Si ferma ai quarti di finale il cammino degli azzurri guidati da Renzo Furlan: dominante la Repubblica Ceca in entrambi i singolari disputati, con Machac concede solo tre giochi a Cobolli

Ray Giubilo

L’Italia non riesce nell’impresa e termina il suo cammino nella United Cup 2025 ai quarti di finale, con la Repubblica Ceca che ha inflitto un pesante 2-0 dopo i primi due singolari. Dopo la sconfitta di Jasmine Paolini è arrivata anche quella di Flavio Cobolli, che si è arreso con il punteggio di 6-1, 6-2 a Tomas Machac che ha archiviato in meno di un’ora di gioco. Se nel primo match il punteggio severo in parte non raccontava dell’equilibrio del match – con i tanti game risolti ai vantaggi – in questo caso non c’è mai stata davvero partita, con un Cobolli apparso scarico fin dalle prime battute. Un peccato uscire dalla competizione dopo una fase a gironi che aveva visto l’Italia assoluta protagonista, con sei vittorie su sei e soltanto un set perso in tutti i match disputati.

Serviva una partenza forte per Cobolli per spazzare via la negatività del match precedente e ridare fiducia all’intera squadra, partenza che non c’è stata con Machac che ha realizzato il break alla prima occasione utile e portandosi subito sul 3-0. Il tennista romano non è riuscito a mettere il match sui binari dell’agonismo – condizione nella quale si trova a suo agio – e questo ha favorito il gioco del ceco che ha potuto così giocare in scioltezza. Un secondo break sempre subito a quindici condanna definitivamente Cobolli nel primo set, che nonostante il 62% di prime palle in campo di Machac e il 50% di punti con la seconda non è riuscito mai ad arrivare a palla break.

L’inizio di secondo set sembrava poter restituire un po’ di fiducia a Cobolli con i primi due turni di servizio tenuti in scioltezza, ma nel corso del quinto gioco è arrivata la prima palla break del set in favore di Machac su cui l’azzurro commette il terzo doppio fallo del match e fa salire 3-2 l’avversario. Con un set e un break di vantaggio diventa tutto semplice per il numero uno ceco che ha concesso davvero il minimo sindacale – un solo punto perso al servizio nel secondo set – e con un secondo break nel settimo gioco va poi a chiudere al primo match point utile.