La nota trasmissione di Italia 1 si è occupata dei mancati pagamenti ai ragazzi che hanno lavorato agli Internazionali d’Italia. L’azienda appaltatrice: “E’ solo un ritardo”. 
Massimo Verdina spiega che la FIT ha versato 250.000 euro alla società di Tirone. "L'anno prossimo faremo di tutto affinchè i ragazzi non siano parte lesa"

Di Riccardo Bisti – 13 novembre 2013

 
I quasi 170.000 spettatori che hanno affollato gli Internazionali BNL d’Italia li ricorderanno bene. Buona parte di loro vestiva in giacca e cravatta, contribuendo alla riuscita della manifestazione. Stiamo parlando di circa 500 ragazzi che hanno svolto le mansioni più disparate: biglietteria, controlleria, servizio hostess e tutte le funzioni legate a un torneo così importante. Un lavoro temporaneo ma totalizzante, da 12 ore al giorno. E che dovrebbe essere pagato. L’onere sarebbe toccato alla “Tirone Security&Service”, il cui direttore operativo è Gianluca Tirone, personaggio piuttosto noto a Roma. Grande tifoso della Lazio, è un ex ultrà della Curva Nord tanto che in passato aveva condotto una trasmissione radiofonica a tinte biancocelesti (“La Voce della Nord”). Era balzato alle cronache circa un anno fa, quando tappezzò la città con un migliaio di manifesti in cui chiedeva scusa alla moglie Camilla. Erano anonimi, ma non ci volle molto per risalire a lui. “Niente tradimenti, semplicemente l’ho trascurata”. Oggi torna alla ribaltà a causa di un servizio andato in onda martedì sera durante la trasmissione “Le Iene” di Italia 1. I fatti sono talmente semplici da risultare banali: la società di Tirone si è aggiudicata l’appalto per svolgere le varie funzioni di controlleria agli Internazionali, ma ad oggi i ragazzi non sono ancora stati pagati. A ognuno di loro spetterebbe una retribuzione di 500 euro. Con il suo stile irriverente, la “iene” Paolo Calabresi si è addentrata nella questione e l’ha raccontata a milioni di italiani in un servizio di 6 minuti.
 
I ragazzi sostengono che Tirone abbia fatto firmare un contratto, ma senza consegnarlo. Una copia, tuttavia, è comunque pervenuta nelle mani delle Iene (“L’ho sgraffignata” ha detto uno dei ragazzi). Dai contratti, si evince che sarebbero stati registrati da una società di nome “Metropolitan”. Quest’ultima, per bocca del suo amministratore unico Francesco Miliano, ha smentito di aver raggiunto un accordo. “Tirone ci ha contattati, aveva bisogno di una struttura, ma non abbiamo chiuso l’accordo”. A quanto pare, dunque, i ragazzi hanno lavorato in nero. Tenendo conto che non sarebbe la prima volta che si verifica un episodio del genere (una ragazza ha dichiarato di non essere stata pagata per un lavoro analogo in occasione del Sei Nazioni di rugby 2007), Calabresi si è domandato come mai la FIT gli abbia affidato l’incarico. Le telecamere delle Iene, dunque, hanno avuto accesso agli uffici della Federazione Italiana Tennis presso la Curva Nord dello Stadio Olimpico. Ha parlato il Segretario Generale Massimo Verdina: “Gli abbiamo dato più di 250.000 euro, già liquidati. Tirone ha avuto tutti i soldi che la FIT gli doveva”. Quando Calabresi gli ha chiesto in base a cosa è stata scelta la società di Tirone, Verdina ha risposto: “Non è la prima volta che questa società lavora con noi, e nel 2013 hanno vinto nuovamente il bando. Generalmente il bando viene vinto da chi presenta l’offerta economicamente più vantaggiosa”. Ok, ma se poi non paga i ragazzi o li fa lavorare in nero…”Questo non lo sappiamo. Adesso che lo sappiamo, in futuro ci regoleremo di conseguenza. E faremo di tutto affinchè i ragazzi non escano dalla vicenda come parte lesa”.
 
Dopo il viaggio negli uffici federali, Calabresi è andato in cerca di Tirone. Dopo averlo accolto con un cartello simile a quelli affissi 12 mesi fa, ma con un testo ben diverso: “Ciao Gianluca, amico mio, ti devo chiedere una cosa: i soldi”, ne ha raccolto la testimonianza. “Mi spiace del ritardo, ma francamente non capisco l’allarme. Abbiamo avuto un ritardo come capita a tante aziende, dovuto a varie ragioni. La FIT ci ha regolamente pagato e abbiamo già pagato il 70% dei servizi. Per la parte contrattualistica ci eravamo affidati a una società che poi non ha realizzato i contratti. Ammetto che questa è stata una mia superficialità, ma non sono né un ‘sola’ né un bandito. Il ritardo è dovuto a cose normali”. In chiusura di servizio, Tirone ha assicurato che le cifre dovute sarebbero state liquidate entro fine novembre. Si dice spesso che il pubblico ludibrio sia più temuto di una sanzione: per questo, siamo convinti che Tirone pagherà i ragazzi nei tempi dovuti e che l’anno prossimo presterà particolare attenzione agli aspetti contrattuali. Sarà così nell’interesse di tutti: l’azienda di Tirone e, soprattutto, i ragazzi. Di questi tempi, anche un lavoro di 500 euro può essere molto prezioso.