L’hanno accusata di essere troppo invadente nella carriera del figlio. Adesso che fa il capitano in Fed Cup, Judy Murray ha deciso di rispondere. “Perché non ne posso più”.
Judy Murray è capitano del team britannico di Fed Cup
Di Riccardo Bisti – 23 marzo 2012
Gliene hanno dette di tutti i colori. Invadente, antipatica, spocchiosa, esaltata. Di certo Judy Murray è una delle mamme più famose del circuito ATP. Tanti tifosi del figlio Andy hanno tirato un sospiro di sollievo quando è stata nominata capitano del team britannico di Fed Cup. “Almeno si leva di torno” ha sussurrato qualcuno. L’arrivo di Ivan Lendl all’angolo di Murray ha dato nuovo vigore allo scozzese, bloccato solo da Novak Djokovic al termine di una splendida semifinale all’Australian Open. Poi si è preso la rivincita a Dubai, anche se a Indian Wells è inciampato. Adesso prova a riscattarsi a Miami, dove ha passato il primo turno battendo 6-2 6-3 il colombiano Falla. Mamma Judy non piace. Eppure è stata una giocatrice di buon livello e conosce il tennis come poche donne nel Regno Unito. L’esordio in Fed Cup è stato dei migliori: le sue ragazze hanno vinto il “girone infernale” in Israele e adesso hanno una buona chance per tornare nel World Group II: ad aprile ospiteranno la Svezia. Ma Judy è anche una mamma, e fatica ad accettare certe critiche. Anzi, non le accetta. Alcuni fans le hanno scritto lettere piene di odio, accusandola di essere incapace di tagliare il cordone ombelicale con il figlio. Anche Boris Becker, che ne ha per tutti, si è unito al coro. Lo scorso anno disse che la sconfitta del figlio nella finale australiana (pure quella contro Djokovic!) fu dovuta alla presenza della madre. Sfibrata dalle accuse, mamma Judy ha deciso di vuotare il sacco. E ha risposto alle critiche, punto per punto.
“Secondo il senso comune, le madri non dovrebbero essere coinvolte nell’attività sportiva dei figli” ha detto Judy Murray, 52 anni, madre di Andy (24 anni) e del doppista Jamie (25). “So di non essere popolare. Ho ricevuto delle lettere che mi scrivevano quanto fossi una persona orribile. Tanti non amano le mie reazioni aggressive quando Andy è in campo. Dicono che sono terribile. Ultimamente ne ricevo di meno, ma è molto difficile cambiare l’opinione generale”. La famiglia Murray non era così ricca. Judy non poteva permettersi un baby sitter, allora portava con sé i figli alle sue partite. Non avevano i giochi per bambini: Jamie ed Andy sono cresciuti con racchette e palline. Forse anche per questo Andy è un grande appassionato di Playstation, tanto da trascurare la splendida fidanzata Kim Sears per farsi una partitella alla console. Le lo ha lasciato per questo, prima di tornare sui suoi passi. Judy ha fatto grandi sacrifici per consentire al giovane Andy di andarsi ad allenare in Spagna, a Barcellona, presso l’Accademia di Emilio Sanchez. Uno “scherzo” costato 35.000 sterline.
“La storia del cordone ombelicale è un’assurdità – dice Judy – Andy vive a Oxshott (Surrey) e ha vissuto a Wandsworth, South London, per diversi anni. Io sono sempre rimasta in Scozia. Eppure ci sono persone ancora convinte che io giri per il mondo insieme a lui, dicendogli quello che deve fare. Sapete una cosa? Avrò assistito, in media, a 6-7 tornei l’anno. E’ capitato che in qualche momento viaggiassi di più, ma era quando Andy aveva più bisogno di essere supportato”. In verità, Andy ha sempre parlato bene della madre e anche del padre William. I due si sono separati quando aveva 9 anni, ma i rapporti sono sempre rimasti cordiali. Adesso Judy ha un nuovo compagno, Phil Reid, con il quale vive a Dunblane. Continua, mamma Murray: “Io so che quando Andy alza gli occhi verso il suo clan vuole vedere un atteggiamento positivo. E in me lo troverà sempre. Non accadrà mai che io possa scuotere la testa durante un suo incontro”. L’episodio più significativo del rapporto tra Andy e Judy risale a due anni fa, dopo la sconfitta contro Federer nella finale all’Australian Open. Durante la premiazione Andy si mise a piangere, poi andò in conferenza stampa. La madre guardò la conferenza stampa dalla players lounge e capì che il figlio era distrutto. Andy le disse: “Mi dispiace tanto, mamma”. Lei rispose delicatamente: “Non devi mai dirmi di essere dispiaciuto. Non sai quanto significhi per me vederti su uno dei campi migliori del mondo, contro il più forte di tutti i tempi. Il tuo momento arriverà, non dimenticarlo mai”.
Adesso Murray è maturato. L’esperienza di Ivan Lendl ha portato una certa stabilità nei suoi equilibri. Almeno, in Australia è andata così. Quest’anno compirà 25 anni, e il primo Slam deve ancora arrivare. Mamma Judy è focalizzata sul progetto Fed Cup. Dopo anni tremendi, il tennis britannico femminile vede uno spiraglio di luce. Heather Watson e Laura Robson sono due cavalli su cui puntare, e con Keothavong e Baltacha formano il giusto mix di esperienza e gioventù. Mamma e figlio hanno preso strade diverse, ma è solo apparenza. Dopo tutto quello che c’è stato, Judy Murray sarà sempre una figura importante nella carriera di Andy. Anche solo per impedire a Jamie di dire: “Sono l’unico Murray ad aver vinto uno Slam”. (Il doppio misto a Wimbledon 2007 in coppia con Jelena Jankovic).
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