Le risposte del nostro direttore sulla squadra italiana di Davis, il futuro delle nostre top players e su molto altro ancora; quali regole cambiare? Chi schierare alle Olimpiadi?
Per tornare super-competitiva, a Francesca Schiavone servirebbe un coach "alla Furlan"

TennisBest – 8 febbraio 2012

Le risposte del nostro direttore, LORENZO CAZZANIGA, sulla squadra italiana di Davis, il futuro delle nostre top players e molto altro ancora.
  
Fosse al posto del capitano Corrado Barazzutti, chi schiererebbe contro la Repubblica ceca? (Fabio, Monza)
Seppi senza dubbio: dal suo match della prima giornata contro Radek Stepanek passano le (poche) speranze dell’Italia. Come secondo singolarista, punterei su Simone Bolelli, nella speranza che trovi un acuto in stile Wimbledon 2011 contro Wawrinka. Ritrovasse il suo miglior tennis, è l’unico che ha le potenzialità per reggere l’urto con Berdych. E, sulla carta, non dovrebbe dispiacergli un avversario che gioca pulito. Sono per certi versi due tennisti molto simili, per quanto il rendimento sia differente. Questo permetterebbe a Barazzutti di tenere a riposo Potito Starace per il doppio che il campano dovrebbe giocare al fianco di Daniele Bracciali e che rappresenta l’altra occasione per portare a casa un punto.
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L’Italia di Fed Cup è passata ma non trova che qualcosa si stia incrinando nel rendimento delle nostre migliori giocatrici? Dobbiamo preoccuparci per lo stato di forma della Schiavone? (Tiziana, Cuneo)
Beh, quando Lesia Tsurenko, giocatrice di 23 anni mai entrata nella top 100 mondiale, appare una novella Steffi Graf (cit.), un po’ di preoccupazione è legittima. Passi per la Pennetta che era infortunata, passi per la Vinci che ha disputato un buon doppio, passi per la Errani alla quale non si può chiedere di colpo i miracoli, la Schiavone ha disputato due match inguardabili. Penso debba tornare a farsi seguire da un tecnico "alla Furlan”, che le rimetta insieme i cocci di un gioco che pare essere andato in frantumi. La Schiavone ci ha sorpreso in tante occasioni, ma per come l’abbiamo vista in questi primi due mesi del 2012, sarebbe sorprendente ritrovarla a fine anno ancora numero 11. Ma quel che più deve preoccupare è che dietro non spuntano eredi. La Errani è giovane ma temo non abbia margini straordinari di miglioramento. E adesso gli appassionati sono abituati alle finali Slam, alle vittorie in Fed Cup…
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Caro Direttore, qual è la regola che cambierebbe più volentieri? (Fabio, Messina)
Il tennis è sport molto tradizionalista e così lo sono anche tanti appassionati e (soprattutto) dirigenti, quindi è difficile intervenire sul regolamento. Personalmente sono favorevole al “no ad”, cioè al punto decisivo sul 40 pari che favorirebbe spettacolo, adrenalina e accorcerebbe un po’ i tempi di gioco. Però, prima ancora di questo (si tratterebbe di una piccola rivoluzione) farei più semplicemente rispettare una regola che già esiste: i 25 secondi tra un punto e l’altro. Gli studi condotti sulla finale dell’Australian Open 2012 hanno dimostrato come sia durata un’ora e 10 minuti in più solo per il maggior tempo impiegato a rimettere la palla in gioco da Djokovic e Nadal rispetto a quanto concesso dal regolamento. Mai visto in nessuno sport una regola violata costantemente e mai sanzionata. Ora, capisco concedere qualche secondo extra quando giochi da quattro ore e hai appena chiuso uno scambio da venti colpi. Ma che senso ha permettere ad un giocatore di servire dopo quaranta secondi nel secondo game della partita? Basta con la richiesta di asciugamano dopo tre punti! O meglio, che un giocatore sia libero di fare ciò che vuole in quei 25 secondi, ma quando sgarra deve essere subito avvertito, poi multato, quindi penalizzato di un punto. Già il tennis presenta tanti momenti morti, se poi ne creiamo di nuovi…
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Secondo lei, quale coppia di doppio misto dovrebbe schierare l’Italia alle Olimpiadi di Londra? (Roberto, Francavilla)
Considerando che si giocherà sull’erba, direi che per attitudine Andreas Seppi e Roberta Vinci, unici in attività ad aver vinto un torneo su questa superficie, sarebbero la coppia migliore. Potrebbe ambire ad un posto anche Daniele Bracciali, che sull’erba gioca bene ed è l’azzurro che interpreta meglio la specialità. Però si parlava di una possibile coppia Starace-Pennetta oppure Starace-Schiavone. Molto dipenderà da come si sviluppa la stagione, ma sarebbe curioso veder schierati Starace e Schiavone sulla superficie che meno gradiscono.
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Caro Direttore, come incide il disegno di un telaio nelle sue performances? Come mai due racchette molto simili (Aero e Pure Drive) sono in realtà diverse, la prima di controllo, la seconda di potenza pura? (Andrea Alberici)
Il design in una racchetta da tennis influisce tanto, esattamente come per un qualsiasi oggetto che deve muoversi nell’aria. Un telaio di profilo più stretto o di ovale più ampio, si muove nell’aria in maniera differente e con prestazioni inevitabilmente diverse. Prenda le due racchette che ha citato: il differente design della AeroPro Drive che presenta gli steli appiattiti, consente sia di inclinare maggiormente l’attrezzo sia di ottenere maggior penetrazione nell’aria, favorendo le rotazioni. Per quanto riguarda il paragone tra AeroPro Drive e Pure Drive, credo che le differenze nelle prestazioni siano proporzionali alle differenze costruttive. Non dico che un giocatore di club debba avvertire stravolgimenti se gli vengono aggiunti tre grammi di peso alla sua racchetta come accade a Rafael Nadal, ma suppongo che cambiare la costruzione e la forma degli steli della racchetta sia una variazione sufficiente per avvertire una qualche differenza anche da parte di un semplice appassionato di livello amatoriale.
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LETTERE AL DIRETTORE (31 GENNAIO 2012)