di Giorgio Valleris – foto Getty Images
Magari proverà a regalare qualche ultima emozione al pubblico di casa a Parigi Bercy prima di appendere la racchetta al chiodo. A dispetto delle 34 primavere e del ranking che adesso recita numero 198 della classifica mondiale, Michael Llodra mancherà e non poco agli amanti del bel tennis. Non solo ai nostalgici del tennis retrò, né ai fanatici del revival anni '80 a base di Edberg e Becker…
Questo game contro Murray durante gli Australin Open 2012 è quasi fantascienza
Michale Llodra non è mai stato un fenomeno ma uno che ha rappresentato una piacevole eccezione in mezzo ad un esercito di picchiatori da fondo. Gente che da anni lo batte e lo strapazza e che a rete non ci va nemmeno col fucile puntato alla schiena. Pazienza: il tennis è arte in movimento e certe volée del tennista francese ce le ricorderemo come delle opere d'arte, anche se lui non è mai stato un erede dei giganti del serve and volley.
In carriera ha vinto 5 titoli: il primo a 's-Hertoghenbosch nel 2004 e l'ultimo ad Eastbourne nel 2010: in mezzo Marsiglia, Rotterdam e Adelaide. Ci sono dichiarazioni spesso sopra le righe e tanti successi in doppio, per la precisione 26. I primi in coppia con Santoro, dagli Australin Open 2003 agli Internazionali di roma nel 2005, gli ultimi con Mahut col successo sul cemento di Rotterdam in questa stagione.
Piaccia o no, con Llodra se ne va un bel pezzo di serve and volley del tennis moderno. Lontano dalla galassia dei Top Ten ci sono ancora personaggi in grado di divertire prima ancora che vincere. Spesso sono 'erbivori' come Dustin Brown o l'ucraino Stakhovsky. Lo stesso Tsonga sa divertire il pubblico con ottime giocate a rete, ma i puristi del serve and volley, si sa, sono una specie in va d'estinzione perciò, quando uno di questi decide di infilarsi le pantofole un po' di tristezza è lecita. Anche se non si chiama McEnroe, Edberg o Sampras.