A Tarbes è andato in scena il torneo under 14 più bello del mondo, dove tanti giocatori e giocatrici poi diventati numero uno al mondo sono passati. Non tutti hanno trionfato, alcuni neanche nelle quali

Anche quest’anno ho avuto la gioia di andare a Tarbes a vedere il torneo under 14 più bello del mondo “Les Petits As“.
Questo evento è seguitissimo in tutta la Francia; l’Equipe il più importante giornale sportivo del mondo e uno dei pochi che ancora parla di sport non di pettegolezzi da massaie al mercato come fanno i nostri quotidiani non solo sportivi purtroppo.
A chi ama lo sport come me fa male vedere la differenza di cultura tra la Francia e noi: impianti pubblici belli e funzionali, palazzetti, campi e piste ciclabili progettate e non rubate ai pedoni come in Italia dove si rischia l’incolumità.
In tutte le scuole lo sport è d’obbligo ed è veramente triste vedere questa differenza: da noi la cultura sportiva esiste eccome ma è rinchiusa in nicchie di appassionati, è in mano a privati o rari appassionati o spesso si trova in posti che ospitano sport cosiddetti “minori” “ma che in realtà sono il vero zoccolo duro della nostra cultura.
È bellissimo entrare in un campo di atletica, in una palestra di boxe o di scherma, sui campi di rugby, in piscina e via dicendo. Ti rimette al mondo e respiri lo sport, parli di vero sport.
Il menefreghismo del governo italiano verso lo sport che esiste da almeno 70 anni, che sono la mia età, è una piaga sociale quasi peggiore della mafia e non esagero. Ma parliamo del torneo che è meglio.
Qui hanno giocato tantissimi campioni ma pochi di loro hanno vinto, specialmente tra i maschi che hanno uno sviluppo più lento delle ragazze.
E questa è una nota che dovrebbe far pensare Federer, Djokovic, Medvedev e tanti altri che hanno perso subito, oppure Wawrinka che addirittura ha perso al primo turno di quali. Gasquet e soprattutto Nadal sono stati i vincitori più importanti.
Tra le donne vinse la Hingis e altre forti ma non vinsero Azarenka, Cljstets oppure Ivanovic, poi diventate numeri 1 del mondo.
Altri, tipo Sinner, ad esempio neanche sono entrati in quali.
Questo dovrebbe come dicevo far riflettere quei genitori che pensano troppo alla procacità.
Io che per lavoro devo scegliere guardando a quello che saranno questi ragazzi e ragazze tra 6/7 anni devo indovinare. Vedere più la potenzialità e i margini di miglioramento che hanno questi bambini, vedere se sono allenati per fare i giocatori veri o per vincere da junior cosa, che a me non interessa.
Ciò non toglie però che se uno dei nostri, come è successo quest’anno, vince, io non sia contento.
Mario Vukovic, un ragazzo francese di origine serba, è uno dei nostri ed ha vinto il torneo ma io più che per la vittoria sono contento per i miglioramenti mostrati.
Ora il problema per lui sarà di non cullarsi su questa vittoria che tra due anni nessuno ricorderà più.
Mario gioca bene, ha grandi doti, lotta ed è aggressivo e ancora ha tanti margini di miglioramento. Se resta umile, mi farà divertire.
Onestamente non ho visto tantissimo tra i bimbi: mi è piaciuto un altro francese, Thomas Grebault, un po’ troppo piagnone e viziato ma con grandi doti; poi Francisco Sardinha, un portoghese piccolissimo ma dotatissimo: purtroppo il padre ha il fisico da fantino, speriamo la madre sia una corazziera, ma temo di no.
Anche Moritz Freitag, un austriaco talentuoso, mi è piaciuto : vedete, il servizio nel tennis maschile è una conditio sine qua non. Se avessi la palla di cristallo e sapessi che servirà bene, sarei già in Austria a parlare coi genitori ma per ora lo seguo solo.
Ce ne sono altri ma ne cito uno solo perché ha sangue italiano. Si chiama Novak Palombo, è australiano, piccolino ma la palla gli va alla grande : qui ha giocato male ma pace …
Con le ragazze è più facile: la nostra – nel senso della nostra agenzia – non ha vinto. Si e fermata in semifinale ma io impazzisco per lei.
Si chiama Sakino Myazawa, è giapponese e fa la volée meglio di Federer, è piccola ma unica : vorrei portarla in Italia a giocare Salsomaggiore e Firenze o Prato ma avrò bisogno di wild card e non sarà facile.
La ha battuta una russa, Ekaterina Dotchenko, che è una fisicamente già forte molto solida che non ti regala nulla e che ha vinto il torneo.
Voglio citare Elizaveta Anikina, estone che è allenata da Federico Ricci – un bravissimo coach italiano – che lavora in Finlandia e sarà molto buona. L’inglese Liv Zinngdi, origine cinese la cui mamma simpaticissima parla un buon italiano; e soprattutto un’americana, Emery Combs, che pur essendo molto femminile gioca come un uomo e mena come un fabbro.
Concludo dicendo che non c’erano italiani in tabellone, né maschi e femmine, ed è il secondo anno consecutivo.
Due – un maschio ed una femmina, Nicholas Basilone e Benedetta Terzoli – hanno fatto le quali ma non ce l’hanno fatta. Bravi comunque, come detto neanche Wawrinka le passò. Non è un bel segnale per il nostro tennis ma neanche un dramma.
Ah, c’era anche il fratello di Alcaraz che gli somiglia parecchio.
Per ora solo fisicamente.