Wimbledon è l'unico Slam che non aderisce ai criteri di reprocità delle wild card promosse dagli altri Major. Per questa ragione, in teoria, potrebbero privilegiare gli atleti di casa. Invece sono molto severi, specie dopo i pessimi risultati delle wild card britanniche negli ultimi cinque anni. Dal 2010 a oggi, gli "invitati" hanno raccolto un misero bilancio di 3 vittorie e 35 sconfitte con una percentuale dell'8%. Per questa ragione, nel 2015 hanno privilegiato gli stranieri: delle otto wild card nel tabellone maschile, soltanto tre sono andate ai tennisti di casa: Kyle Edmund, James Ward e Liam Broady (Johanna Konta, Naomi Broady e Laura Robson sono state "premiate" tra le donne). In campo femminile, tra l'altro, ben tre inviti sono rimasti inutilizzati, allargando così il "cut-off". Va detto che i perdenti al primo turno di Wimbledon intascano 40.000 dollari: evidentemente la LTA ha preferito non aiutare chi – a loro parere – non merita. Negli ultimi anni, le wild card erano assegnate ai soli brtannici compresi tra i top-250 ATP-WTA, ma dal 2015 i criteri sono ancora più restrittivi e su base personale. . Per questa ragione, in teoria, potrebbero privilegiare gli atleti di casa. Invece sono molto severi, specie dopo i pessimi risultati delle wild card britanniche negli ultimi cinque anni. Dal 2010 a oggi, gli "invitati" hanno raccolto un misero bilancio di 3 vittorie e 35 sconfitte con una percentuale dell'8%. Per questa ragione, nel 2015 hanno privilegiato gli stranieri: delle otto wild card nel tabellone maschile, soltanto tre sono andate ai tennisti di casa: Kyle Edmund, James Ward e Liam Broady (Johanna Konta, Naomi Broady e Laura Robson sono state "premiate" tra le donne). In campo femminile, tra l'altro, ben tre inviti sono rimasti inutilizzati, allargando così il "cut-off". Va detto che i perdenti al primo turno di Wimbledon intascano 40.000 dollari: evidentemente la LTA ha preferito non aiutare chi – a loro parere – non merita. Negli ultimi anni, le wild card erano assegnate ai soli brtannici compresi tra i top-250 ATP-WTA, ma dal 2015 i criteri sono ancora più restrittivi e su base personale.