Un problema all’inguine costringe Kei Nishikori al forfait: il serbo approda al match clou con appena tre match giocati. Sarà la sua 28esima finale Masters 1000.
Kei Nishikori si scusa con Adam Barrett, direttore del torneo
Di Riccardo Bisti – 29 marzo 2014
Non si può dire che Novak Djokovic sia sfortunato. Il serbo è in finale a Miami grazie al ritiro di Kei Nishikori per un infortunio all’inguine. Sarebbe stato ugualmente favorito, ma in questo modo si presenterà in finale avendo giocato la miseria di tre partite, poiché anche al terzo turno aveva usufruito del forfait di Florian Mayer. Il giapponese ha dato la notizia tramite i social network, appena un’ora prima del match. “Mi dispiace molto informare che sono costretto a dare forfait oggi. Sono deluso e ovviamente dispiaciuto per tutti i fans”. Ha provato a palleggiare in mattinata, ma non c’è stato niente fare. Nella scelta hanno certamente influito le due maratone che lo avevano portato in semifinale. Negli ottavi aveva impiegato oltre tre ore per battere David Ferrer, peraltro dopo aver cancellato quattro matchpoint. Nella serata di mercoledì ha lottato oltre due ore e mezza per superare Roger Federer in rimonta. Non è da escludere che il ritiro abbia anche un valore precauzionale in vista dell’incontro di Coppa Davis del prossimo weekend, quando il suo Giappone ospiterà la Repubblica Ceca in un match storico. Per la prima volta da quando è stato istituito il World Group (nel 1981), il Sol Levante potrebbe conquistare le semifinali. Nishikori è un elemento troppo importante per la sua squadra, e forse l’opinione pubblica non gli perdonerebbe un forfait. Per rendere l’idea della sua popolarità nel paese natale, basti pensare che quando va a fare shopping è costretto a travestirsi. Senza di lui, non avrebbero chance con i soli Go Soeda, Tatsuma Ito e il doppista Yasutaka Uchiyama. Tra l’altro, è un’occasione d’oro perché la Repubblica Ceca (imbattuta da nove sfide) si presenterà senza Tomas Berdych.
E così Djokovic si ritroverà a giocare la finale con ben tre giorni di totale inattività. Senza alcuno spunto tecnico, è opportuno dare un’occhiata alle statistiche. Si fa sempre più probabile la prospettiva dell’ennesima vittoria di un Fab Four in un torneo Masters 1000. 33 degli ultimi 35 tornei di questo tipo sono stati vinti dai quattro più forti. Le uniche eccezioni sono arrivate a Parigi Bercy, che paga la sua particolare collocazione in calendario (a ridosso del Masters). Nel 2010 vinse Robin Soderling, nel 2012 David Ferrer. Da parte sua, Djokovic conferma le cifre straordinarie in questo torneo (29 vittorie e 5 sconfitte, ritiri esclusi) ed è ad un solo successo dal centrare un’impresa riuscita soltanto a Roger Federer: centrare l’accoppiata Indian Wells-Miami in più di un’occasione. Lo svizzero c’è riuscito nel 2005 e nel 2006, il serbo l'ha imitato nel 2011 e potrebbe ripetersi quest’anno. In precedenza, c’erano riusciti Jim Courier (1991), Michael Chang (1992), Pete Sampras (1994), Marcelo Rios (1998) e Andre Agassi (2001). In tanti hanno parlato della sua presunta crisi dopo l’ingaggio di Boris Becker, ma i numeri dicono che ha vinto 39 delle ultime 41 partite: le ultime 24 dello scorso anno e 15 su 17 nel 2014. Le uniche sconfitte sono arrivate contro Wawrinka e Federer, che poi avrebbero vinto i rispettivi tornei. Quella di domenica sarà la sua 28esima finale in un torneo Masters 1000 (ad oggi, ne ha vinte 17) e la 64esima in totale. Non si può certo dire che non sia un degno finalista…
MASTERS 1000 MIAMI – SEMIFINALI
Rafael Nadal (SPA) vs. Tomas Berdych (CZE)
Novak Djokovic (SRB) b. Kei Nishikori (GIA) ritiro
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