Il celeberrimo scrittore inglese era un abile tennista di buon livello, prima di infortunarsi e porre dunque fine alla sua carriera e concentrarsi sulla scrittura … di MATTEO VENERI

di Matteo Veneri

Il tennis è stata una passione di molti scrittori ancor prima che questo diventasse uno sport professionistico, si parla di scrittori come il russo Vladimir Nabokov (1899-1997), oppure l'americano David Foster Wallace (1962-2008), capaci di essere tennisti di buon livello e scrittori allo stesso tempo. L'inglese, ma sudafricano di nascita, J.R.R. Tolkien (1892-1973) è stato costretto a smettere di giocare a tennis a causa di un infortunio.

Lo scrittore, autore di "Hobbit" e "Il Signore degli Anelli", anche nel corso della Prima Guerra Mondiale era solito occupare il suo tempo giocando a tennis con i suoi amici e colleghi. L'attività tennistica di Tolkien proseguì anche oltre i 40 anni, momento in cui si infortunò alla caviglia in un match giocato contro Angus McIntosh, 22 anni più giovane di lui. La storia è stata resa pubblica nei giorni scorsi da Ben Rothenberg sul New York Times.

Quel problema alla caviglia e la pigrizia che ne conseguì fu ciò che spinse lo scrittore, immobilizzato in casa, a mettere mano alla penna e dare vita alla saga che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Pare che, nonostante quel match di tennis sfortunato, Tolkien e McIntosh sono rimasti amici per tutta la vita. Non è però dato a sapersi se i due siano mai tornati insieme su un campo da tennis, probabilmente però, per la letteratura mondiale, è stato meglio così.