Ha fatto discutere il ritiro di Malek Jaziri al recente torneo di Montpellier, dove stava battendo Denis Istomin ma si è fermato per un presunto infortunio al gomito. Al turno successivo avrebbe affrontato l'israeliano Dudi Sela. E due anni fa la sua federazione gli impose di non giocare contro l'altro israeliano Weintraub, il tutto per motivi politico-religiosi. L'ATP ha aperto un'indagine, chiusa entro pochi giorni. Jaziri ha parlato a L'Equipe spiegando le sue ragioni: "Il mio telefono non funziona, non ho ricevuto ordini nè pressioni. Non avevo guardato il mio prossimo avversario, e se anche lo avessi fatto soffro di epicondilite sin dall'Australian Open. Il viaggio e il fuso orario non hanno aiutato. Ho colpito poco la palla negli ultimi otto giorni, ho preso antidolorifici ma mi fa ancora male. Non tanto quando colpisco, ma quando porto indietro la racchetta. E' una specie di tendinite all'avanbraccio. In questi casi bsogna essere intelligenti: ci sono diversi tornei importanti in arrivo e non bisogna rischiare di peggiorare la situazione"., dove stava battendo Denis Istomin ma si è fermato per un presunto infortunio al gomito. Al turno successivo avrebbe affrontato l'israeliano Dudi Sela. E due anni fa la sua federazione gli impose di non giocare contro l'altro israeliano Weintraub, il tutto per motivi politico-religiosi. L'ATP ha aperto un'indagine, chiusa entro pochi giorni. Jaziri ha parlato a L'Equipe spiegando le sue ragioni: "Il mio telefono non funziona, non ho ricevuto ordini nè pressioni. Non avevo guardato il mio prossimo avversario, e se anche lo avessi fatto soffro di epicondilite sin dall'Australian Open. Il viaggio e il fuso orario non hanno aiutato. Ho colpito poco la palla negli ultimi otto giorni, ho preso antidolorifici ma mi fa ancora male. Non tanto quando colpisco, ma quando porto indietro la racchetta. E' una specie di tendinite all'avanbraccio. In questi casi bsogna essere intelligenti: ci sono diversi tornei importanti in arrivo e non bisogna rischiare di peggiorare la situazione".