IL DIARIO DI CLAUDIO. Nel 1996, Pistolesi andò in Giappone per aiutare un paese tennisticamente arretrato. Oggi il Sol Levante ha tre tennisti nel main draw, uno in più dell’Italia…
Go Soeda è allenato da Davide Sanguinetti, storico allievo di Pistolesi

  
   
 Da Londra, Claudio Pistolesi – 29 luglio 2012
  
Così come succede per il torneo di Wimbledon, il punto di incontro nevralgico dell’Olimpiade tennistica è il giardino sotto il ristorante giocatori. Proprio lì, mentre aspettavo che chiamassero il match di Daniela Hantuchova (a proposito, grande vittoria contro la LiNa ) vedo Marco Panichi, mio grande amico e uno dei migliori preparatori fisici al mondo, con la tuta della Cina, che parlava con Davide Sanguinetti con la giacca del Giappone, ormai per tutti Guinetti-San. Passa Max Sartori, amico di una vita, e ci dice che "Non vi si può guardare" con uniformi diverse da quella italiana. Rifletto sulla tristezza del fatto, di totale evidenza, che il tennis italiano è spaccato in due, quelli dentro e quelli fuori il " sistema" , la parola del vocabolario Italiano che detesto di piu in assoluto perché presume una appartenenza allo stesso per ottenere possibilità di lavoro. Un concetto che umilia il criterio principe che lo sport ci insegna per ottenere i risultati: il merito.

Negli altri paesi non funziona così. Vedo tre ragazzi giapponesi, Kei, Go e Tatsuma, che sembrano usciti da un cartone animato, appunto, giapponese di quelli di una volta, tipo Goldrake o Jeeg Robot d' acciao. Vado con la memoria al 1996 quando andai in Giappone per aiutare il tennis del loro paese avendo conosciuto un di giocatore con grande potentiale, Takao Suzuki. Per dieci anni Takao è stato un esempio di coraggioso e mentalità internationale, è venuto ogni anno a Roma, alla mia Accademia al Forum Sport Center , ed ha aperto la strada ai nuovi tennisti. Oggi il Giappone ha tre giocatori nel main draw delle olimpiadi,  uno in più dell Italia. L'esempio, il lavoro , la cultura sportiva, il sogno da far diventare realtà nello sport contano, eccome se contano…

IL DIARIO DI CLAUDIO – PARTE 1