Il nostro columnist d’eccellenza commenta il momento magico di Fabio: “Dopo Stoccarda gli ho mandato un sms e gli ho scritto…”

di Ivan Ljubicic – foto Getty Images

Fabio non è una sorpresa per me. Sapevamo che cosa gli mancava per fare le cose importanti. Quando ha vinto Stoccarda, gli ho mandato subito un messaggio di complimenti e gli ho detto: adesso fai filotto. Perché è il classico giocatore che quando prende fiducia e si tranquillizza, è contento e sereno con se stesso, diventa pericolosissimo. Non dico impossibile da battere, però, quando uno come Fabio in finale ad Amburgo salva tre match point e vince il torneo, diventa davvero molto pericoloso.

Adesso deve stare attento a continuare, a star bene fisicamente, non consumarsi troppo. Quando è stanco deve fermarsi. Però deve anche usare questo momento, questa situazione che si è creata. Dopo Monte-Carlo, quando ha fatto semifinale ha voluto fermarsi, non è andato a Bucarest, ha perso il ritmo. Invece adesso se sta bene fisicamente deve provare ad andare avanti.

Tutti, quando hanno fatto il cambio di livello, il salto di qualità, mi viene in mente Del Potro negli Usa, fanno filotto. Devi essere pronto a vincere tanti match di fila. Per farcela non solo devi prendere fiducia ma fisicamente devi stare bene.

Dopo Us Open, San Pietroburgo a parte, difende solo dei primi turni. Però non penso che debba pensarci troppo, ai punti. Deve fare la sua attività e pensare di vincere tutte le partite che gioca. Fine.

Non voglio pompare troppo la situazione ma se sta tranquillo, se gioca bene , anche la sua posizione in classifica può diventare rapidamente eclatante. Quando entri nei primi 16 sei testa di serie quasi dappertutto e quindi ai primi turni ti toccano giocatori che dovresti sempre riuscire a battere. E’ un’altra attività, un’altra vita. Fabio deve abituarsi a viverla e chissà, se fa dei bei risultati tra Slam e Masters 1000, potrebbero cominciare a schiudersi le porte dei primi 10.

Però deve stare molto  tranquillo, farlo come se fosse una cosa normale, non una situazione incredibile (anche se all’inizio gli sembrerà così). Quando sei nel filotto non te ne rendi conto: Tutto ti diventa normale, vincere uno, due, tre tornei di fila. Hai meno pressioni e tensioni di quando magari perdevi al primo turno, al secondo e poi riuscivi a centrare una semifinale, perché allora l’emozione del risultato eclatante era molto più forte.