Tre anni fa, lo Stato del Connecticut ha salvato il WTA di New Haven da morte sicura. Oggi continua a investire cifre importanti: in questi giorni, le tenniste hanno trovato migliorie importanti rispetto agli anni passati. Tuttavia, qualcuno si domanda se la supervisione di un torneo di tennis sia tra le missioni principali di uno Stato con 300 millioni di deficit. 

L’ultima settimana prima dello Us Open vedrà in campo soltanto due tornei: gli uomini sono impegnati a Winston Salem, le donne a New Haven. L’evento più importante è certamente il Connecticut Open: dopo aver rischiato di chiudere qualche anno fa, oggi presenta un impianto rinnovato grazie a un investimento di 1 milione e mezzo dello Stato del Connecticut. L’operazione è stata criticata da alcuni politici, secondo cui si tratta di una spesa fuori luogo in tempi di crisi economica. La struttura comprende nuovi spogliatoi, nuova palestra, players lounge e spazi per allenamenti e servizi medici. Fino all’anno scorso, tali servizi erano offerti tramite strutture provvisorie oppure nei pressi della Yale University. Si tratta della più importante ristrutturazione del Connecticut Tennis Center dai tempi della costruzione, risalente al 1991. Lo stato del Connecticut ha rilevato il torneo tre anni fa, al costo di 618.000 dollari, evitando un trasferimento in North Carolina. Da allora, sono stati approvati investimenti per circa 3,5 milioni di dollari, serviti per i nuovi impianti di riscaldamento e raffreddamento, senza dimenticare la segnaletica. L’anno prossimo dovrebbe essere realizzata una sala stampa da oltre 1 milione di dollari, inoltre il torneo spera di convincere lo Stato a realizzare cucine permanenti e alcune suite di lusso.

IL TENNIS E I FATTORI ECONOMICI
Come se non bastasse, lo Stato del Connecticut (che, nonostante i tagli alle spese, ha chiuso l’ultimo anno fiscale con 300 milioni di deficit) contribuisce con 300.000 dollari all’anno per il funzionamento del sistema torneo. Questi numeri non sono piaciuti al senatore repubblicano Joe Markley, secondo cui è “ridicolo” spendere soldi per una struttura che già ospita un evento di livello. “Nel grande schema dei fattori economici, un torneo di tennis è una cosa insignificante”. Non si è fatta attendere la replica della direttrice Anne Worcester. A suo dire, l’evento porta 10 milioni di dollari all’anno nell’economia locale, oltre a garantire una visibilità su scala globale. Il direttore del bilancio del Connecticut, Ben Barnes, ritiene che gli investimenti siano necessari per rendere il torneo autosufficiente. Ad ogni modo, il contributo annuo sta scendendo e c’è l’idea di utilizzare il campo centrale (che è uno dei più grandi del mondo, con i suoi 15.000 posti a sedere) per altre funzioni come tornei giovanili, concerti, o spogliatoi per le squadre ospiti impegnate allo Yale Bowl per le partite di football. Insomma, sembra la classica lotta tra maggioranza e opposizione: chi sta al governo dice che si tratta di operazioni benefiche per la comunità, mentre altri si domandano se la supervisione di un torneo di tennis sia tra le missioni principali di uno Stato americano.