L'Australian Open raccontato attraverso le chicche TV di Luca Bottazzi, uno dei tecnici italiani più preparati. Uomini, donne, italiani, TV: Una sfida ai luoghi comuni. 
Rafael Nadal ha perso in finale, ma resta il giocatore più "ecologico" del circuito

 
Di Luca Bottazzi (*) – 28 gennaio 2014


IL TORNEO
1) L’Australian Open è uno Slam ostico a causa del calendario e del clima. Quest’ultimo fattore, in particolare, obbliga i giocatori ad adattarsi ai continui cambiamenti delle condizioni di gioco.
2) Premesso che non esiste il titolo di più grande di sempre, i campioni di oggi sono più competitivi rispetto a quelli di ieri perché sbagliano meno. Inoltre, pensano e agiscono in spazi e tempi sempre più ristretti.
3) Sportività, fair play, rispetto, educazione, sono aspetti sempre presenti tra i campioni del tennis, peccato invece avvenga l’esatto contrario tra le loro tifoserie; i nuovi barbari, secondo Alessandro Baricco.
      
IL TORNEO MASCHILE
1) Nuovo coach e nuova racchetta sono il paracadute che Roger Federer cercava per rallentare la caduta. Complimenti: obiettivo centrato.
2) Sarebbe drammatico se Federer, sulla via delle 33 primavere, avesse capito solo ora con Edberg i segreti della rete.
3) Nadal è il giocatore più ecologico in assoluto perché sa meglio cogliere le situazioni ambientali, infatti vince spesso anche nelle giornate buie, quando dovrebbe perdere.
4) Nadal è il più grande predatore del circuito: le sue trappole sono un campo minato per tutti i suoi avversari.
5) Siamo sinceri: lo straordinario risultato di Wawrinka non l’avrebbe previsto neanche Nostradamus.
 
IL TORNEO  FEMMINILE
1) Serena Williams credo possa rimanere ancora la numero uno, può anche steccare qualche acuto, tanto le urlatrici Sharapova e Azarenka rimangono sovente senza voce.
2) L’intensità del tennis della cinese Na Li è la chiave del successo del suo gioco kung fu.

GLI  ITALIANI
1) Fognini gioca spesso un tennis estremo anche quando gli basterebbe meno per ottenere lo stesso risultato: questo è il limite che deve superare.
2) Sul ritorno di Flavia Pennetta, Lorenzo il Magnifico avrebbe commentato così: “Quanto è brava la Pennetta che si fugge tuttavia, chi vuol esser lieto sia, del doman non c’è certezza”
3) Non è possibile chiedere a Vinci ed Errani sempre la luna: in questi anni le stelle le hanno raggiunte già più volte.
 
IL TENNIS  IN TV
1) La bracciologia è un termine di mio conio per la sintesi mediatica del colpo vincente del campione.
2) Il colpo vincente è facile da capire anche perché è del tutto televisivo, invece l’errore procurato all’avversario è assai più difficile per l’intelletto. Purtroppo, tuttavia, è il fattore che più di tutti determina il successo.
3) Il campione dispone di dote e genio in abbondanza, ma il talento è una fenomenologia che ha il limite di non essere un metodo.
4) Nei giochi sportivi si può vincere in due modi: surclassando l’avversario oppure impedendogli di esprimere il suo piano di gioco.
5) Le giornate brillanti nel tennis sono inferiori a quelle spente, non sempre si può bere champagne, pertanto un buon rimedio potrebbe essere il barbera. Lo diceva anche Giorgio Gaber.
6) Riflettiamo un momento: è il tecnico che determina il campione o piuttosto è il campione che determina il tecnico? Questo è il problema, come disse l’Amleto di Shakespeare.
7) Facile è il tennis sul divano, difficile sul campo con la racchetta in mano.



(*) Luca Bottazzi è nato a Milano il 1 aprile 1963, ex tennista professionista ha giocato tra l'altro a Wimbledon, Us Open e Roland Garros. Negli anni '80 ha battuto diversi giocatori nei primi 20 del mondo, fra cui il campione di Wimbledon 1973 Jan Kodes. Nazionale e medaglia al valore atletico del CONI, oggi membro dell'International Club d'Italia. La miglior classifica tra i professionisti e' stata il raggiungimento del 116 posto, mentre al livello nazionale il 3. Vincitore dei tornei Challenger di Tampere (FIN) e Nairobi (KEN) e del torneo ATP di Doppio a Bari 1983. La miglior classifica a livello internazionale junior è stata numero 3 del mondo nel 1981, anno in cui si è laureato campione Europeo a squadre per nazioni, vincitore della Coppa del Caffè in Costa Rica, finalista al Trofeo Bonfiglio e al Rolex di Port Washington. Insegnante di tennis dal 1988, possiede la qualifica FIT e CONI di Maestro Nazionale. Allenatore di diversi giocatori/trici professionisti, tra cui il più famoso e' stato lo svedese Bjorn Borg. Molti dei suoi allievi hanno vinto titoli italiani a squadre e individuali nelle varie categorie giovanili, terza e seconda categoria. Vincitore del Trofeo F.I.T., massimo titolo nazionale per scuole tennis e circoli con lo Junior Tennis Milano, per il quale è stato referente del settore agonistico dal 1988 al 1993. Responsabile del settore agonistico per il Tennis Club Ambrosiano dal 1993 al 2004.

Socio fondatore di R.I.T.A., associazione culturale di ricerca nel tennis, diverse sono le sue pubblicazioni, gli articoli e gli interventi nei congressi internazionali tra cui spicca il Congresso Scientifico dell' I.T.F.di Londra nel 2003 e 2007 dove ha presentato un progetto metodologico didattico innovativo per la scuola tennis (metodo R.I.T.A.). Questo progetto viene proposto dall' I.T.F. in diversi paesi del mondo. Ha pubblicato il libro "Dal bambino al campione di se stesso". Commentatore televisivo per SKY TV Italia ed Eurosport, collabora in qualita' di esperto con diverse riviste del settore, docente universitario alla facoltà di Scienze Motorie presso l'Universita' degli Studi di Milano. Dal settembre 2004 direttore tecnico e membro del Consiglio Direttivo di R.I.T.A Tennis Academy (www.tennisitaliano.com), con sedi operative a Milano (www.cusmilano.it), a San Donato Milanese (www.kick-off.it) e nella stagione estiva dirige la sezione Tennis del Camp di Lavarone in Trentino Alto Adige. (www.lavaronesummercamp.eu). Si tratta di accademie specializzate nel primo segmento formativo: la scuola tennis (4-14 anni). Dalla psicomotricità ai primi passi nel tennis fino a quelli agonistici. 
Sito internet: www.lucabottazzi.it