Paolo gioca un ottimo match contro Cilic cedendo al quinto set dopo quasi quattro ore. Avrà fatto bene capitan Barazzutti a schierare il senese, e non Bolelli, in sostituzione di Fognini? dalla nostra inviata a Torino, ROBERTA LAMAGNI

dalla nostra inviata a Torino, Roberta Lamagni – foto Ray Giubilo

Sono passate le 22 di venerdì, il Palavela di Torino ha da poco spento le luci e svuotato la pancia. Il day one di Italia-Croazia, primo turno del World Group di Coppa Davis, si è concluso in parità.

1-1: sconfitta di Lorenzi nel primo incontro contro Cilic e vittoria di Seppi su Dodig.

Il risultato era facile prevederlo. Sui modi, dopo il forfait di Fognini per ko influenzale, ci prendiamo libertà di parola.

La questione è una sola: Lorenzi schierato in sostituzione di Fognini costretto a letto da un virus. Lorenzi e non Bolelli, dunque.

Chiariamo subito: non vogliamo in questa sede dar ragione o torto ma tentare di argomentare la scelta e quello che ne ha comportato.

Perché il dubbio di chi avrebbe preso il posto del numero due azzurro aveva fin dal sorteggio di giovedì alimentato qualche discussione.

Meglio schierare Simone Bolelli, n.80 Atp, giocatore che secondo gli addetti ai lavori è a livelli di forma notevoli – pare che negli allenamenti di questi giorni abbia “regolato” Seppi senza particolari difficoltà -, o Paolo Lorenzi, n.61 quindi “preferito” dalla carta.

Prima che il match iniziasse in tanti avrebbero puntato sul bolognese, almeno così ci è giunto all’orecchio. “Perché ha un tennis brillante, perché può essere imprevedibile – anche se negli ultimi tempi, ahinoi, lo è diventato sempre meno – perché è un giocatore da palcoscenico, che si esalta quando c’è il pubblico a sostenerlo. Forse con Bolelli avremmo potuto sperare al miracolo…”

In pochi, credo, contavano sulla conquista del primo punto contro il n.13 al mondo. I match da vincere, in un calcolo banale ma realistico, sono i due singolari contro Dodig e il doppio.

La scelta di Lorenzi era la meno attaccabile e, a match concluso, si è rivelata anche la più sensata.

Dopo un primo set da paura – 61 Croazia in 32 minuti – il senese si è sciolto, ha iniziato a servire con ottima continuità, potenza e precisione. Ha pedalato molto, è vero, ma ha anche sfiancato l’avversario, distraendolo dalla linea di fondo con un’infinità di smorzate.

Con molta testa e gambe si è portato addirittura avanti di un set e ha costretto Cilic, nel secondo e terzo parziale quasi straniato, a uno sforzo mentale e fisico non indifferente.

La partita è durata 3 ore e 43 minuti, non poche per un giocatore che, da colonna portante della squadra, si troverà costretto a scendere nuovamente in campo in doppio. Contro una formazione, la nostra, che al momento potrebbe ancora includere Fognini e senza dubbio un riposato Bolelli.

Lorenzi ha fatto più di quanto gli fosse richiesto a inizio giornata e per un attimo ha persino illuso di poter fare di più. Ci ha creduto: “Nel quinto mi sono sentito molto stanco ma anche lui lo era, quindi speravo di farcela. Ho dato il massimo, credo sia stata una delle mie più belle partite e sono soddisfatto perché giocare in Davis è sempre un’emozione incredibile”.

La squadra ringrazia, per il momento, e aspetta di poter contraccambiare con una vittoria nel doppio.

Naturalmente ce lo auguriamo, ma nel caso dovesse andare male… speriamo che Andreas, domenica, possa sentire dal campo l’aiuto concreto del compagno Lorenzi. Oggi, Paolo, ha lavorato anche per lui.