Quando si affrontano argomenti delicati come il doping e le scommesse, tra le difficoltà principali c’è quella di andare oltre il linguaggio tecnico, spesso giuridico, che traspare dai comunicati stampa e dalle note ufficiali. Non è sempre possibile, perché spesso i giocatori si trincerano in un legittimo silenzio, magari consigliati dai loro legali. Il caso più recente è quello di Varvara Lepchenko e le sue non risposte quando le chiesero della positività al Meldonium. Ma c’è anche chi ama dire la sua e raccontare le cose in modo più semplice e comprensibile. Per questo vale la pena riportare le parole di Constant Lestienne, 24enne francese sospeso per sette mesi dalla Tennis Integrity Unit per aver avuto (solo in passato, si spera) il vizietto delle scommesse. A leggere il comunicato diffuso dalla Tennis Integrity Unit sembra che il francese fosse un malato di gioco. Si parla di 220 (duecentoventi!) scommesse su match di tennis in un periodo compreso tra il febbraio 2012 e il giugno 2015, peraltro su più conti. Dando per buono che scommettesse soltanto su Betclic e Pari Mutel Urbain (PMU), non è che fosse esattamente così. 220 scommesse in 28 mesi significa meno di 10 giocate al mese. Chiunque conosca il mondo del betting online sa bene quanto sia facile mettere in palio il proprio denaro tramite un clic, e quanto sia facile piazzare anche 10-15-20 scommesse al giorno. Non a caso, dopo aver accertato che nessuna delle puntate riguardava un match con Lestienne in campo, gli hanno dato una sanzione tutto sommato accettabile: 7 mesi e 10.000 dollari di multa, di cui la metà sospesa con la condizionale. Significa che il francese dovrà restare fermo per tre mesi e due settimane e pagare “solo” 5.000 dollari, a patto che dia una sostanziale assistenza al programma anti-corruzione, compresa l’educazione verso altri giocatori. Insomma, non gli hanno stroncato la carriera. Ma il comunicato stampa, tuttavia, non spiega come sono andate le cose. Ci ha provato lo stesso Lestienne tramite un messaggio su Facebook, in cui ha sommariamente raccontato l’evoluzione della vicenda.
“Alla luce di tutto quello che è stato scritto, vorrei chiarire la situazione.
Durante l’indagine della TIU ho riconosciuto di aver effettuato 199 scommesse nel 2012 e 20 nel 2013 su un conto Betclic aperto con il mio nome.
In quel periodo avevo ripreso i miei studi di BTS (Brevetto di Tecnico Superiore, un diploma che viene rilasciato dopo due anni di un corso di specializzazione, ndr) in un liceo ad Amiens e dunque ero distante dal mondo del circuito. Certo, è stato un mio errore quello di non essere a conoscenza delle regole, ma ho scommesso su piccole somme e non ho vinto nulla.
A metà del 2013 ho ottenuto i miei primi punti ATP e mi sono reso conto che c’era il divieto di scommettere sul proprio sport.
Da allora, non ho più scommesso.
Nell’aprile 2015, l’ITF ci ha fatto firmare (tramite la federazione francese) una carta, pervenuta tramite posta raccomandata, in cui ci informava che è vietato scommette sul tennis. Ho accettato e ho firmato.
Nel mese di giugno 2015 ho deciso di chiudere il mio conto – che era inattivo dal 2013 – e ho effettuato una stupida scommessa di 2,90 euro sulle semifinali del Roland Garros, senza prendere subito coscienza dell’errore che stavo commettendo. Le conseguenze sono note, tra cui l’annullamento della wild card che mi era stata inizialmente assegnata per il Roland Garros 2016.
Capisco di poter essere penalizzato per il mio errore, ma voglio precisare di non aver mai avuto intenzione di imbrogliare e non ho mai tratto benefici da questa attività. La mia sanzione è di 7 mesi, di cui 3 e mezzo sospesi, così come la metà della sanzioni pecuniaria di 10.000 dollari. In questo modo, potrò tornare a giocare il 3 gennaio 2017”.
Tutto chiarito? Quasi. Ad esempio, Lestienne non ci ha detto nulla sul conto Pari Mutel Urbain: ha chiuso anche quello? Perché dice che tutte le scommesse che ha ammesso sono riconducibili al conto Betclic chiuso nel 2015? Poi, in effetti, se le giocate risalgono quasi tutte (219 su 220) al periodo 2012-2013, certamente il francese era piuttosto attivo nel betting (più di quanto si potesse intendere leggendo il comunicato). Nella sua ricostruzione, Lestienne sostiene anche alcune imprecisioni. Non c’è ragione di credere che non stesse studiando ad Amiens, ma nel 2012 ha comunque preso parte a 11 tornei del circuito e non è vero che ha preso i primi punti ATP “a metà 2013”, poiché è entrato nel ranking il 6 febbraio 2012. Questo non cambia le cose: è plausibile che fosse davvero lontano dal tennis “che conta” e no avesse particolari contatti, però quando si diventa un personaggio pubblico bisognerebbe cercare di essere i più precisi possibile. Ad ogni modo, Lestienne (attualmente numero 166 ATP) se l’è cavata senza grosse conseguenze e può ancora sviluppare la sua carriera. Intanto la Federazione Francese Tennis ha recepito la squalifica internazionale e ha esteso la sanzione anche agli eventi nazionali. Per questo, Lestienne non potrà giocare la Premier Division con il TC Lille Metropole, che nei giorni scorsi ha annunciato alcuni colpi di mercato niente male: è di queste ore l’ingaggio di Benoit Paire, mentre farà parte del team – pensate un po’ – anche il nostro Alessandro Giannessi, la cui presenza andrà a coprire (più che egregiamente, diremmo) la forzata assenza di Lestienne.
Lo strano caso di Constant Lestienne
Sospeso dalla TIU per 7 mesi, il francese pubblica un messaggio su Facebook in cui racconta la sua versione dei fatti. “Ho scommesso mentre avevo ripreso a studiare, poi ho giocato 2,90 euro quando stavo chiudendo il conto”. Gli si può dare credito, però quando si pubblicano informazioni bisognerebbe essere più precisi. Altrimenti si rischiano brutte figure.