Vittorie intense e sudate per Fognini e Vinci al Canadian Open. Fabio lotta tre ore contro Lu e trova Kohlschreiber. La tarantina rimonta da 1-5 al terzo grazie anche ai consigli…della Errani!
Fognini impegnato ad Amburgo contro Kohlschreiber. Lo ritroverà a Toronto
Di Riccardo Bisti – 8 agosto 2012
Nei grandi tornei è difficile trovare avversari mediocri. E’ così anche alla Rogers Cup, caso unico di “Virtual Combined”. Uomini e donne giocano in contemporanea, ma in due città diverse. Negli anni pari, i maschietti vanno a Toronto e le femminucce a Montreal, con inversione negli anni dispari. In attesa di conoscere le decisioni di Andy Murray (che al secondo turno dovrebbe giocare contro Flavio Cipolla), l’Italia piazza anche Fabio Fognini tra i primi 32. Reduce dalle qualificazioni, il ligure ha vinto una partita dura e combattuta contro Yen Hsun Lu, detto “Randy” perché la sua maestra di inglese faticava a pronunciare correttamente il suo nome. Anche Fognini ha avuto problemi a decifrare il tennis leggero e veloce del taiwanese, che inizio carriera disse “vorrei diventare il primo cinese a entrare tra i primi 10 del mondo”. Oggi ha 28 anni e probabilmente ha rinunciato all’obiettivo, ma verrà ugualmente ricordato per aver battuto Murray alle Olimpiadi di Pechino e per aver raggiunto i quarti a Wimbledon 2010 (battendo Roddick, finalista in carica). Fognini è stato bravo a voler vincere questa partita a tutti i costi. Il 7-6 5-7 7-6 finale rende l’idea di una battaglia furibonda, ben gestita dall’azzurro nei momenti chiave. Come il tie-break del primo set, quando è stato sotto 4-6 prima di chiudere 9-7 e dopo aver sciupato quattro setpoint quando era andato a servire sul 6-5. O come sul 5-5 del terzo, quando ha cancellato tre palle break che avrebbero mandato Lu a servire per il match. Invece Fabio restava a galla e “portava a casa”, come dice lui, una partita molto importante. Intanto si è confermata giusta la scelta di andare in Canada piuttosto che giocare il challenger di San Marino, dove avrebbe ottenuto una wild card. Una finale ai piedi del Monte Titano gli avrebbe fruttato 65 punti, mentre a Toronto ne ha già incassati 70 (25 delle qualificazioni più 45 per il secondo turno). Poi una settimana di cemento in più sulle gambe gli farà bene in vista dello Us Open, e non è detto che il percorso sia finito qui. Al prossimo turno avrà un match non impossibile contro Philipp Kohlschreiber, da cui ha perso qualche settimana fa ad Amburgo. Avversario ostico, ma al secondo turno di un Masters 1000 poteva andare peggio. Di Fognini piace la mentalità aggressiva, la voglia di andare a giocarsela nei tornei importanti. Dovrebbe essere scontato, ma in un paese dove spesso si privilegiano scelte provinciali, beh, è giusto sottolineare quelle virtuose.
Un’altra campionessa di mentalità è Roberta Vinci. La pugliese ha saputo tirarsi fuori, miracolosamente, da una sconfitta pressochè certa contro Yanina Wickmayer. Roberta è emersa da due ore e mezzo di tennis con il punteggio di 6-2 3-6 7-5. Nel primo set ha dominato, vincendo quattro giochi consecutivi dal 2-2. Nel secondo bastava un break alla belga per allungare la sfida al terzo set. Al cambio campo, anziché coach Francesco Cinà, la Vinci ha chiamato…la sua amica Sara Errani. I consigli della numero 1 azzurra sono serviti…a scoppio ritardato. La Vinci è finita sotto 5-1 nel terzo e l’avventura sembrava finita. Invece ha saputo vincere sei giochi consecutivi e ha portato a casa una bella partita e una bella soddisfazione. Nella maxi-rimonta dell’Uniprix Stadium, Roberta ha anche annullato un matchpoint alla belga sul 5-2 nel terzo, tirando un bel vincente con il dritto. Al secondo turno sfiderà Ana Ivanovic, con cui è sotto 5-2 nei precedenti ma ci ha vinto lo scorso anno proprio al Canadian Open (che si giocava a Toronto). Chissà che non sia di buon auspicio, anche perché lo scorso anno, prima di affrontare la Ivanovic, battè proprio la Wickmayer. Tra gli altri risultati, si segnala la netta vittoria di Tamira Paszek su Julia Goerges (6-2 6-1) e l’incredibile “double bagel” rifilato da Sesil Karatantcheva a Sorana Cirstea. La 23enne bulgara, che oggi gioca per il Kazakistan, sta faticosamente cercando di tirarsi su dopo la squalifica per doping di qualche anno fa.
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...