Il tennis è pieno di strisce negative, non pubblicizzate eppure impressionanti. Dalle maledizioni di Benneteau e del duo Matosevic-Lorenzi all’incapacità di Ryan Harrison di battere un top-10.

Di Riccardo Bisti – 20 settembre 2014

 
L’associazione giocatori è molto attenta a distribuire qualsiasi tipo di statistiche, ma difficilmente vengono promossi i numeri negativi. La curiosità verso questo tipo di ricerche è molto datata, dalla storica frase di Vitas Gerulaitis quando finalmente riuscì a battere Jimmy Connors al 17esimo tentativo, dopo aver sommato 16 sconfitte. “Nessuno può battermi per 17 volte di fila” disse il compianto Vitas. Da allora, la sua frase è stata oggetto di un mucchio di imitazioni. A volte i numeri possono essere molto crudeli. Ma poi danno anche grandi soddisfazioni. Basti pensare a Sara Errani, incapace di battere una top-10 in ventotto scontri diretti. Al 29esimo, al Roland Garros 2012, vinse contro Angelique Kerber e diede il via a una straordinaria escalation. Ecco alcune delle serie negative più famose degli ultimi anni.
 
RYAN HARRISON E I TOP-10
Condannato dal suo passaporto, e da quella vittoria nel circuito ATP ad appena 16 anni, l’americano è stato presentato come un possible fenomeno. E quando battè Ivan Ljubicic allo Us Open 2010 sembrava pronto a raccogliere l’eredità di Andy Roddick. Invece, al momento di affrontare i top-10, ha sempre perso. Attualmente ha perso 20 partite senza vincerne neanche una. E’ la peggiore striscia contro i top-10. Curiosamente, lo seguivano Carlos Berlocq e Santiago Giraldo con 0 vittorie e 19 sconfitte. Ma nel 2014 Berlocq si è imposto su Berdych e Raonic a Oeiras (dove ha vinto il titolo), mentre il colombiano ha superato Andy Murray a Madrid. E così, il primato di Harrison diventa sempre più solido. E triste.
 
LE NOVE SCONFITTE CONSECUTIVE DI JANOWICZ (SERIE INTERROTTA)
Dopo l’esplosione di Bercy 2012 e l’ottima semifinale a Wimbledon dell’anno scorso, Jerzy è sprofondato in una spirale da cui sembra incapace di risollevarsi. Lo abbiamo visto su Youtube mentre si dilettava con il rap, ma sul campo non trova soluzioni. A Roma è stato ad un soffio dal successo contro Kohlschreiber, ma gli è andata male. La striscia più lunga fu quella di Vince Spadea, che perse 21 partite di fila tra il 1999 e il 2000, interrompendola con un clamoroso successo a Wimbledon su Rusedski. Un paio d’anni fa, Donald Young arrivò a 17 ma riuscì ad evitare il record negativo. Jerzy ha evitato di entrare in doppia cifra vincendo un paio di partite a Roland Garros, ma per lui è stato un incubo.
 
MATOSEVIC, LORENZI E LE ZERO VITTORIE SLAM  (SERIE INTERROTTA)
Tra l’australiano e il nostro Paolo Lorenzi era in corso una scommessa. Il primo a vincere una partita Slam avrebbe offerto una cena all’altro. I due “vantavano” il record di partecipazioni senza vittorie (12). Condividono il primato con l’argentino Sergio Roitman, ormai ritirato. A Parigi, Matosevic ha superato Dustin Brown, mentre Lorenzi ha dovuto aspettare altri tre mesi per passare il primo turno allo Us Open. E pensare che entrambi non hanno problemi di resistenza: Paolino ha vinto match di quattro ore sulla distanza dei tre set, mentre l’australiano per poco non batteva Nishikori all’Australian Open. Il record negativo di Josè Altur, attuale coach di Ferrer, è "salvo".
 
BENNETEAU E LA MALEDIZIONE DELLE FINALI
Il francese ha vissuto (e sta vivendo) un’ottima carriera. Arriva spesso in finale…ma non ne ha vinta neanche una. Attualmente, il suo bilancio parla di zero vittorie e nove sconfitte. In questo momento, il francese è alla pari con Cedric Pioline e Pat Dupre (famoso per aver battuto Panatta nei quarti di Wimbledon nel 1979). Quest’ultimo ha vinto la sua decima e ultima finale a Hong Kong nel 1982, mentre Pioline ne ha vinte cinque delle ultime otto, peraltro vincendo anche un Masters 1000 a Monte Carlo. Benneteau ha 33 anni e rischia di non avere più molte possibilità. Di sicuro, dovesse raggiungere un’altra finale, avrebbe addosso una pressione pazzesca. Si è consolato vincendo il doppio a Roland Garros…
 
BERDYCH E LA MALEDIZIONE NADAL
Se da un lato è imbattibile con Kevin Anderson (11-0), il ceco non viene più a capo di Rafa Nadal, come se il destino volesse fargli pagare quella volta in cui zittì il pubblico di Madrid quando lo battè nel 2006. Almeno lo ha battuto qualche volta, mentre Tim Mayotte ha chiuso la sua carriera con un terrificante 0-17 contro Ivan Lendl. Negli ultimi otto anni, Nadal lo ha battuto 17 volte di fila, la più lunga striscia tra due giocatori nella storia dell’ATP. Quando si affronteranno la prossima volta, Rafa potrebbe infilare l’ennesimo record.