In Francia continua a tener banco il caso Paire. Dopo aver preso con filosofia la scelta dei vertici FFT di cacciarlo dal team Olimpico (“felice di andarmene, l’importante era partecipare”), il n.32 ATP si è scusato per alcune dichiarazioni. Ma ha ribadito di pensarla in maniera totalmente differente sulle questioni che gli sono costate l’estromissione dal team. 

La sconfitta di Serena Williams contro Elina Svitolina è diventata la notizia della quarta giornata del Torneo Olimpico di tennis, strappando parecchio spazio all’affair-Paire, ma – almeno in Francia – la cacciata del numero 32 del mondo dal team Olimpico sta ancora facendo discutere. Quella “firmata” da Arnaud Di Pasquale e Jean Gachassin è stata un’esclusione più formale che altro (a proposito: cosa sarebbe successo in caso di vittoria su Fognini?), dato che Paire era stato già eliminato da tutte le competizioni e avrebbe fatto le valigie comunque, direzione Ohio, ma a gettare benzina sul fuoco ci ha pensato il diretto interessato. Raggiunto a pochi minuti sia dalla bruciante sconfitta di misura con Fognini, sia dalla comunicazione ufficiale della sua esclusione (arrivata proprio dopo l’eliminazione), aveva detto chiaramente di essere felice di lasciare Rio De Janeiro. “Ho una visione diversa di come sono andate le cose e non vedo l’ora di andare a Cincinnati. La Federazione è inesistente, quindi ciò che è accaduto non è molto grave. Sono felice di avere accanto le persone che tengono veramente a me, il resto non conta. L’importante è partecipare e io l’ho fatto, ma le Olimpiadi non erano nei miei obiettivi. Sono state un buon allenamento per Cincinnati: i tornei che contano sono quelli che distribuiscono i punti ATP”. Parole che hanno gettato fango sia sulla maglia francese sia sul valore dell’intero Torneo Olimpico, sul quale aveva peraltro già espresso qualche dubbio alla vigilia, ma che ha in parte ritrattato dopo qualche ora. “Sono stato intervistato a caldo dopo aver perso una partita importante – ha spiegato – e purtroppo sono un tipo impulsivo. Mi voglio scusare con la Francia, i francesi e i miei sponsor per come sono stati interpretati alcuni miei commenti. Adoro le Olimpiadi e sono fiero di averci partecipato”.

LA FIDUCIA (MAL RICAMBIATA) DA PARTE DELLA FFT
Nessun passo indietro, invece, sui comportamenti che avrebbero portato al suo allontanamento, in primis il mancato rispetto di alcune regole interne al team francese e il poco tempo messo a disposizione di squadra e compagni. “Non ero nelle migliori condizioni psicologiche a causa di alcuni problemi organizzativi e di comunicazione, dei quali non sono responsabile. E non sono neanche l’unico ad averlo rimarcato. Auguro il meglio a tutti gli altri francesi presenti a Rio”. Fra loro non c’è Julien Benneteau, che del Messico (dove è impegnato nel torneo ATP di Los Cabos) non ha perso l’occasione per mandargli una frecciatina, twittando poco dopo l’esclusione di Paire la frase: “un grande pensiero per Lucas Pouille”. Il messaggio è chiaro: come tanti altri francesi (e lo testimoniano i quasi 500 retweet e commenti di appoggio) avrebbe preferito vedere a Rio il recente quartofinalista di Wimbledon, in grande ascesa e perfettamente integrato nel team Francia, piuttosto che un Paire che non è mai andato troppo d’accordo con la gran parte dei connazionali. Al momento del forfait di Richard Gasquet, che ha liberato uno dei quattro posti a disposizione dei francesi per il singolare, Pouille precedeva Paire nel ranking ATP, ma a far fede per l’entry list era la classifica del 27 giugno, in cui Benoit era ancora davanti. Quindi l’ITF ha sondato prima il territorio per lui, la FFT ha dato l’ok e a Rio ci è andato il 27enne di Avignone, tagliando fuori il connazionale. Una decisione limpida, ma che a qualcuno non è andata giù. Col senno di poi, forse, avevano ragione loro…