Da giocatore è stato numero 10 ATP, ma da manager Carlos Costa vale ancora di più. Si è formato quando giocava ancora, poi ha preso Rafa da ragazzino. “Lavorare con lui è facilissimo, siamo come una famiglia”.


Carlos Costa quando era impegnato nel circuito ATP

Di Riccardo Bisti – 12 febbraio 2012


C’è anche un insospettabile tra i tifosi di Roger Federer. Carlos Costa è l’agente di Rafa Nadal, ma nutre una vera passione per lo svizzero: “E’ un’ottima persona, penso che sia il miglior tennista di sempre. Il modo in cui gioca è incredibile”.Oggi siamo abituati a vederlo nel clan di Rafa durante i match più importanti, eppure Costa è stato un ottimo giocatore. Dalle nostre parti lo si ricorda per aver raggiunto una finale al Foro Italico (persa da Jim Courier), ma è stato anche numero 10 del mondo. Tra i suoi scalpi c’è anche Pete Sampras, battuto a Stoccolma nel 1993. Ma lui minimizza: “Non l’ho battuto in una semifinale Slam – racconta – era un buon torneo, ma eravamo ai primi turni. Battere un campione è molto più importante nelle fasi finali degli Slam”. Il suo anno migliore è stato il 1992, quando si è imposto al torneo di Barcellona (l’obiettivo di ogni catalano, eppoi Carlos è un gran tifoso dei blaugrana). “Il 1992 è stato straordinario, ma poi devi continuare a lavorare duramente per mantenere il livello e cercare di migliorare. Forse in quel periodo rimasi sorpreso sal mio livello e non sono rimasto focalizzato sul desiderio di migliorare”. La sua carriera è terminata nel 1999, dopo 11 anni di corse. Negli ultimi due, ha iniziato a gesitrsi da solo, prendendo il posto del suo agente. Il Carlos Costa che conosciamo oggi è nato allora. “Ho iniziato a trattare in prima persona con i miei sponsor, e mi è piaciuto molto. Mi sono voluto mettere alla prova e volevo capire se ero in grado”
 
Le capacità c’erano eccome, allora nel 2001 ha iniziato a lavorare per il colosso IMG. Il suo capo gli passò un po’ di clienti, ma ben presto iniziò a “procurarsi” giocatori per conto suo. Il primo è stato David Ferrer. L’accordo con Nadal è arrivato nel 2001 o nel 2002 (“Non ricordo esattamente l’anno”). Nel 2003 era già tra i top 50, poi nel 2005 è arrivata l’esplosione con il primo Roland Garros e 11 titoli. “Ferrer non lavora più con me – dice Costa – perché quando segui un top player come Nadal non c’è possibilità di occuparsi di un altro”. Un po’ come accaduto a Benito Perez Barbadillo, responsabile della comunicazione, che ha abbandonato l’incarico con Novak Djokovic. In verità, Costa si occupa anche di David Nalbandian, che però – evidentemente – deve essere meno impegnativo. La prima volta che Costa ha sentito parlare di Nadal risale proprio al 1992, quando andò a Maiorca per gicoare gli assoluti spagnoli. Toni Nadal conosceva il suo coach, Joel Figueroa, e li accompagnò in auto all’aeroporto. Fu in quell’occasione che disse di avere un nipote che probabilmente sarebbe diventato forte. “Pensai: come può sbilanciarsi così su un bambino di 5 anni?”. Oggi il rapporto con Nadal è straordinario: “Io sono come un membro della sua famiglia e viceversa. E’ un ragazzo molto fedele, sono già 11 anni che lavora con lo stesso team. A volte capita che quando un tennista inizia a vincere non ascolta le persone che gli stanno intorno. Invece Rafa ha la grande capacità di ascoltare. Lavorare con lui è molto semplice”. Il lavoro con Nadal è a tempo pieno: deve gestirne il calendario e i rapporti con gli sponsor, ma ovviamente non rivela le cifre che girano intorno al fenomeno Rafa. Qualcuno ha provato a chiederglielo, ma lui ha risposto con un filo di irritazione. “Quanto guadagna con gli sponsor? Non ve lo dirò. Sono cose riservate”.
 
Eppure non è difficile trovare i guadagni di Rafa, almeno le stime. Secondo Forbes, è il 12esimo sportivo più pagato, con un incasso di 31,5 milioni di dollari (di cui “solo” 10,5 provenienti dal prize money). “Noi cerchiamo di far valere i punti chiave di Rafa – continua Costa – ossia il fatto che sia un leader, un vincente, un combattente. Dunque cerchiamo dei partner che abbiano le stesse caratteristiche, sia in Spagna che a livello internazionale". Sono tanti gli sponsor di Nadal. In Spagna c’è la Banesto, una delle più importanti banche del paese, già “title sponsor” della leggendaria squadra di ciclismo con cui Miguel Indurain vinse cinque Tour de France consecutivi, la Mapfre “Che è una compagnia assicurativa, la migliore azienda in Spagna” e KIA, già title sponsor dell’Australian Open. Se sul piano commerciale Nadal è un cavallo vincente, non ci sono ancora certezze su quello agonistico. “E’ difficile dire se potrà tornare al numero 1 – termina Costa – ma so che sta facendo le cose giuste. Djokovic sta vincendo di tutto. A volte anche se fai del tuo meglio c’è qualcun altro che sta facendo ancora meglio, e non c’è niente da fare. Ma Rafa fa le cose giuste per rimanere in cima”. Vaglielo a dire dopo il passante sparato in corridoio sul 4-2 e 30-15 nel quinto set della finale di Melbourne…