Djokovic deve lottare fino all’ultima goccia di sudore per battere uno strepitoso Raonic, i cui progressi sotto la cura Piatti-Ljubicic sono addirittura impressionanti.

Di Cosimo Mongelli – 18 maggio 2014

 
Tutto come previsto. Ma c'è molto, molto di più da cogliere dalla prima semifinale degli Internazionali BNL d'Italia tra Raonic e Djokovic, che ha regalato al serbo la sua quinta finale romana. Perchè se da una parte abbiamo un Nole che si sta ritrovando, fisicamente e mentalmente, dall'altra c'è più di una consacrazione per il giovane canadese, sicuro protagonista nei mesi e anni a venire. Un incontro spettacolare, per almeno due set, con giocate di altissimo livello da ambo le parti. Incontro che sin da subito ha mostrato le carte in tavola: Il serbo, al servizio, fatica. E' costretto sempre o quasi ai vantaggi e si salva come può. Su quello di Raonic è impossibile giocare e anche quando, come nel settimo gioco, capitano due occasioni per portarsi avanti di un break. Nel momento del bisogno arrivano puntuali gli ace e i servizi vincenti. Nel nono gioco è lo stesso Milos a procurarsi il primo set point su servizio Nole. Il serbo si trascina ai vantaggi e si arriva (prevedibilmente) al tie break. Nole ottiene subito un minibreak e lo conserva nei suoi due turni di servizio, con il punto del 3 a 0, uno spettacolare rovescio, che strappa applausi a scena aperta. Il pubblico è in piedi, Boris Becker è in piedi, il serbo è galvanizzato, dopo aver faticato e lottato per dodici game. Il set è lì, a portata di mano. Ma il canadese non è d'accordo. Prima tiene i suoi turni di servizio e poi gli arriva la manna dal cielo: due errori che non ti aspetteresti mai da Nole. Ed ora è ora lui ad avere il minibreak di vantaggio. Si farà prendere dalla paura? Dall’emozione? Questi due sentimenti nemmeno lo sfiorano. Un paio di aces, tanto per gradire e siamo incredibilmente 6-3. Sei punti consecutivi per il canadese e soprattutto tre set point. Il serbo ne annulla due, sul suo servizio, ma nulla può sull'ennesima prima vincente di Milos. 7 punti a 5 e primo set all'allievo di Riccardo Piatti. Inizia il secondo set: Nole è ancora scosso. E' reduce dalla maratona con Ferrer, è conscio che se vuole venirne a capo deve affrontarne un'altra. Inizia subito col piede sbagliato e concede una palla break che pùò rivelarsi ferale. Si salva, con fatica, con Milos che forse non ci ha creduto fino in fondo. Dopo la solita parentesi di prime imprendibili del canadese, si ritorna con il serbo al servizio. Raonic continua a rispondere saette e ottiene altre due palle break. Solo i millimetri e la fortuna salvano il serbo, che rimane ancora una volta attaccato al match. Ma sembra davvero tutto nelle mani di Milos. Ingiocabile quando serve e aggressivo, come poche volte si è visto in carriera, quando risponde. Nole è nervoso, così come lo era stato anche nei match precedenti. Qualunque sia il motivo, non c'è tranquillità nello sguardo e nei gesti del serbo. Il canadese si diverte e diverte il pubblico. Aces, prime di servizio, servizio e volèe. A volte sembra esagerare. E si concede qualche distrazione, con Nole che non ha affatto voglia di essere relegato al ruolo di spettatore. E nel quarto gioco l'occasione del break arriva anche per lui. La prima annullata dal decimo ace di Milos. La seconda annullata da un servizio vincente di Milos. Al terzo tentativo il canadese la mette fuori e dopo un'ora e quaranta il serbo ottiene il primo break dell'incontro. Urla liberatorie, pubblico entusiasta e tutto riaperto.
 
DUE RISPOSTE E CAMBIA TUTTO
O quasi. Il serbo serve, si trascina al 30 pari e all'improvviso l'incoscienza. Raonic si inventa una smorzata di rovescio ad una mano di quelle che ti aspetti dai cittadini svizzeri. Pubblico incredulo, Nole incredulo. Talmente incredulo che sulla palla break concessa sparacchia fuori e tutto torna come prima. Nole continua a scuotere la testa, anche dopo i punti conquistati. La versione monstre di Raonic l'ha forse colto di sorpresa. Il canadese che si sta palesando quest'oggi ha davvero le stimmate del campione capace di far incetta di trofei negli anni a venire. Il serbo trascina il set al tie break. Il mini break ottenuto in apertura da Nole è dilapidato da Nole stesso che, costretto all'errore, ne concede uno a sua volta. Si gira comunque sul 3 pari. La partita è in bilico tra il trionfo di Raonic e un terzo set che darebbe energie fin'ora assenti nella testa e nel braccio di Nole. Forse pervaso dalla paura e dal traguardo imminente, Milos tentenna: il servizio una volta tanto non funziona e Djokovic con un paio delle sue risposte chiude il tie break e quindi il set. Ingeneroso, per il canadese, il racconto del terzo set. Il racconto di un film già vinto e già scritto. Break in apertura e chiusura per Nole, che concede una sparuta occasione ad un Milos che non ci crede più, forse a torto, forse stanco o forse con la testa all'occasione persa di non aver chiuso in due set, quando il serbo era alle corde. Ma la sua sconfitta ha poco di amaro e tanto di dolce, per quel che si prospetta in futuro. Dolce come l'abbraccio che gli riserva Nole a fine partita. Non dovremo aspettare molto perché i ruoli siano invertiti, in un altro torneo che conta.