A quasi 48 ore dalla finale femminile dello Us Open, l'ITF interviene sulla questione Williams-Ramos, per tutelare l'operato dell'arbitro. "È comprensibile – dicono – che un incidente simile generi un dibattito, ma va ricordato che Ramos ha seguito il regolamento". Una precisazione doverosa, anche a tutela degli stessi ufficiali di gara.Ci sono volute quasi 48 ore, più che sufficienti per far lievitare una delle polemiche più rumorose degli ultimi anni di tennis, ma finalmente, dopo il comunicato – evitabile – della WTA e le parole del CEO Steve Simon, sul polverone sollevato dalla finale femminile dello Us Open è arrivata anche una dichiarazione da parte dell’ITF, organo che governa i tornei del Grande Slam ed è responsabile dell’intero mondo degli ufficiali di gara internazionali. “Carlos Ramos – si legge nella nota pubblicata sul sito web dell’ITF e diffusa attraverso i canali social ufficiali – è uno dei giudici di sedia più esperti e rispettati nel mondo del tennis. Le sue azioni hanno seguito le regole e sono state confermata dalla decisione dello Us Open di multare Serena Williams per tutte le tre violazioni. È comprensibile che, visto il contesto, un incidente simile generi un dibattito, ma allo stesso tempo è importante ricordare che il signor Ramos ha esercitato i propri doveri applicando il regolamento vigente, e ha agito in ogni momento con professionalità e integrità”. Il fatto che la statunitense sia stata sanzionata per tutte le tre violazioni del codice di condotta (anche se l’entità della multa è stata meno dell’1% del prize money raccolto, ma questo è un altro discorso) era già una tacita conferma della bontà regolamentare dell’operato di Ramos, altrimenti il referee del torneo avrebbe potuto depenalizzare qualsiasi infrazione. Tuttavia, vista la portata mediatica della vicenda, da parte della Federazione Internazionale era doveroso un intervento pubblico che mettesse i puntini sulle i dei risvolti regolamentari della vicenda, specie dopo che Ramos è stato ingiustamente e inspiegabilmente tacciato di sessismo dalla furia di Serena.IL RISCHIO DELL’EFFETTO OPPOSTO
Animati dallo sfogo in campo e ai microfoni della campionessa statunitense, in molti hanno puntato il dito contro la condotta del giudice di sedia portoghese, attaccandosi al fatto che potesse essere un po’ più morbido nella gestione della situazione. Punto di vista che può anche essere condiviso, visto che spesso agli arbitri viene data la possibilità di utilizzare un po’ di sano buon senso, ma è importante tenere ben presente che Ramos ha solo fatto il proprio dovere, a differenza di quanto – giusto per fare un esempio recente – è successo a Mohamed Lahyani. Lo svedese nel match Kyrgios-Herbert ha esagerato, e infatti è stato puntualmente richiamato a seguire le regole, mentre Ramos non ha sbagliato nulla, tanto che la decisione dello Us Open di portarlo subito fuori dal campo e non premiarlo al termine della finale è stata assolutamente fuori luogo. Va detto che sicuramente il portoghese ha subito ricevuto l’appoggio di chi di dovere, ma era sacrosanto che l’ITF prendesse posizione anche pubblicamente. Ne va del rispetto e della tutela dei suoi stessi ufficiali di gara, anche per evitare il rischio che vengano tacciati di sessismo ogni volta che durante un incontro femminile prendano delle decisioni che non piacciono alle giocatrici in campo. Uno scenario, questo sì, che potrebbe influenzarne l’operato. La Williams ha visto del marcio in una situazione che di marcio non aveva nulla, e per questo farebbe bene a scusarsi – almeno privatamente – per alcune accuse mosse a Ramos. Perché, per quanto sia apprezzabile il fatto che si senta paladina del femminismo e modello per ogni madre che decide di tornare a lavorare, i due aspetti non hanno nulla a che vedere con le decisioni dei giudici di sedia delle sue partite di tennis. Così come il suo sesso.
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