorni, vuoi perché sentirà quel briciolo di pressione di chi sa che potrebbe essere l’ultima occasione. Numero 123 ATP, il georgiano ha 24 anni e quest’anno si era parlato di lui all’Australian Open, dove aveva avuto l’onore di giocare contro Roger Federer. E’ il classico giocatore da alti e bassi: nel 2016 si è aggiudicato un paio di challenger a Guangzhou ed Heilbronn, ma ha anche raccolto diverse sconfitte al primo turno. Senza dimenticare una sconfitta fuori da ogni logica contro il 18enne Sigsgaardm senza classifica ATP, nella batosta di Coppa Davis contro la Danimarca. Sarà il primo scontro diretto tra i due e non c’è da aspettarsi una bella partita. La posta in palio, in termini di soldi e di punti ATP, è davvero altissima. Lorenzi lo sa, così come sa che vincere un torneo ATP con un tabellone da Challenger è un fatto più unico che raro. Speriamo che il suo fisico d’acciaio resti integro per altre 24 ore….


Nikoloz Basilashvili (GEO) b. Dusan Lajovic (SRB) 6-3 6-1
Paolo Lorenzi (ITA) b. Gerald Melzer (AUT) 7-6 7-6