Il 2016 di Paolo Lorenzi è stato un concentrato di prime volte. Primo titolo ATP, ingresso fra i primi 40 del mondo, prima volta al terzo turno in uno Slam, e tanti altri risultati mai raggiunti prima. Tuttavia, restano un tabù gli ottavi di finale in un Masters 1000, mai raggiunti in venticinque partecipazioni. Poteva acciuffarli all’ultima occasione dell’anno, sul cemento indoor di Parigi Bercy, dove il duello con Pablo Cuevas non pareva proibitivo. Invece, lo è stato per un Lorenzi quasi irriconoscibile, ben lontano dal livello mostrato per buona parte dell’anno. Evidentemente, al settimo torneo consecutivo il numero uno azzurro è rimasto completamente a corto di energie, cadendo per 6-1 6-2 senza mai dare il minimo segnale di reazione. Nemmeno coach Claudio Galoppini o Corrado Barazzutti, seduti nel suo players’ box sul Campo 1, hanno provato a scuoterlo, a dirgli qualcosa, a incitarlo. Probabilmente hanno capito subito che non era giornata: è bastato un primo set da 5-0 immediato e 19 minuti in tutto, con un solo giocatore in campo, per dire come sarebbe andata a finire, e il secondo parziale ha confermato la sensazione. “Paolino” ha provato a fare qualcosa in più, ma a Cuevas riusciva tutto, tanto da chiudere con 25 colpi vincenti (e Carlos Moya, in tribuna a seguire il prossimo avversario del suo Milos Raonic, può iniziare a preoccuparsi) mentre lui faticava a costruire il suo gioco classico. Ha trovato pochissimo (e male: 0 punti su 4) la via della rete, ha raccolto meno del solito dal servizio e ha sbagliato sempre per primo nello scambio prolungato, finendo per arrendersi in appena 52 minuti: la sconfitta più rapida della sua stagione.
VACANZE, NOZZE E NIENTE LIMITI PER IL 2017
In tutto il match Lorenzi ha visto giusto una palla-break, nell’ultimo game, quando a missione ormai compiuta Cuevas si è permesso il lusso di rallentare il passo, incappando in un paio di errori che gli sono costati il 30-40. Ma la chance è arrivata talmente a sorpresa che l’azzurro non si è fatto trovare pronto, e l’ha mancata decidendo di tirare al corpo un passante tutt’altro che impossibile. Cuevas ha fatto buona guardia a rete, ha risposto con la volèe vincente e chiuso il match un attimo più tardi. In condizioni normali quella rimediata da Lorenzi sarebbe una sconfitta da dimenticare alla svelta, ma a fine stagione non c’è da farne un dramma. Altrochè. Dispiace solo che “Paolino” abbia chiuso il suo anno migliore col match peggiore, ma visto quanto ha raccolto nel corso del 2016 può tranquillamente metterci una pietra sopra, mentre rientra a Siena con la fidanzata Elisa, prima di partire per le vacanze e poi ultimare i preparativi per le nozze, fissate per sabato 17 dicembre. A patto che Verdasco non raggiunga i quarti di finale, il (quasi) trentacinquenne toscano andrà all’altare da numero 40 della classifica ATP, abbondantemente davanti sia a Fabio Fognini sia ad Andreas Seppi, i due azzurri che hanno dominato la classifica tricolore negli anni scorsi. È un premio alla carriera e alla voglia di migliorarsi in continuazione, ma guai a pensare che Lorenzi si accontenti. Nelle ultime stagioni è sempre andato in crescendo, superando tutte le aspettative e arrivando a risultati che nemmeno lui avrebbe mai immaginato. Segno che conviene non porgli alcun limite.
MASTERS 1000 PARIGI BERCY – Secondo turno
Pablo Cuevas (URU) b. Paolo Lorenzi (ITA) 6-1 6-2
Lorenzi, finale amaro a un 2016 dolcissimo
La miglior stagione di Paolo Lorenzi termina nel modo peggiore, con un rapidissimo k.o. contro Pablo Cuevas. Ma il toscano ha ben poco di cui preoccuparsi: al settimo torneo consecutivo è rimasto a corto di energie, ma il suo 2016 resta un capolavoro. Chiuderà da numero 40 ATP e uno d’Italia, con il matrimonio (in arrivo) a mettere la ciliegina sulla torta.