Le statistiche dicono che Fabio è fedele al suo motto e tatuaggio: non mollare mai. Ha vinto il 20% delle partite in cui è andato in svantaggio di due set (7 su 35), meglio sia di Novak Djokovic sia di Rafael Nadal. Soltanto Murray e Federer hanno numeri migliori.
Quando Fabio Fognini ha strappato il servizio a Guido Pella nel quarto set, tutti i cronisti che si occupano di tennis saranno andati a spulciare il numero delle vittorie del ligure dopo aver recupero il doppio svantaggio di set intravedendo già – a ragione – il compiersi della rimonta.
Il risultato è stato sette, numero di suo indicativo ma non esaustivo. Diventa estremamente interessante, invece, constatare che sono 28 le sconfitte in 35 partite in cui Fognini ha perso i primi due set. 7 su 35 equivale al 20%, ovverosia il numero uno d’Italia, quando finisce sotto 0-2, vince una partita e ne perde quattro. Un ruolino di marcia tutt’altro che banale specie se soppesato ai numeri dei big del tennis mondiale. In questa particolare graduatoria, infatti, Fognini si arrampica in terza posizione, guardando dal basso soltanto Murray e Federer, dopo aver scavalcato giocatori come Djokovic e Nadal, e lasciato alle proprie spalle tutta una serie di tennisti universalmente riconosciuti come fighter.
Nei top-ten soltanto Federer e Murray vantano più rimonte di Fognini: sono 9 per entrambi con la differenza che lo scozzese ha 33 partite come parametro contro le 41 di Roger. Nadal ha perso i primi due set 20 volte riuscendo a ribaltare lo score in 3 occasioni. Numeri molto simili a quelli di Djokovic che ha piazzato 4 rimonte su 25, una delle quali – indimenticata dai tifosi azzurri – contro Andreas Seppi negli ottavi di finale del Roland Garros 2012. Fanno leggermente meglio Cilic (5/30) e soprattutto Wawrinka (6/32), senza tuttavia raggiungere il 20% di Fognini. Il resto dell’attuale top-ten non è neanche paragonabile, basti riportare che Raonic, Nishikori, Thiem e Monfils hanno accumulato appena sei rimonte da 0-2 in quattro.
Rimonte da 0-2 degli attuali top-ten
Murray 9/33 27.27%
Djokovic 4/25 16.00%
Raonic 1/13 7.69%
Wawrinka 6/32 18.75%
Nishikori 2/23 8.69%
Nadal 3/20 15.00%
Cilic 5/30 16.67%
Thiem 1/10 10.00%
Monfils 2/23 8.69%
Federer 9/41 21.95%
Fognini 7/35 20.00%Occorre scavare fuori dai primi dieci per trovare numericamente giocatori paragonabili a Fognini in modo tale da comprendere appieno la portata del suo 7/35. Si sono trovati indietro di due set per 35 volte (appunto come Fabio) sia Gasquet sia Karlovic, uscendone però da vincenti rispettivamente 2 e 3 volte. Kohlschreiber è fermo a 3/34, Ferrer ha ribaltato lo 0-2 5 volte su 41 partite, fa peggio il connazionale Lopez col suo 4/45. Juan Martin Del Potro è riuscito nell’impresa soltanto una volta, peraltro nella sua ultima partita giocata contro Cilic nella finale di Davis, mentre Dimitrov è ancora fermo a 0. Il peggiore, tuttavia, pare essere Tomas Berdych che è riemerso dal duplice svantaggio di set in 2 circostanze su 45.
Tali numeri, estrapolati dal contesto, potrebbero diventare fuorvianti, statistiche che vanno corrette in quanto viziate spesso dalla qualità degli avversari affrontati. Così come, ad esempio, non vale l’equivalenza che porta a considerare un ironman chi ha un buon record al quinto set. Si rende, dunque, necessario analizzare il ranking degli avversari con cui sono avvenute tali rimonte, ma anche inserendo tale parametro Fognini ne esce da vincitore. Le sue 7 vittorie da 0-2 sono arrivate contro: Monfils, Roger-Vasselin, Kuznetsov, Russell, Nadal, Gabashvili e ovviamente Pella, per una media ranking (considerato nel momento in cui si è giocata la partita) fissata a 80.71. Una media migliore rispetto a quella di Nadal (87.33) e Murray (115.33, anche se viziata dalla rimonta in Coppa Davis nel 2006 contro l’israeliano Andy Ram, al tempo numero 662), e peggiore di Federer (40.88) e Djokovic (30.75).
Media-ranking delle rimonte da 0-2 dei FabFour:
Murray 115.33
Djokovic 30.75
Nadal 87.33
Federer 40.88
Fognini 80.71
A ben vedere, si stanno maneggiando cifre significative che attestano, oltre alle innegabili e riconosciute qualità atletiche di Fognini, una tenuta nervosa e un attaccamento al match troppo spesso ombreggiate da comportamenti discutibili. Sembra a riguardo opportuno rivedere qualche luogo comune e riconoscere a Fabio delle capacità che – secondo i numeri – non sono comuni per nulla. Tutt’altro.
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