Soltanto tre anni fa, Santiago Giraldo si era infilato tra i top-30 ATP. C'è stato un momento in cui, sulla terra battuta, era davvero un osso duro. La recente delusione in Coppa Davis e un ranking sceso al numero 130 ATP lo hanno convinto a fermarsi a tempo più o meno indeterminato. “Ma non è un ritiro, vorrei che fosse chiaro” ha specificato il 29enne di Pereira, che compirà 30 anni il prossimo 27 novembre. La ragione dello stop, oltre ai risultati un po' deludenti, è il mix tra fatica e logorio accumulato negli anni. “Ho iniziato a giocare a tennis all'età di 4 anni, e sono andato via di casa quando ne avevo 12 – ha detto Giraldo – poi sono diventato professionista a 15 e da allora non mi sono mai preso una vera pausa. Oggi, dopo oltre 17 anni in cui ogni giorno della mia vita è stato interamente dedicato al tennis, ho preso la decisione di concedere una pausa alla mia carriera tennistica. In questo periodo ho vissuto 36 settimane su 52 fuori casa e ho lasciato poco spazio alla mia vita personale”. Va detto che, negli anni, è diventato uno dei giocatori più invidiati del tour ATP per aver intrapreso una relazione con Sorana Cirstea, una delle giocatrici più avvenenti del tour. Al di là di questo, in tanti anni di carriera ha mostrato un ottimo potenziale. Le difficoltà incontrate quest'anno, unite alle esperienze vissute da altri giocatori, lo hanno convinto a prendersi una pausa. “Non si tratta di un ritiro, ma questa paura sarà importante per varie ragioni. Una di queste è la salute, poiché una serie di problemi fisici mi hanno impedito di competere al 100% nell'ultima stagione. Sono stato costretto a cancellarmi da qualche torneo e in alcuni casi ho dovuto ritirarmi a match in corso. Inoltre sto patendo la fatica e una stanchezza generalizzata, frutto del lavoro senza sosta effettuato in questi anni. E così ho deciso di prendermi un periodo di transizione”.
UNA SCELTA TRANQUILLA
Lo scorso weekend, Giraldo ha vinto in cinque set contro Franko Skugor nel play-off contro la Croazia, ma poi non ha avuto chance contro Marin Cilic. Storico allievo di Felipe Beròn, il colombiano è tra i giocatori che hanno lavorato con il “guru” Pepe Imaz, noto per la collaborazione con Novak Djokovic. “Ho preso questa decisione con grande tranquillità. Mi sento orgoglioso di quello che ho fatto perché ci ho ragionato con calma e ho l'appoggio di tutte le persone del mio team. Anzi, li ringrazio tutti: non solo per la fiducia, ma anche per il sostegno incondizionato”. D'altra parte, la storia recente insegna che uno stop più o meno lungo fa bene. È successo a Rafael Nadal e Roger Federer tra gli uomini, nonché a Kim Clijsters tra le donne, limitandosi ai casi più importanti. Adesso, sia pure perché vittime di infortuni, stanno vivendo qualcosa del genere Novak Djokovic ed Andy Murray. “Vedo tutto questo come una bella opportunità per migliorare la mia condizione fisica e tornare con forza, energia, salute, motivazione e passione nei confronti di questo sport”. Quest'anno non ha ottenuto risultati di rilievo, se non diverse qualificazioni in grandi tornei (salvo poi fermarsi al primo o al secondo turno). In carriera, Giraldo vanta due finali ATP (Santiago 2011 e Barcellona 2014) e dieci titoli Challenger. Nei tornei del grande Slam, in 33 partecipazioni ha raggiunto per tre volte il terzo turno, due a Wimbledon (2014 e 2015) e una al Roland Garros (2012).