di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Torna a vincere un torneo là dove era iniziata la sua favola, Ivan Ljubicic al nono alloro di una carriera che lo aveva visto sollevare il primo trofeo proprio nella città del Rodano e della Saona. Correva l’anno 2001, quando colui che qualche anno dopo si sarebbe issato alla 3° posizione del ranking mondiale, si sbarazzò al primo turno, nientemeno che del numero 1 del mondo, Guga Kuerten. Che Ljubo stesse attraversando un ottimo momento di forma lo si era capito già nel corso del Master1000 di Shanghai, quando raggiunse i quarti di finale, battendo gente del calibro di Verdasco e Monfils, prima di fermarsi per un problema muscolare, contro un Nadal davvero in grossa difficoltà contro il gioco del croato che, prima di infortunarsi, aveva avuto 3 palle break consecutive per staccarsi anche nel secondo set, dopo essersi aggiudicato il primo.
Le avvisaglie cinesi si sono realizzate più compiutamente nella strepitosa cavalcata vincente del tennista originario di Banja Luka, al “Grand Prix de Tennis” di Lione. L’allievo prediletto del nostro Riccardo Piatti, infatti, giunge in finale (la 21° in carriera, la prima del 2009) concedendo ai suoi avversari appena 2 palle break in tutto il torneo. Il suo avversario in finale, Michael Llodra, uno degli ultimi esponenti del serve & volley contemporaneo, riesce nell’impresa di procurarsi complessivamente ben 4 palle break, 2 delle quali non sfruttate nella prima frazione, vinta da Ivan con il punteggio di 7-5. Non bastano al transalpino 9 ace (saranno 68 a fine torneo) in un set in cui raccoglie troppo poco con la seconda di servizio (3 punti su 14). Parte bene, però, il francese nel secondo parziale, strappando il servizio al croato che, prima della finale, aveva perso solo una volta il servizio, su 43 turni di battuta. Sul 2-0 in suo favore, il parigino fallisce l’opportunità di operare un secondo break, finendo per subire il ritorno veemente (5 giochi di fila) di Ljubo che, per servizio, rovescio e persino mobilità sembra davvero essere tornato il giocatore che ha stazionato nella Top10 per oltre un anno e mezzo, tra la fine del 2005 e l’inizio del 2007.
Per Ljubicic c’è anche la soddisfazione di essere riuscito ad aggiudicarsi un torneo che aveva visto giungere nei quarti, ben 7 transalpini su 8 giocatori. L’unica eccezione era rappresentata proprio dal croato che, nello stadio in cui i francesi celebrarono nel 1991 la vittoria della Davis sugli Stati Uniti, ha così rovinato la festa a un pubblico, in verità, molto corretto che, per il secondo anno consecutivo, vede trionfare un giocatore straniero (Soderling vinse nel 2008), in mezzo a una selva di agguerritissimi “enfant du pays”.
Ljubo è il terzo “over 30” ad aggiudicarsi un titolo quest’anno, dopo Radek Stepanek (30), vincitore a Brisbane e San Jose, e Tommy Haas (31), trionfatore sull’erba amica di Halle. Proprio sull’erba, Ivan aveva ottenuto nel giugno del 2007 l’ultimo titolo Atp, in quel di ‘s-Hertogenbosch. Da allora un lungo digiuno che lo ha visto retrocedere a inizio 2009 sino alla 76° posizione del ranking. Con questo successo Ljubo torna tra i primi 25 giocatori del mondo e si candida a recitare il ruolo di matricola terribile negli ultimi tornei di una stagione che lo rilancia definitivamente nel gotha del tennis mondiale.
© 2009 “Il Tennis Italiano” – Tutti i diritti riservati