L'azzurro approfitta di un Dolgopolov lontano dalla forma migliore, lo batte 6-4 6-3 6-2 e centra per la prima volta il secondo turno all'Australian Open. "Ho servito benissimo. Terzo round? Me la posso giocare".
Di Marco Caldara – 20 gennaio 2015
La foto in home page è di Angelo Tonelli / FIT
Allo scorso Us Open, Paolo Lorenzi ha vinto per la prima volta un match nel main draw di un torneo del Grande Slam, dopo tredici tentativi andati male. Allora, tuttavia, approfittò del ritiro di Yoshihito Nishioka e non ci fu la libidine psicologica del matchpoint vincente. L'ha finalmente provata all'Australian Open, battendo un avversario di spessore come l’ucraino Alexandr Dolgopolov, non al 100% per il problema al ginocchio accusato nella finale del Kooyong Classic, ma comunque sceso in campo per vincere. Dopo aver ascoltato alcuni pareri medici discordanti fra loro, il numero 23 ATP ha deciso di provarci. Se la sentiva. E infatti, malgrado una vistosa fasciatura a mo' di tutore, le uniche difficoltà palesate in campo sono state quelle nel vincere i pochi punti importanti, tutti giocati meglio da un Lorenzi capace di andare a prendersi una delle migliori vittorie in carriera, contro un avversario che a Melbourne vanta anche un quarto di finale. “Non dico sia la più bella – ha spiegato il senese – perché spero sempre che la migliore debba ancora venire, ma sicuramente è stato un gran bel match”. Si è giocato su scambi brevi e velocissimi, spesso decisi, nel bene e nel male, dal tennista di Kiev, finito a più riprese fuori giri con il diritto, tanto da commettere ben 40 errori non forzati in appena 87 minuti di partita. Molto più attenta e ordinata la prova di Lorenzi, che ha sì chiuso con pochi colpi vincenti (solo 11, contro i 26 dell’avversario) ma ha anche commesso solamente altrettanti errori gratuti. “Lui tirava fortissimo, e il campo era veramente molto rapido. Credo che la chiave del successo sia stata il servizio”. In effetti, ‘Paolino’ non ha concesso nessuna palla-break, cedendo appena cinque punti con la seconda e riuscendo sempre a tenere il rivale a distanza. “Solo un paio di volte mi sono trovato 0-30, ma ne sono uscito servendo bene. Dolgopolov invece in qualche occasione ha giocato peggio, come sul 5-4 del primo set quando ha commesso due doppi falli, o sul 4-3 del secondo. Si è distratto, e io sono stato bravo ad approfittare delle chance che mi ha concesso”.
“NON MI È SEMBRATO INFORTUNATO”
Più facile invece il terzo set, in equilibrio solamente fino al 2-2. Poi Lorenzi ha messo il turbo, correndo veloce verso il secondo turno. Probabilmente Dolgopolov non stava benissimo, ma alla fine del secondo ha dato una chiara dimostrazione di come si sentisse pronto per lottare altri tre set. “Non metto in dubbio che potesse avere qualche problema – prosegue Lorenzi – ma se uno fa incordare due racchette al termine dei primi due set, significa che non ha la minima intenzione di alzare bandiera bianca”. Oggi, tuttavia, Lorenzi non gli ha dato alcuna chance di rientrare, guadagnandosi meritatamente l’accesso al secondo round. “È una vittoria che mi dà grande fiducia, e averla ottenuta qui vale doppio. Ho iniziato la preparazione con qualche problemino, e poi me li sono tirati dietro anche per i primi due tornei dell’anno, giocando male e rimediando due sconfitte. Ma ora va meglio”. Giovedì l’allievo di Claudio Galoppini se la vedrà con il canadese Vasek Pospisil, a segno in cinque set sullo statunitense Sam Querrey e già battuto nel 2012. “È un grande servitore, e affrontarlo sul cemento non sarà facile, però mi sento bene. Non dico che sarà un match da 50 e 50 – ha chiuso l'azzurro – ma penso di potermela giocare fino in fondo".
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