Di Riccardo Bisti – 28 dicembre 2014
Non solo imprese, vittorie e sconfitte. Il 2014 del tennis è stato colorato anche da qualche polemica di troppo fuori dal campo. Grazie all'aiuto di ESPN, vale la pena ripercorrere le dieci più sentite ed interessanti…e chissà che non possa esserci qualche ripercussione anche nel 2015.
LA POLICY CHE NESSUNO CONOSCE
Mentre da noi c'è il gelo, in Australia si muore di caldo. E ogni anno si discute sulle estreme condizioni di calore all'Australian Open. Nel 2014 si sono superati più volte i 40 gradi. Un complicato algoritmo stabilisce se bisogna continuare a giocare o sospendere la partita. Maria Sharapova, che qualche anno fa rischiò di finire arrosto, fu una delle più polemiche. “Quando bisogna fermarsi? Non lo sa nessuno. L'altro giorno l'ho chiesto al trainer e mi ha detto di non avere controllo su questa cosa. E se provi a recuperare tra un punto e l'altro, ti ammoniscono per perdita di tempo. Penso che la salute dei giocatori andrebbe tutelata di più”. Frank Dancevic, svenuto durante la sua partita, ha detto di aver avuto le allucinazioni. “Ho visto Snoopy”. Roger Federer e Novak Djokovic hanno specificato che anche il caldo fa parte del gioco. Per evitare polemiche nel 2015, gli organizzatori hanno reso ancora più chiare le regole per la prossima edizione: i match verranno sospesi quando si supereranno i 40 gradi, oppure si raggiungerà il 32,5 nel WBGT, l'algoritmo che comprende umidità, vento e sensazioni percepite.
IL DOPPIO E' MORTO?
A fine 2013, John McEnroe si lamentò dello stato di salute del doppio. A suo dire, è diventata una specialità per giocatori lenti, senza capacità di giocare in singolare. E anche Peter Fleming, suo ex compagno, gli diede ragione. I gemelli Bryan, tra i destinatari della critica, sono rimasti in silenzio fino a quando non se lo sono trovato di fronte, in occasione della giornata mondiale del tennis. Al Madison Square Garden hanno trovato John e il fratello Patrick, giocando come se fosse la finale di uno Slam. E la faccia di McEnroe, capita l'antifona, cambiò dopo pochi game. Qualche settimana dopo, i gemelloni dissero: “Sicuri che la crisi del doppio non sia soltanto l'opinione di una persona, anche se molto famosa?”. E a Miami, dopo la vittoria contro Cabal-Farah in finale, si sono lamentati per la mancata diretta TV. “Dovrebbe essere obbligatoria, almeno nei Masters 1000”.
NADAL CONTRO GLI ARBITRI
Durante il Masters 1000 di Monte Carlo, lo spagnolo si è lamentato della norma che impone di riprendere il gioco in 25 secondi tra un punto e l'altro. Dopo aver ricevuto qualche warning di troppo, ha polemizzato. “Mi devo adeguare, ma perchè non mettono un orologio in campo e lo mettono a fianco dell'arbitro? Perchè continuano a non fare lo sforzo di capire il gioco?”. Qualche mese dopo, durante Wimbledon, John McEnroe ha detto che si potrebbero eliminare arbitri e giudici di linea, mettendo occhio di falco su tutti i campi e lasciando ai giocatori la possibilità di autoarbitrarsi. Tuttavia, qualche tennista non è d'accordo. Tomas Berdych, ad esempio, ritiene che un parere “terzo” sia fondamentale e non sempre sufficiente. “Durante una partita contro Hanescu, lui ha toccato chiaramente una mia palla, si era sentito il rumore, ma lui ha detto di no anche all'arbitro. E' stato un caso in cui non c'è stata giustizia”.
SARA ERRANI E LA STAMPA
Durante il Roland Garros, la romagnola è stata protagonista di una piccola polemica con la stampa italiana. Dopo una vittoria in doppio, le hanno fatto una domanda sul seguente match in singolare contro Jelena Jankovic. Lei se l'è un po' presa, dicendo che nell'occasione era disponibile per le domande sul doppio. “Se volevate parlare del singolare, potevate venire ieri dopo la mia vittoria contro la Glushko”. Il fatto è che la conferenza stampa del giorno prima si tenne durante il match tra Fognini e Monfils, che aveva avuto la priorità per gli inviati nostrani. Il giorno dopo, l'azzurra si è presentata con una lettera destinata agli stessi giornalisti in cui confermava la sua disponibilità, anche dopo match molto impegnativi, ma chiedeva di capire che la vita di una tennista va oltre le partite. La Errani ha poi specificato che vorrebbe leggere trascrizioni fedeli alle sue risposte. “Se le domande non sono interessanti, le risposte saranno altrettanto. Ho già dimostrato di potermi aprire molto se le domande sono di buon livello. Spero che tutto questo sia un nuovo inizio per tutti”.
PAT RAFTER E LE NORME ITF
La Coppa Davis è spesso oggetto di critiche e discussioni, soprattutto per la formula. Tuttavia, non era mai capitato un dibattito come quello avvenuto durante Australia-Uzbekistan, match valido per il World Group 2015. I canguri hanno vinto con agio, ma nella terza giornata c'è stato un problema: Pat Rafter avrebbe voluto schierare Thanasi Kokkinakis a risultato acquisito. Ma i regolamenti glielo impedivano, visto che il baby australiano non faceva parte del quartetto titolare. “Questo è il caso in cui il regolamento diventa pura m… – ha detto Rafter – si trattava di una partita ininfluente. Credo che sarebbe stato interessante per tutti vedere il potenziale di Thanasi, ma il regolamento me lo ha impedito”. Qualche settimana dopo l'ITF è tornata nell'occhio del ciclone quando l'argentino Tomas Buchhass ha denunciato le disumane condizioni di gioco di un torneo in Cile.
LA BATTAGLIA DEI SESSI NON FINISCE MAI
La lotta tra uomini e donne non conosce soste né pause. Nel 2014 ha accesso mille discussioni la nomina di Amelie Mauresmo come coach di Andy Murray. Tra i più critici c'è stato l'australiano Marinko Matosevic. “Io non potrei mai farmi allenare da una donna. Non ho molta stima per il tennis femminile”. Ovviamente, le repliche sono arrivate a pioggia. “Mi sembra un ragionamento retrogado – ha detto Samantha Stosur – ok, è il suo parere, ma non mi pare così importante”. Matosevic ha poi fatto retromarcia, pur specificando le differenze di interesse tra il tennis maschile e quello femminile. Niente a confonto di quanto è accaduto in Spagna, con la nomina di Gala Leòn come capitano di Coppa Davis. Si è scatenato un dibattito molto violento, con Toni Nadal in prima linea. I critici volevano sottolineare l'inadeguatezza della Leòn a ricoprire il ruolo, ma il discorso è rapidamenti scivolato sul sessismo. Accuse di maschilismo anche per Shamil Tarpischev, che durante una trasmissione russa ha definito “fratelli” le sorelle Williams. La WTA l'ha prontamente multato e squalificato, ma lui non ci sta. Ha già promesso ricorso e vuole addirittura sporgere querela…anche se non sa contro chi!
STAKHOVSKY E GLI “AMICI” BELGI
Quando si tratta di polemiche, Sergiy Stakhovsky è sempre protagonista. L'ITF ha rifiutato Kiev come sede per il match di Davis tra Ucraina e Belgio, imponendo la sede neutrale di Tallinn. Gli ucraini hanno perso, e Stakhovsky non l'ha presa bene. “Credo che la federtennis belga abbia perso qualsiasi decoro. E' un peccato, non è la prima volta”. L'allusione riguardava l'appello per lo schieramento di Nedovyesov nella sfida contro il Kazakistan. Qualche settimana dopo, l'ucraino ha rinunciato al challenger di Mons, scrivendo ironicamente su Twitter che, “alla luce del comportamento della federtennis belga, ritengo molto pericoloso giocare a Mons”. L'ucraino ha poi spiegato che non odia il Belgio, ma solo la sua federazione. E' andata meglio a Yen Hsun Lu: il taiwanese ha saltato una settimana di tornei per partecipare ai Giochi Asiatici, vietato dal regolamento ATP in determinate settimane e circostanze di classifica. Dopo aver rischiato una squalifica di 3 anni e 100.000 dollari di multa (sanzione francamente esagerata) si è risolto tutto positivamente e Lu ha ripreso regolarmente la sua attività.
NICK KYRGIOS, LA POPOLARITA' COSTA
Tutti ricorderanno il 2014 di Nick Kyrgios per la grande vittoria contro Rafael Nadal a Wimbledon. Ma la notorietà ha anche i suoi lati negativi. Prima di affrontare lo spagnolo, a Londra aveva superato Jiri Vesely e i giornalisti gli avevano chiesto cosa ascoltasse prima di un match, visto che si presenta in campo con due enormi auricolari. “Ascolto un po' di tutto. In questa occasione ho optato per il rap, ma non credo che lo farò in futuro. Era Drake, ma non ha svolto il suo lavoro”. Apriti cielo. Il noto cantante si è imbufalito e ha lanciato una specie di dichiarazione di guerra. “Non so chi sia questo Nick come-si-chiama, che avrebbe perso a causa della mia musica. Vorrei incontrarlo, capire che uomo è, e metterlo al suo posto”. Qualche mese dopo, tuttavia, Kyrgios è andato a un suo concerto e lo strappo sembra essersi ricucito. A fine anno, il baby australiano ha anche ricevuto la Newcombe Medal, destinata al miglior australiano dell'anno. La scelta è stata criticata da Sam Maxwell, manager di Casey Dellacqua. A suo dire, la sua assistita aveva tutti i titoli per ottenere il riconoscimento. “Ma certe vittorie hanno avuto troppa pubblicità”. Come fare per ricucire anche questo strappo? Facile: Kyrgios e Dellacqua faranno coppia alla Hopman Cup.
QUESTIONI DI BANDIERA
Il referendum di indipendenza per la Scozia ha avuto esito negativo, così Andy Murray continuerà a giocare per la Gran Bretagna. Tuttavia, il Regno Unito dovrà fare a meno di Aljaz Bedene, residente dal 2008 e prossimo a diventare cittadino britannico. Dopo aver giocato qualche partita con la Slovenia, paese d'origine, sperava di diventare eleggibile per la Davis britannica, ma a fine anno L'ITF ha approvato un regolamento che vieterà di rappresentare una nazione dopo aver già giocato per un'altra. Grande soddisfazione per Daniel Evans, che aveva manifestato più di una perplessità per il possibile ingaggio di Bedene. Anche in Australia non sono mancate le polemiche. Per tutelare la figlia Sara, il focoso John Tomic si è scagliato contro la sua federazione, “rea” di accettare giocatrici da altri paesi (gli ultimi casi sono stati quelli di Ajla Tomljanovic e Daria Gavrilova. “Stiamo comprando le giocatrici anziché investire sulle nostre. Che sta succedendo?”. Non gli sarà nemmeno andata giù la vittoria della Gavrilova nei play-off che offrivano una wild card per l'Australian Open.
DAVIS, LA FINALE DELLE FRECCIATE
Non sono mancate le polemiche nemmeno nella finale di Coppa Davis tra Francia e Svizzera. Prima del match, qualcuno ha fatto notare la residenza fiscale dei giocatori francesi, tutti beatamente in Svizzera. Si sa che Monte Carlo non è vantaggioso per i cittadini francesi…l'avvicinamento alla sfida si è basato sul presunto litigio tra Roger Federer e Stan Wawrinka a Londra, durante le ATP World Tour Finals. Ma i due hanno lavato rapidamente i panni sporchi e si sono presentati più uniti che mai, anche se Gilles Simon aveva scaldato la vigilia invitando il pubblico francese a non essere troppo compiacente nei confronti di Re Roger. “E' abituato a sentirsi idolatrato. Vorrei vedere come può salvare una palla break se tutti vanno contro di lui….”. “A Simon piace parlare – ha replicato Federer – non mi sorprendono le sue parole. Conosco la tradizione della Francia in Davis e so cosa ci aspetta”. Nonostante il tifo di oltre 27.000 spettatori, la Svizzera si è imposta 3-1. “I francesi hanno parlato prima del tempo – ha sibilitato Wawrinka – ognuno dice quello che vuole, ma noi parliamo sul campo. E la nostra spiegazione sta nel risultato”. Pare che anche dopo il match sia volata qualche parolina di troppo tra le due formazioni.