L’argentino non vince una partita da agosto. Dopo sette sconfitte consecutive, è quasi in lacrime: “Mi alleno, mi alleno, mi alleno…ma perdo sempre. E ho cattivi pensieri”.
Juan Monaco quasi disperato dopo la sconfitta a Buenos Aires
Di Riccardo Bisti – 12 febbraio 2014
Nemmeno due anni fa, Juan Monaco si inginocchiava sul campo centrale di Amburgo. Con la vittoria in Germania, si era assicurato l’ingresso tra i primi 10. Il coronamento di una bella carriera, iniziata tanti anni fa al Club Independiente di Tandil, dove la leggenda narra che lui e i suoi compagni giocassero con una sola pallina e che il “Negro” Marcelo Gomez abbia forgiato mentalità guerriere. I risultati sono gli occhi di tutti. Oggi, il “Pico” sta vivendo un piccolo dramma agonistico. Perdendo al primo turno di Buenos Aires contro Albert Ramos, continua una serie di sconfitte (sette di fila) che perdura dallo scorso agosto. Il suo ultimo successo risale allo scorso 20 agosto, quando battè Nicolas Mahut al torneo di Winston Salem. La sconfitta nella capitale argentina è molto dolorosa. “Il fisico mi sta giocando brutti scherzi – ha detto Monaco – sono triste, avevo grandi speranze per questo torneo. Qui ho ricordi stupendi”. E’ quasi scoppiato in lacrime. “Ogni volta che si allungano le partite è un disastro”. La notizia è particolarmente dura, perché dopo la sconfitta all’Australian Open era tornato a Tandil per lavorare ancora più duramente e mettere un po’ di benzina nel serbatoio. Invece è arrivata la netta sconfitta con Fognini in Coppa Davis e quella contro Ramos, che dunque sarà il prossimo avversario di Filippo Volandri. “Si può sempre migliorare – ha proseguito – ma quando attraversi un brutto momento, per quanto ti alleni, ti alleni e ti alleni, ti passano per la testa i pensieri peggiori". La parola tanto temuta è lì, dietro l’angolo: ritiro. E i timori sono alimentati da un cronico problema al polso che "Pico" non riesce a risolvere.
Sono passati 10 anni dalla sua prima grande apparizione a Buenos Aires. Non aveva neanche 20 anni, e gli ottimi risultati nei tornei futures gli fruttarono una wild card, onorata con un successo su Nicolas Lapentti. Battè anche Juan Ignacio Chela (allora al top) e perse in tre set contro Guillermo Coria, numero 4 ATP. Nel 2007 avrebbe vinto il torneo, stappando il proverbiale champagne donato dagli organizzatori durante la premiazione. Adesso è un giocatore pieno di dubbi, privato della più grande forza della sua carriera: la gambe. Per questa ragione, certe dichiarazioni preoccupano, anche perché in Australia disse che stava per sparare le ultime cartucce sul campo da tennis. Monaco non cerca scuse, non se la prende né con il suo nuovo allenatore (il concittadino Diego Junqueira, ex top-100) e nemmeno con il preparatore atletico Ignacio Menchon, al suo fianco da anni. “Nacho è sempre al mio fianco e ho grande fiducia in lui, da anni. Adesso bisogna vedere cosa fare per rendere meglio nelle prossime partite. Domani è un altro giorno, vediamo come mi sveglio. Oggi è molto dura”. Ieri avrebbero dovuto effettuare una piccola cerimonia di omaggio per David Nalbandian, ritiratosi qualche mese fa. L’hanno rinviata per la pioggia. Un consiglio a Monaco: meglio che non vada a seguirla, magari potrebbero venirgli strade idee.
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