L’agenzia che gestisce l’antidoping nel tennis: “Il nostro modo di agire non cambia, indipendentemente dal giocatore”
L’ITIA (International Tennis Integrity Agency) torna a farsi sentire sul caso Sinner-Clostebol. Tramite un comunicato ufficiale del CEO Karen Moorhouse, si ribadisce la posizione dell’agenzia:
“Il processo di gestione dei casi antidoping è complesso e comprendiamo che può essere fonte di confusione comprendere le differenze di esito o le incongruenze percepite nel processo. Per essere assolutamente chiari, il processo è definito dal Codice mondiale antidoping, stabilito dall’Agenzia mondiale antidoping e dal Programma antidoping del tennis. Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto. Il modo in cui si svolge un caso è determinato dalle sue circostanze, dai fatti e dalla scienza unici. Nel caso di Sinner, comprendiamo che l’attenzione dell’appello è rivolta all’interpretazione e all’applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente quando si determina quale, se presente, livello di colpa è applicabile al giocatore, piuttosto che all’indagine dell’ITIA sui fatti e sulla scienza”. Un segnale chiaro da parte dell’ITIA a favore del processo svolto nei confronti di Sinner, ribadendo di non aver fatto disparità di trattamento.