I risultati parlano chiaro: Sara Errani e Roberta Vinci sono il doppio più forte nella storia del tennis italiano. Superati anche Pietrangeli-Sirola. Qual è il reale valore di queste vittorie?
L’abbraccio tra Errani e Vinci: l’Australian Open è domato
Di Riccardo Bisti – 26 gennaio 2013
Navratilova-Shriver, Williams-Williams e le altri grandi coppie stiano tranquille: qui si parla solo di Italia. I dati erano chiari, ma con la vittoria all’Australian Open sono ancora più netti: Sara Errani e Roberta Vinci sono la coppia più forte nella storia del tennis italiano. Hanno vinto più di Pietrangeli-Sirola e Panatta-Bertolucci, senza scomodare Gianni Cucelli e Marcello Del Bello. Prima che arrivassero le Cichi-Cichi, la storia del tennis italiano nei doppi Slam si aggrappava a pochi e sporadici successi. Flavia Pennetta ha vinto un Australian Open insieme a Gisela Dulko. Nel 2007, Mara Santangelo aveva vinto insieme ad Alicia Molik (da poco nominata capitano del team australiano di Fed Cup). 21 anni prima, Raffaella Reggi si era presa lo Us Open di misto insieme a Sergio Casal. Se gli anni 70 hanno offerto grandi emozioni in Coppa Davis, non si può dire lo stesso per gli Slam di doppio. Panatta-Bertolucci hanno acceso tante fantasie e sono ancora nell’immaginario popolare, ma nei tornei del Grande Slam non hanno mai raggiunto le semifinali. Sembra una bestemmia, ma un risultato precluso ai campioni degli anni 70 è stato raggiunto per due volte da Bolelli-Fognini (Us Open 2011 e Australian Open 2013). Prima che arrivasse l’uragano Cichi-Cichi, la coppia più titolata era quella composta da Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola. Insieme, vinsero il Roland Garros 1959 (quando Pietrangeli vinse anche il singolare) e giocarono altre tre finali, compresa una a Wimbledon. L’altissimo Orlando e il talentuoso Nicola sono stati i primi a rendere il tennis davvero popolare, prima del boom degli anni 70. E non c'è dubbio che l'apporto dei campioni degli anni 60-70 alla popolarità del tennis sia unico e irraggiungibile. Senza di loro, probabilmente, la storia sarebbe stata diversa.
Ma i numeri dicono che Sara e Roberta sono più brave. Hanno giocato quattro finali Slam, vincendone tre. L’alchimia tra le due è straordinaria. Non sono alte, non sono potenti, ma si intendono ad occhi chiusi. La Vinci è una doppista eccezionale. Lo gioca con profitto sin da piccola. Ha iniziato con Flavia Pennetta, poi il sodalizio è finito perchè Roberta fu scelta da Sandrine Testud. Insieme, vantano un successo addirittura su Martina Navratilova. Il suo tennis delicato sembra cucito addosso alla specialità, soprattutto il servizio a uscire e la rasoiata di rovescio. E la volèe di rovescio, probabilmente, è la migliore del circuito. La sorpresa di questo doppio è la Errani. Lasciando perdere gli impressionanti miglioramenti che l’hanno portata tra le top 10, Sarita non ha il tennis adatto per il doppio. Il servizio è lentissimo, il dritto è costruito e arrotolato. Ma Sara ha saputo sfruttare le sue qualità: la capacità di trovare angoli impensabili e (soprattutto) una mano delicata, spesso nascosta dal suo tennis di fatica, ma utilissima anche in singolare. Poche giocatrici giocano la volèe come Sarita. Certo, l’altezza è un handicap notevole, ma con una giocatrice a fondo e l’altra a rete, le azzurre riescono a supplire ai limiti fisici.
Ma qual è il reale valore di questi successi? Se da un lato si tende a esaltarli, da un altro si rimarca lo stato di salute del doppio, non esattamente al top. “E’ un malato terminale!” ripete da anni Rino Tommasi. Non c’è dubbio che i top-players non lo giochino più, con le zone alte del ranking piene di specialisti. Lo spettacolo è buono, la qualità potrebbe essere migliore. Spiega tutto una storica frase di Jonas Bjorkman. Quando gli hanno chiesto chi vincerebbe tra i gemelli Bryan e Federer-Nadal, rispose: “Se li avvisi 20 minuti prima vincono i Bryan. Ma con due settimane di allenamento vincono i più forti. E secondo voi chi sono i più forti?”. Non c’è dubbio che il doppio sia riserva di caccia per quelli che possono essere definiti (a seconda delle posizioni) “specialisti” oppure “singolaristi falliti”. E allora i successi valgono un po’ meno. In campo femminile, tuttavia, la competitività è maggiore. Dando uno sguardo al ranking, ci accorgiamo che tra le top 10 ci sono soltanto tre specialiste: Lisa Raymond, Liezel Huber e Nuria Llagostera Vives. Considerando la presenza (occasionale ma rumorosa) delle sorelle Williams, i successi in doppio femminile hanno un valore discreto. In un’ipotetica scala da 0 a 10, li valuteremmo 7. Non c’è dubbio che l’Australian Open sia lo Slam più bello delle Cichi-Cichi, perché nei quarti hanno superato proprio le sorellone. Non erano al top (Serena ha una caviglia che è un melone, Venus ha il mal di schiena che la bloccherà per qualche settimana), ma se si scende in campo non ci sono scuse. E poi rispettare lo status da favorite è tutt’altro che facile. Per questo, Sara e Roberta meritano il titolo. Si, sono le più forti di sempre.
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