L'eroe britannico di inizio torneo è un ex top-10 junior che era finito, suo malgrado, nella lotta tra il padre e la federazione. Disobbedendo a papà Simon è tornato a giocare per la LTA e oggi è il più giovane indigeno a passare un turno dai tempi di Murray. 

“Intascherò 47.000 sterline? Bene, almeno eviterò di farmi ospitare a casa di amici durante i tornei. A volte capita che non ci sia spazio e mi tocchi dormire per terra…”. A 21 anni, Liam Broady è il più giovane britannico a passare un turno a Wimbledon dal 2008, quando a riuscirci fu un certo Andy Murray. Rimontando due set di svantaggio a Marinko Matosevic, si è assicurato un montepremi (che andrà detassato, per carità) corrispondente ai tre quarti di quanto guadagnato in tutta la carriera. Ma Liam non li spenderà in oggetti o auto di lusso: semplicemente, renderà più confortevole il suo tentativo di scalata al ranking ATP. “Metterò quel denaro in un luogo sicuro, magari in cassaforte. Lo tirerò fuori soltanto nel momento del bisogno. Negli ultimi anni ho avuto amici fantastici che mi hanno dato una grande mano, ma io viaggio 35-40 settimane all'anno. Per questo i soldi faranno comodo”. I sogni di Broady avevano preso forma quattro anni fa, quando fu finalista del torneo junior. Come per tanti ragazzi, la transizione a professionista è stata dura. Oggi, ad ogni modo, è numero 182 ATP e crescerà ancora. Insieme a lui coach Mark Hilton, il preparatore Ric Moylan e Adrian Tannock, una specie di mentore. Come aveva fatto per Kyle Edmund, sostenuto addirittura in tribuna durante il Roland Garros, Andy Murray ha mostrato tutta la simpatia per Broady, facendogli i complimenti via Twitter. Ovviamente, il n. 3 del mondo è una fonte d'ispirazione per il mancino Liam. “Andy desidera il meglio per il tennis britannico, dedica molto tempo allo sviluppo e penso che sia fantastico. Non ha obblighi in questo senso, ma lo fa comunque”. La storia di Broady è curiosa perchè va in controtendenza con quelle di tanti tennisti, spinti fin quasi allo sfinimento dei genitori. A casa Broady, invece, papà Simon non voleva che il figlio avesse a che fare con la federazione, anche a costo di non farcela. Quando il figlio è tornato sotto l'ala protettrice della LTA, si era fermamente opposto. Gli altri membri della famiglia, invece, lo hanno sostenuto. Tra loro anche la sorella Naomy, discreta giocatrice eliminata al primo turno. C'era anche lei in tribuna a fare il tifo per il fratello. “Ad essere onesti, mio padre non mi è neanche venuto in mente. Però è stato fantastico vedere mia sorella e tutti gli altri. Poter condividere questo successo con le persone che amo ha reso tutto ancora più speciale”.


QUELLA VECCHIA FOTO DELLA SORELLA

Oltre al bonifico sul conto corrente, avrà in omaggio un match contro David Goffin, testa di serie numero 16. Avversario certamente più ostico di Matosevic, che contro di lui ha raccolto la 12esima sconfitta consecutiva. Ma era comunque favorito contro Broady, che ha saputo coinvolgere la folla e ha esultato in stile Nadal. Questo ragazzo ha tutto per diventare un personaggio, a partire dalla folta barba, fatto molto raro nel tour. L'ultimo a tenere un look del genere è stato lo svizzero George Bastl, giustiziere di Sampras nella sua ultima apparizione ai Championships. Ma all'epoca era perfettamente sbarbato. Broady non ha avuto niente in regalo: ha lottato nei bassifondi del circuito, scontrandosi con un vivo scetticismo. Secondo molti, non aveva le capacità necessarie per sfondare. Eppure possiede un discreto rovescio (molto migliorato negli anni) e un gran cuore, mischiato a testardaggine. Nel 2007, papà Simon dichiarò guerra alla LTA dopo che sul social network "Bebo" (Facebook e Twitter erano ben lontani dal boom) era comparsa una foto in cui Naomy sembrava in stato di ebbrezza. In abiti succinti, insieme all'altro giocatore David Rice, posava accanto a un distributore di preservativi. La cacciarono dal sistema federale, animando l'orgoglio ferito del padre. Ma anni dopo, anche lui si è dovuto arrendere al volere di Liam. Il match contro Matosevic si è giocato sul Campo 18, lo stesso dove cinque anni fa ci fu il clamoroso Isner-Mahut. Ovviamente, è stata la sua prima partita da cinque set. Forse è un po' tardi per scardinare le gerarchie del tam britannico di Davis, ma il capitano Leon Smith avrà certamente dato un'occhiata alla sua partita. Adesso troverà un giocatore che conosce: “Ho visto Goffin in un future in Belgio quando avrò avuto 15 anni. Per questo non mi sentirò a disagio, non è che scendo in campo contro Djokovic. David è un giocatore fantastico, ma non avrò niente da perdere”.


CONCITTADINO DI FRED PERRY

I Broady arrivano da Stockport, 130.000 abitanti nel cuore dell'Inghilterra, la stessa città dove è nato Fred Perry. Come se non bastasse la pressione “geografica”, c'è questa vicenda legata alla sorella che li spedì fuori dal sistema tennis britannico, costringendo il padre a vendere casa per trovare le risorse e continuare a farli giocare. In verità, la vecchia LTA guidata da Roger Draper aveva fatto più di un'offerta per assicurarsi le performance di Liam. “Volevano farci tornare nel recinto, ma io ho sempre detto no” disse Simon Broady. Le aziende avevano puntato su di lui sin dai tempi junior, quando era fisso tra i primi 10. La strada per riuscirci anche tra i grandi è lunga, ma intanto l'onore di famiglia è salvo, anche mettendo da parte l'orgoglio del padre. E anche Naomi, tutto sommato, si è costruita la sua strada. Qualche anno fa l'avevano scambiata per Maria Sharapova: adesso, almeno, dovrebbero riconoscerla. Ma il vip, in questi giorni, si chiama Liam e porta una barba da ribelle.