Mezza impresa di Paolino Lorenzi: al Sydney International estromette il n.1 del tabellone Albert Ramos, ritrovando la tempra dell'anno scorso. Ottimo esordio stagionale per Fabio Fognini, che mette in mostra sicurezze importanti contro Dolgopolov. E adesso il tabellone non è proibitivo…

Otto sconfitte di fila avevano fatto lampeggiare l'allarme. Raggiunti i 36 anni di età, Paolo Lorenzi aveva forse finito la benzina? Il senese aveva iniziato il 2018 con una sconfitta a Doha, ma due belle vittorie al Sydney International hanno allontanato i timori. Sul campo intitolato a Ken Rosewall, è tornato il Lorenzi pugnace che ha fatto innamorare gli appassionati. Prima ha superato un avversario ostico come Jordan Thompson, poi ha raccolto un mezzo exploit contro la prima testa di serie, Albert Ramos Vinolas, numero 23 ATP. Sette anni più giovane di Lorenzi, era all'esordio nel torneo in virtù di un “bye” al primo turno. Paolo ha giocato la partita che preferisce: lunghi scambi, pazienza mista a coraggio. Dai e dai, ha pagato nel 6-3 7-5 che lo spinge nei quarti, peraltro in un tabellone tutt'altro che irresistibile. Se la vedrà con Daniil Medvedev in un classico scontro generazionale. “Oggi ho giocato davvero bene, ci sono stati game molto duri, soprattutto alla fine di entrambi i set – ha detto Lorenzi – sono felice di come ho giocato”. L'intervistatore gli ha ricordato la sua longevità, il rimanere così competitivo a 36 anni compiuti. “Devo ringraziare il mio allenatore e il mio preparatore atletico – ha sorriso Lorenzi – da allora, grazie a loro, ho preso a giocare sempre meglio. Giocare fino a 40 anni? Sarebbe stupendo, dipenderà da come reagisce il fisico. Vediamo come starò l'anno prossimo, ma intanto è bello essere qui”. Contro Ramos non ha mai sofferto granché, tanto da essere avanti 4-2 negli scontri diretti: riesce spesso a farlo giocare con il rovescio grazie a un pesante dritto incrociato. Qualche discesa a rete, mischiata addirittura ad alcune palle corte, ha fatto il resto. Va detto che lo spagnolo ha chiesto l'intervento del fisioterapista sul 2-1 nel secondo set per un problema alla caviglia destra, ma ha giocato senza apparenti problemi.

UN FOGNINI CHE PIACE
La bella giornata azzurra è stata completata da Fabio Fognini. Al di là della classifica, non partiva favorito contro Alexandr Dolgopolov. Vuoi perché ci aveva perso 5 volte su 6 (l'unico successo risaliva al Challenger di San Remo di 11 anni fa), vuoi perché l'ucraino era al quinto match stagionale, mentre Fabio era all'esordio assoluto. Lo ha patito nel primo set, poi però ha mostrato una prestazione incoraggiante, fino a sigillare il 3-6 6-3 6-4 finale. Nell'anno dei 31, non ci aspettiamo chissà quale cambiamento nella condotta di Fabio, ma il 2018 si presenta con almeno due buone premesse: in primis, l'assenza di grosse aspettative. Fabio ha effettuato la preparazione invernale in santa pace, senza problemi fisici né attese particolari. E ha lavorato molto bene. In secundis, il 2018 può essere l'anno del raccolto dopo la semina del 2017 insieme a coach Franco Davin. L'argentino è con lui a Sydney e lo scorso anno ha effettuato un piccolo capolavoro nel restituire forma e motivazioni a Fabio, che si era un po' distratto per le faccende extra-tennistiche (matrimonio, figlio…). Il primo match ha lasciato sensazioni positive. Fognini è tecnicamente a posto e atleticamente tirato a lucido. Dolgopolov poteva innervosirlo, ma lui ha giocato con estrema attenzione fino all'ultimo punto. In particolare, è stato molto bravo nel terzo set: preso un break di vantaggio in avvio, non ha più corso rischi e anzi è stato impeccabile nell'ultimo game: sotto 0-15, ha infilato quattro punti consecutivi, conquistandone un paio a rete. Notevole, davvero, la volèe di dritto in allungo che lo ha portato sul 40-15. Con Fognini bisogna sussurrare e mai urlare, ma se va avanti così potrebbe davvero farci divertire, magari già a partire dall'Australian Open. Nei quarti sfiderà Adrian Mannarino, contro cui è sotto 2-1 nei precedenti (2-0 sul cemento). Ma con Dolgopolov era messo anche peggio…