Nonostante l'ITF lo avesse salvato, il presidente FFT si dimette da ogni incarico. Due mesi fa era stato approvato un emendamento per mantenerlo in sella e aveva potuto contribuire alla riforma della Davis. L'Equipe ha scritto della vicenda, ricordando anche l'atteggiamento della FIT all'Assemblea di Orlando.

Due mesi dopo Orlando, cercando di fare meno rumore possibile, Bernard Giudicelli ha levato le tende. E chissà se la notizia sarebbe trapelata se non l'avesse resa nota Dirk Hordorff, vicepresidente della federazione tedesca. Lo scorso 16 agosto, i voti della Federazione Francese (FFT) furono importanti, se non decisivi, per garantire la riforma della Coppa Davis. Il problema è che Bernard Giudicelli, presidente FFT e rappresentante transalpino in seno all'ITF (era addirittura presidente del Comitato di Coppa Davis), non avrebbe potuto votare. Lo statuto della Federazione Internazionale era chiaro: chi fosse stato condannato penalmente nel suo Paese non avrebbe potuto avere incarichi. E Giudicelli aveva subito una condanna per diffamazione ai danni dell'ex giocatore Gilles Moretton, di cui vi abbiamo raccontato nel dettaglio. Pur di salvarlo, e consentirgli di riversare sul “sì” i 12 voti a disposizione della FFT, l'ITF si è inventata un emendamento ad-personam, votato e approvato dai dormienti delegati all'Assemblea di Orlando con una percentuale del 68,88% (pericolosamente simile al 71,43% che aveva dato il via libera alla riforma della Davis): in sintesi, il condannato avrebbe potuto rimanere in sella se il reato per cui è stato condannato non fosse considerato di natura penale in tutti i paesi del mondo. Detto, fatto. E così Giudicelli ha mantenuto il suo incarico, giusto il tempo garantire il semaforo verde ai progetti di Gerard Piqué. Oggi si scopre che Giudicelli si è dimesso dall'ITF, ma ormai la cosa non ha nessuna influenza. Il dirigente corso era stato ammesso nel consiglio d'amministrazione nel settembre 2015, poi tre mesi dopo era diventato presidente del Comitato di Coppa Davis, quello che delibera e stabilisce novità e regolamenti sull'Insalatiera.

LE RIVELAZIONI DELL'EQUIPE
Bisogna parlare al passato, perché adesso è passato tutto nelle mani di Kosmos. Nel febbraio 2017, Giudicelli è stato eletto presidente della federazione francese al termine di un'aspra campagna elettorale. Si pensava che potesse essere un candidato forte per rimpiazzare il suo amico Dave Haggerty alla presidenza, ma lo scandalo di Orlando ne ha minato ogni credibilità. In un post pubblicato su Facebook, Dirk Hordorff s domanda quante “centinaia di migliaia di dollari” ha speso l'ITF nella causa legale riguardante Giudicelli. “Avrei preferito che questi soldi fossero utilizzati per lo sviluppo”. Il cuore della faccenda continua ad essere il voto di Orlando che ha consentito la riforma della Coppa Davis. Nel silenzio generalizzato della stampa, ha pubblicato un articolo molto incisivo L'Equipe, a firma di Quentin Moynet e Julien Rebouillet, in cui sono stati ricordati alcuni passaggi dell'assemblea, in cui è stata menzionata anche la FIT. “Si dice che la federazione italiana abbia cambiato il proprio voto in cambio di benefici economici sui diritti TV concessi dall'ITF (300.000 euro all'anno per quattro anni)”. Non è chiaro se si riferiscano a uno sconto annuo di 300.000 euro per trasmettere la Davis, o se la spesa sarà effettivamente quella. Poco importa. In assenza di risposte ufficiali, e soprattutto di smentite, la tesi sembra prendere sempre più corpo. Si parla anche di un funzionario della federtennis spagnola, figura vicina a Piqué, che ha svolto un ruolo importante nei progetti per la riforma. Il soggetto non viene menzionato, ma certamente la RFET ha scelto di supportare la Davis per ragioni di interesse.

LA (PREOCCUPANTE) FRASE DI UN TOP PLAYER
La stessa Equipe – come abbiamo fatto noi – si è domandata come mai non ci fosse un solo membro del Board ITF alla presentazione della Davis di mercoledì scorso, il cui Gerard Piqué ha detto che in fondo "non sarebbe troppo male" se a Madrid non ci saranno i migliori (per quanto, secondo i riformatori, la presenza dei top-players sarebbe stata la principale ragione della riforma). Senza fare nomi, l'Equipe ha riportato la frase che un giocatore di alto livello avrebbe detto al presidente di una grande federazione. “Nei primi due anni, per salvare le apparenze, diranno che è stato un grande successo. Poi diranno che i soldi non ci sono, ridurranno il montepremi, e probabilmente tra cinque anni sarà finito tutto”. Ma c'è di più: un paio di mesi fa, durante la riunione dei giocatori tenutasi allo Us Open, il manager di Roger Federer (Tony Godsick) avrebbe detto: “Non preoccupatevi: questa Davis non funzionerà perché non genererà i soldi promessi”. L'articolo termina domandandosi se le dimissioni di Giudicelli abbiano a che fare con un possibile fiasco della competizione, in modo da non essere ritenuto responsabile. Non siamo troppo convinti che sia così. Quel che è certo è che questa transizione ha avuto passaggi molto discutibili. Per noi, molto tristi.